iii.

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Koko sta lavorando al computer nel suo appartamento in pieno centro a Tokyo. Nemmeno bada alla bellissima vista che si apre dalle pareti in vetro nel salotto; i suoi occhi sono concentrati sul monitor e, come sempre, guarda attentamente le cifre scorrere e cambiare secondo dopo secondo sotto il suo sguardo.

Indossa una camicia color vino, ha le mani incrociate sotto al mento. Non ha una buona vista, onestamente, Koko è quasi cieco come un topo, quindi almeno mentre lavora indossa gli occhiali da vista. Il suo telefono cellulare è abbandonato sulla scrivania, proprio accanto alla tastiera del pc: una vibrazione cupa che fa tremare per un attimo la superficie del tavolo annuncia l'arrivo di un sms. Si passa una mano tra i ricci neri e decide di concedersi una pausa di qualche secondo per vedere chi è che gli scrive.

Una mezza idea su chi potrebbe essere è Inupi, ma dovrebbe sapere che a quest'ora lavora, e poi anche lui a quest'ora sicuramente sferraglia al suo Motor Shop. Potrebbe anche essere qualche questione della Kanto Manji Gang, quindi è meglio dare un'occhiata.

Solleva lo schermo a conchiglia e apre la sezione dei messaggi, è Inupi.

Koko, inviami una foto

Koko fa un sospiro esasperato e rassegnato, può benissimo immaginare l'espressione vacua di Inupi mentre gli ha scritto quell'sms. Gli risponde digitando velocemente sui tasti del telefono.

Inupi, sto lavorando

Senza punteggiatura finale, anche lui. Così impara, magari capisce che non può stare a cazzeggiare adesso. La risposta arriva quasi immediata, Koko non ha nemmeno ancora posato il cellulare sulla scrivania.

Capisco. Inviami lo stesso una foto

Koko si aggiusta nervosamente gli occhiali da vista e scuote appena il capo.

"Ahh, Inupi. Ma proprio adesso ti devi sparare una sega" borbotta tra sé e sé, ma si fa un po' indietro con la sedia della scrivania e comincia a slacciarsi la cintura dei pantaloni neri. Tira giù la patta e lo sfila dai boxer, cercando un'angolazione convincente. È a riposo, ma se lo farà bastare. Scatta una fotografia con il telefono e la invia ad Inui come mms. Poi si risistema e si riallaccia la cintura.

Riprende a lavorare.

Inui in quel momento è al Motor Shop, è seduto su un cavalletto a gambe incrociate, proprio accanto una motocicletta a cui sta sistemando il motore. Di fronte a lui ci sono Takemichi e Chifuyu che lo stanno sfinendo allegramente di chiacchiere mentre parlano dei Mille Inverni e del loro progetto di scontrarsi con Mikey e la Kanto per riportarlo a loro. Inui li ha ascoltati per un po', poi ha cominciato a pensare a Koko e, stretto il suo telefono in mano, gli ha chiesto una foto.

Ha voglia di vederlo. Koko all'inizio fa un po' il problematico come sempre, gli dice che sta lavorando. Inui sorride mesto, loro due sono sempre così. Koko è come un gatto che vuole essere accarezzato solo quando va a lui e che quando si stufa ti soffia contro e tira fuori gli artigli; lui invece è come un cagnolino, sempre pronto a scodinzolargli attorno. Accetterebbe coccole infinite, tutto il giorno, a tutte le ore, probabilmente.

Dopo aver fatto un po' il ritroso, il telefono di Inui vibra: Koko gli ha appena inviato un mms. Con un sorrisino sul viso lo apre e quasi gli viene un colpo, sente subito il cuore battere più velocemente nel petto.

"Ehi Inui, tutto bene?" gli chiede Takemichi, "hai cambiato faccia".

Inui torna subito indietro al display, ricomponendosi.

"Tutto okay".

Poi scrive un messaggio a Koko.

Non intendevo di questo genere... non sono da solo

Koko, alla sua postazione al pc, prende il telefono per leggere l'ennesimo messaggio di Inui. Sbatte più volte le palpebre e poi fa un'espressione imbarazzata e arcigna.

Scusa se ho dato per scontato che quando mi chiedi una foto è esattamente questo genere di foto! Non distrarmi oltre, lasciami lavorare.

Lo mette a tacere così, imbarazzato.

Inui legge la risposta e, divertito, si lascia andare a un sorrisino ebete e innamorato.

𝘒𝘰𝘬𝘰 𝘪𝘯𝘶𝘪; 𝘧𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘧𝘪𝘵𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora