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In questi ultimi giorni non ho fatto altro che immaginarmi una mia ipotetica famiglia con paulo e vederlo alle prese con i figli dei suoi compagni di squadra o con i fan più piccoli non faceva altro che farmi innamorare di più della sua dolcezza, sono certa che paulo un giorno sarà un ottimo padre.
"Stai fantasticando su un mini Dybala?" Mi chiese Alice entrando in sala e risvegliandomi dai miei pensieri "bhe .... Forse un po' si, guardalo come è carino con i bambini è così dolce" dissi io non togliendo gli occhi da paulo che stava teneramente giocando con il più piccolo dei figli di morata "già è portato per stare con i bambini, sarebbe un perfetto papà" disse Alice "già" risposi io rattristandomi e abbadando la testa "che succede?" Chiese subito lei preoccupata "c'è la possibilità che io non possa avere figli" dissi iniziando a piangere "Giorgia ma che dici?" Chiese Alice non capendo "dopo l'incidente mi hanno fatto un sacco di esami e mi hanno detto che c'è la probabilità che io abbia problemi a concepire" dissi continuando a guardare per terra "è solo una probabilità vedrai che non sarà così" cerco di consolarmi lei "non so, io penso che io dottore abbia ragione" continuai "allora facciamo così, ti prendo un appuntamento dal più bravo ginecologo d'Italia e sentiamo cosa ti dice va bene?" Chiese ed io mi limitai ad annuire guardando di nuovo paulo giocare con tutti e tra i figli di Alvaro e Alice.

Dopo essermi ricomposta e aver centrato di cancellare dal mio viso ogni segno delle lacrime e andai da paulo e dai bambini.
Mi sedetti accanto a paulo e subito Ale e leo mi corsero in contro "zia hai pianto?" Mi chiese Leonardo osservandomi attentamente "no tesoro, vai a prendere le macchine che giochiamo" dissi e lui corse subito via seguito dai fratelli, paulo mi prese delicatamente il mento tra le dita per farmi girare nella sua direzione "cosa succede?" Chiese dolcemente "nulla perché?" Chiesi fingendo di non capire "innanzitutto hai gli occhi tutti rossi e se n'è accorto anche il piccolo" disse riferendosi a Leo "poi ti conosco riconosco quando sei triste anche se cerchi di mascherarlo" continuo "nulla davvero sto bene, va tutto bene" dissi mentre i bambini tornarono da noi con tutte le loro macchine e la pista "farò finta di crederci, quando vorrai parare sai che sono qui" disse montando la pista insieme al piccolo Ale.

Una volta tornati a casa cercai di evitare paulo il più possibile non volvo digli nulla prima di avere una conferma da un dottore e proprio in quel momento mi scrisse Alice

A = gio ho chiamato il ginecologo di cui ti ho parlato ha detto che può visitarti tra due giorni

G = grazie mille Alice, poi mandami l'indirizzo per favore

A = mi sono dimenticata di dirti che è a Milano spero non sia un problema, è davvero bravissimo, mi ha assistito in entrambe le gravidanze

G = nessun problema, grazie ancora Ali ❤️

A = di nulla, e non ti preoccupare il mister capirà e lascerà la giornata libera a paulo

G = non serve, non ho detto nulla a paulo, voglio aspettare la vista prima di digli tutto

A = quindi andrai da sola ?

G = si

A = non se ne parla verrò io con te e non accetto un no come risposta

G = va bene

Risposi ad Alice e spensi il telefono, non avrei voluto accettare la proposta di Alice ma non avevo voglia di stare a discutere con lei così gliela diedi vinta.

Due giorni dopo

Contro voglia mi alzai dal letto ed andai a preparare una veloce colazione per me e per paulo "buongiorno amore" disse paulo raggiungendomi in cucina "buongiorno" dissi sedendomi al bancone e bevendo il mio caffè "oggi vado a Milano con Alice" dissi semplicemente "va bene, tanto io starò tutto il giorno alla continassa" disse lui e io senza dire nulla andai nella nostra stanza per prepararmi.

"Io esco" dissi a paulo prendendo le chiavi dell'auto "hey viene qui un secondo?" Mi disse e lo raggiunsi in salone dove era intento a prepararsi il borsone "va tutto bene?" Mi chiese "si certo" risposi cercando di essere il più convincente possibile "da stamattina mi sembri così distaccata e non mi hai nemmeno dato un bacio, sei arrabbiata con me?" Chiese lui "no amore assolutamente, sono solo stanca ho dormito male" spiegai "va bene, allora ci vediamo dopo, ti amo" disse dandomi un leggero bacio sulle labbra "a dopo, ti amo anche io" dissi dirigendomi alla porta.

Passai a prendere Alice che come sempre era in ritardo.
"Buongiorno, come va? Preoccupata?" Mi chiese salendo finalmente in macchina "abbastanza" risposi mantenendo lo sguardo davanti a me.

Dopo essere arrivate a Milano ed aver parcheggiato l'auto nel enorme parcheggio indicatomi da Alice ci dirigemmo all'interno del edificio
Mi sedetti senza dire nulla ed aspettai che l'infermiere mi chiamasse.
"Signorina ferro" mi chiamo finalmente un infermiere e io mi alzai dalla seggiola per dirigermi nell ambulatorio quando Alice mi fermo "io ti aspetto qui vedrai che andrà tutto bene" mi disse e il la ringraziai con un flebile sorriso e entrai dal dottore.

"Allora signorina, lei soffre di endometriosi" mi disse il medico dopo avermi visitata attentamente e io subito iniziai a pensare a mille cose e non prestai più molta attenzione al dottore "posso avere figli?" Chiesi, era l'unica cosa che mi interessava "L'endometriosi può ridurre la fertilità, ma avere un figlio è comunque possibile. Quando non vi si riesce in maniera naturale, un aiuto può giungere dalla fecondazione assistita" disse e io senti il mondo cadermi addosso, il dottore parlo per una altra decina di minuti ma io non ascoltai quello che disse continuai a ripensare alle sue parole.

Uscì dall ambulatorio e raggiunsi Alice "come è andata?" Chiese lei alzandosi subito in piedi "scusa ma al momento non me la sento di parlarne" dissi cercando di sembrare il più tranquilla possibile "certo hai ragione" disse gentilmente e io la ringraziai prima di dirigermi all'uscita

Il viaggio di ritorno fu imbarazzante nessuna nelle due disse praticamente nulla e nella macchina si sentivano solo le canzoni che passavano alla radio.
Arrivai finalmente alla casa di Alice "Giorgia so che è dura ma se hai bisogno per qualsiasi cosa io ci sono" disse prima di aprire la portiera "grazie" dissi semplicemente e le feci un sorriso forzato.
Riparti ma decisi di non tornare a casa, spensi il telefono e iniziai a guidare per le strade di Torino

Quel maledetto sorriso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora