ii.

256 25 4
                                    

Inui è a casa, nel suo piccolo appartamento. Gli ha scritto per vedersi, ma questa volta Koko ha risposto frettolosamente.

Oggi non posso. Devo pestare un tipo.

Ah. Inui guarda fuori dalla finestra e ripensa ai suoi giorni con lui da gangster come membro dei Black Dragons.

Ricorda di una volta in cui Taiju Shiba aveva affidato a loro un lavoro per due: pestare un tizio per ottenere informazioni. Lo avevano aspettato dopo uno dei suoi ritrovi non ufficiali, e lo avevano fermato in un vicolo.

Inui lo aveva costretto contro il muro premendo con un braccio contro la gola, poi Koko lo aveva sbattuto a terra.

Cos'è cambiato?

Tu, Koko, eri gentile e dolce. Io ero quello annoiato e senza tatto. Quello a cui se parlavi d'amore ti sbadigliava in faccia. Tu invece facevi programmi e sognavi di sposarti.

Adesso fa ridere il fatto che tutto ciò a cui pensi è fare soldi, mentre io non ci penserei due volte a spogliarmi per stare insieme a te.
Lo farei anche appena tornati a casa.
E forse ti sposerei perfino.

Ma una cosa del genere non te la dirò mai in faccia, Koko. Continuerò a guardarti con la mia espressione apatica e tu continuerai per qualche ragione a perderti nei miei occhi, senza mai andare oltre.

Tra i due tu eri quello realmente gentile, ma adesso perché sei così bastardo?

"Koko, dobbiamo andare" gli dice Inui, mentre l'altro sta sottomettendo lo sventurato preso di mira dalla gang dei Black Dragons.

Koko lo sta fissando con un sorrisetto malizioso e strafottente, mentre gli solleva il capo tirandolo per i capelli.

Le ha prese, le ha prese da entrambi perché così ha ordinato Shiba.

"Koko, andiamo, prima che arrivino gli altri".

Koko si passa la lingua sulle labbra e ghigna.

"Che c'è? Hai paura di affrontarli, Inupi?"

Lui lo fissa in silenzio per qualche istante.

"Atteniamoci al piano. Non dobbiamo creare già casini con la sua gang, non oggi e non qui" replica calando le mani nelle tasche della sua uniforme bianca e lanciando al malcapitato un'occhiata spenta.

Koko sospira e lo lascia andare, rimettendosi in piedi.

"Grazie per le informazioni, amico. Sei stato bravo. ♡"

Lo lasciano lì e si allontanano verso le loro moto. Koko sorride soddisfatto.

"La strategia dello sbirro buono e dello sbirro cattivo funziona sempre".

Non sei stanco di questa vita, Koko? Non ti biasimerei se tu lo fossi. Però io non sono ancora stanco di stare insieme a te, quindi continuerò a seguirti ancora per un po'. Anche se sono stato io a voler rifondare i Black Dragons. La verità è che sei tu a seguire me. Non te ne sei ancora stancato?

Inui si riscuote da quel ricordo. Prova una sorta di speranza disillusa. Oggi sperava davvero di vedere il viso di Koko.

Lo smartphone vibra, il ragazzo ci posa sopra lo sguardo con fare distaccato, ma legge il suo nome.

Se non ti dispiace, sarei di strada. Potrei passare a togliermi via il sangue dalla faccia.

È il tuo?

No, ovviamente.

Okay, ti aspetto.

Inui torna a guardare dalla finestra.

Koko, mi manchi.

Vivrei ancora con te, e sopporterei di vederti togliere via il sangue dal viso. E se tu fossi ferito lo laverei io stesso, il tuo viso, per te.

𝘒𝘰𝘬𝘰 𝘪𝘯𝘶𝘪; 𝘧𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘧𝘪𝘵𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora