9 - Vendetta

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Hyunjin's POV

-Hyunjin- mi chiamò una voce roca dall'altra parte. Era lui.

-Non pensavo fossi così sfacciato di mandare il tuo amichetto a scuola con un serial killer in giro che ti sbava addosso- mi alzai in piedi di scatto. Cazzo. Cazzo, cazzo cazzo. Aveva preso Felix quel brutto bastardo.

-Dove sei? Hai fatto qualcosa a Felix?- dissi quasi urlando dalla rabbia.

-Il ragazzetto è qui accanto a me, ho intenzione di giocare con lui.- Cazzo. Se anche lo avesse sfiorato gli avrei estratto un dente per uno e torturato secondo quei libri medioevali.

-Osa sfiorarlo e ti uccido brutto pezzo di merda-

-Dove sei?!- non riuscii a trattenermi e gli urlai tutta la rabbia che avevo coltivato in questi anni.

-Non ti ricordi quello che è successo qualche anno fa? Sono lì. Nella tua infanzia.- Cazzo come aveva fatto a non pensarci. Prima che lo spedissero in prigione era riuscito a ristrutturare la casa in cui vivevamo, trasformandolo in un labirinto pieno di trappole. Perfetto per le sue esche. Lui terminò la chiamata. Ero nero dalla rabbia. Poteva prendere me, i miei soldi, la mia villa, la mia identità ma non Felix. Quel piccoletto ne aveva passate delle brutte per decine di anni, e essere rapito da Myung-Dae non faceva altro che peggiorare le cose. Mi ricordavo benissimo quando mamma aveva scoperto che mio padre spacciava. 

-Andiamo- dissi pieno di rabbia

Minho mi fermò e disse:

-Se non andiamo lì con un piano lui morirà- disse sottovoce, marcando l'ultima parola. Okay, aveva ragione. Indietreggiai e mi sedetti. Minho tirò fuori dal suo zaino una busta trasparente piena di fogli. Erano tutti i piani d'azione che avevamo fatto negli anni scorsi. Tra di questi lui prese con delicatezza una mappa ingiallita che raffigurava  la casa della mia infanzia.

 Tra di questi lui prese con delicatezza una mappa ingiallita che raffigurava  la casa della mia infanzia

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Tutte le stanze erano numerate, me la ricordavo benissimo quella casetta. Un entrata assicurata e un uscita da cui ne esce un cadavere. La mise in centro al tavolo, e cominciò ad illustrare la situazione.

-Sappiamo tutti come funziona, lui metterà trappole in alcune delle stanze, in altre ci saranno due chiavi per la serratura della porta V e per la botola del seminterrato. Dovremo entrare dalla A e dividerci in due gruppi, esploreremo le stanze facendo attenzione alle trappole e scenderemo nel seminterrato.-  Annuirono tutti. 

Han continuava a battere il piede sul pavimento ed evidentemente a Minho dava fastidio. Lo vidi appoggiare una mano sulla coscia di Jisung e lui si girò di colpo. Erano fidanzati, lo sapevano tutti. Lee Know gli prese il mento con una mano e lo baciò davanti a tutti, non un bacio normale, uno di quelli che ti toglievano l'ansia, (e anche la dignità) ed era ovviamente passionale. Stettero lì a sbaciucchiarsi per una decina di secondi finché non realizzarono che si trovano davanti a tutti. Han diventò rosso dall'imbarazzo non sapendo tenere la testa alta. Minho lo guardò soddisfatto con le labbra rosse per l'eccitazione e l'adrenalina che aveva nelle vene. Mi scappò un sorriso che mi calmò un po'. 

Ci cambiammo, eravamo pronti per il combattimento. Più che altro non volevo perdere uomini in battaglia, non dopo che lui era riuscito ad uccidere Woojin. Non avrei retto un altra sconfitta, stavolta l'avrei ucciso io, come lui ha fatto con mamma

Eravamo armati di file di pistole, mitra e altre robucce di marca, i giubbotti antiproiettile e tutto caricato sul nostro pick-up. 

Stavo guardando un po' il cellulare per calmarmi quando I.n mi venne vicino. Non avevo nulla contro di lui, odiavo solamente il fatto che mi avesse baciato a caso. Feci finta di niente e continuai a guardare Pinterest. Lui appoggio la testa sulla mia spalla e sussurrò:

-Mi piaci Hyunjin- la mia pelle implorava che staccasse la testa dalla mia maledettissima spalla, ogni piccolo contatto con lui si riversava come odio nelle mie vene. Con lui odiavo qualsiasi tipo di contatto fisico, non riuscivo a tollerarlo come affetto. Spensi il telefono e lo posai sulla coscia, magari ascoltando quello che aveva da dirmi se ne sarebbe andato. Lui appoggiò la mano sulla mia e trattenni un conato di vomito. Strinsi la mascella e lui continuò

-Sono molti mesi che penso di provare qualcosa per te, e quindi ti ho baciato e...i miei sentimenti non hanno fatto altro che crescere.- non mi interessava la sua giustificazione, volevo che togliesse le mani dal mio corpo. 

-Magari un giorno troverai qualcuno che ti merita- dissi serio, alzandomi dalla sedia e ponendo fine a quel contatto. Lui si avvicinò e continuò

-Tu mi meriti, vorrei solo che, Felix non ci fosse. Sta ostacolando le cose tra noi due- le vene mi si gonfiarono, il sangue cominciò a pulsare velocemente quando nominò Felix. Mi girai e risposi

-Non sai quello che ha passato, non posso lasciarlo solo-

-Stai mettendo qualcun'altro al primo posto, pensa per te stesso prima- mi implorò. Cosa cacchio voleva da me? 

-Mi correggo, non voglio lasciarlo da solo-  sputai acido. Lui mi guardò stupito mente gli occhi gli si fecero umidi.

-L-lo ami?- Guardai in basso. Cosa avrei dovuto rispondere? Non lo sapevo neanch'io e non mi era mai venuta  l'idea di rifletterci su. Aveva sempre pensato che nei suoi confronti conservassi solo amore paterno e fratellanza. Mi ero convinto di questo, ma ora che ci pensavo un attimo cominciavo a dubitare cosa provavo... Un singhiozzo mi risvegliò dai miei pensieri e mi accorsi che I.n  si era portato le mani alla bocca per lo stupore mentre fiumi di lacrime gli uscirono dalle guance. Lo guardai accigliato. Per lui non provavo niente, anzi a momenti mi veniva da ridere. Decisi di darmi un contegno e mi avvicinai a lui. Gli misi una mano sulla spalla e gli dissi:

-Mi dispiace- non misi alcun tipo di emozione nel tono della mai voce. Era rimasta indifferente come il mio tocco freddo sulla sua spalla. Lo superai e me ne andai in camera.

Erano le quattro del pomeriggio, saremmo partiti tra mezz'ora. Mi sdraiai sul letto in cerca di un po' di calma ma ovviamente il mondo ce l'aveva contro di me. Sentii dei rumori provenire dal bagno, erano quei due piccioncini della Minsung. Tesi l'orecchio e sentii Han gemere e poi Minho che gli diceva di fare silenzio. Mi venne da ridere, non riuscivano a staccarsi un attimo dall'altro un attimo. Provai a rilassarmi ma era quasi impossibile con quei due che componevano un insieme di gemiti fusi e rumori osceni. 

16:30 

Eravamo in viaggio sul pick-up guidato da Minho che teneva costantemente la mano attaccata a quella di Han. Ero agitatissimo, sentivo perle di sudore formarsi sulla mia pelle e attaccarsi agli abiti, infatti il giubbotto anti-proiettile non faceva di aiuto. Speravo che Felix stava bene, ma avevo paura, anzi, un terrore che non avevo mai provato, se fosse morto? Se lo avesse torturato? Non potevo reggere un altra sconfitta, non ora che mi ero affezionato ad una persona in modo più intimo. Dopo la morte di mamma non avevo amicizie strette, mi tenevo lontano da tutti e mi escludevo perché sapevo cosa voleva dire affezionarsi a qualcuno e poi vedere morire il rapporto che avevate in mille pezzi. L'avrei salvato, a costo della mia vita.



Angolo Autrice

Hi Guys, ve l'avevo detto che finiva con la suspense ma don't worry, aggiorno tra qualche giorno anche se ho i prossimi capitoli pronti :) Mi piace portarmi avanti, e tanto per dire questo capitolo l'ho finito l'8 novembre e ho finito di scrivere il 13 poco fa. Prossimo aggiornamento Giovedì 17 novembre alle 19:00! 

Una Rosa Rossa - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora