Hyunjin's POV
Aprì gli occhi e mi guardò. I miei occhi si inondarono di lacrime e scoppiai in un pianto liberatorio, facendo fluire via ansia e tristezza.
-Cazzo Felix!- dissi senza smetterlo di guardarlo.
-Mi hai fatto prendere uno spavento!- dissi piangendo e mi fiondai verso di lui, abbracciandolo e stringendolo forte a me.
-Scusa, scusa scusa tantissimo.- sussurrai, àncorato nell'abbraccio. Sentii le sue manine posarsi sulla mia schiena, ricambiando la presa. Presi il suo viso tra le mie mani e gli lasciai un bacio sulla guancia, e un attimo dopo le sue guance si colorarono di un rosa pastello.
Lui si guardò in giro, un po' spaesato; capii che aveva realizzato di aver perso qualche attimo della sua vita.
-S-sei in coma d-da...da 10 mesi- dissi asciugandomi le lacrime con le mani. I suoi occhi si sbarrarono, e le lacrime si buttarono, scorrendo limpide sulle sue guance.
-D-dieci m-mesi?- balbettò, con la voce sottile e roca. Mi affrettai di annuire.
-Come stai?- chiesi, cercando di realizzare quello che era successo.
-B-bene credo-
-Felix, hai rischiato tanto. Tra pochi minuti le infermiere avrebbero staccato...la spina.- dissi.
-D-davvero?- chiese.
-Sì, ma non preoccuparti perché ora sei qui e stai bene. Grazie a Dio- dissi. Finalmente il mio mandorlo era fiorito. La notizia bella dopo 10 mesi di inferno totale.
-Che giorno è oggi?- chiese
-14 ottobre- mi affrettai a rispondere. Lui indugiò sulle mie parole e poi sorrise.
-H-Hyunjin...ma quel pomeriggio- cominciò, guardando un punto indefinito in basso.
-Quando I.n mi ha sparato, cosa è successo dopo?-
-Avevo creato un diversivo e gli ho sparato. S-sono arrivato da te e sei svenuto. Ti ricordi?- lui annuì silenziosamente.
-Come hai fatto a svegliarti?- chiesi, non riuscivo a tenere a freno la lingua.
-M-mi hai parlato...e mi sono sforzato di aprire gli occhi-
-Quindi m-mi sentivi?- chiesi.
-Sì, ma non ricordo molto- disse, prendendo una pausa prima di continuare.
-Ho fatto un brutto sogno. Ho sognato che mi odiavi- disse, asciugandosi una lacrima cristallina.
Sorrisi.
-Non preoccuparti, non ti odio- anzi, ti amo. Mi allungai verso di lui e lo abbracciai, baciandogli la guancia.
Dopi qualche minuto le infermiere arrivarono, e quando notarono che Felix si era risvegliato tirarono un sospiro di sollievo, fecero le necessarie analisi per accertarsi che andava tutto a posto e nel tardo pomeriggio lo dimessero.
-Felix, fai attenzione- dissi, mentre lo sostenevo per un braccio facendolo camminare, lui si inciampò su i suoi stessi passi e lo presi per i fianchi prima che potesse cadere. Lo aiutai a sistemarsi, e poi feci passare un braccio per la vita, àncorando la mano al fianco, per aiutarlo. Lui sussultò, e le sue guance ripresero quel colore rosato che tanto mi piaceva vedere. Gli baciai la guancia, stringendolo a me. Lui fece un sorriso timido, guardando in basso e gli appoggiai la testa sulla spalla
-Andiamo a prendere una cioccolata calda? Tra un po' e Natale- dissi, sprizzando felicità da tutti i pori.
Raggiungemmo una caffetteria e ci sedemmo ad uno dei tavolini, aspettando la nostra cioccolata calda.
-Raccontami cosa è successo in questi mesi- chiese felice, con un sorriso bellissimo sulle sue labbra rosse. Mi soffermai a guardarle, incurvate all'insù con la loro forma curiosa. Rosse e setose come un petalo, mi veniva voglia di morderle per veder uscire una goccia di sangue, ed osservare il colore a confronto con le labbra.
-Ehm, non è successo tanto. Sono caduto in depressione psicotica, ho avuto le allucinazioni e crisi di panico. Mi mancavi e non ce la facevo...Ho tentato il suicidio due volte- dissi, con un tono pacato ma con il retrogusto di amarezza.
-Oh...-
-Non sei una persona qualunque per me. Sei l'unica che mi ha riportato veramente in vita- dissi con gli occhi bassi a guardare le mie dita appoggiate sul tavolo. E ora mi sentivo che stessi alterando l'atmosfera felice che si era creata attorno a noi; le cioccolate arrivarono, servite in delle tazze nere con panna e delle cannucce a strisce oblique rosse e bianche.
-Non preoccuparti, ora che ci sei qui tu non succederà niente di tutto questo- dissi sorridendo e guardandolo negli occhi. La sua espressione buffa mi fece ridere e poi presi delicatamente la sua mano e gli lasciai un bacio casto, guardandolo negli occhi per godermi appieno la sua espressione imbarazzata e sorpresa.
Bevemmo le nostre bevande, parlando del più e del meno e poi ritornammo a casa, al sicuro?
Chiusi la porta a chiave e mi voltai verso di lui, guardandolo e lui ricambiò. Mi avvicinai e gli cinsi i fianchi con le braccia, stringendolo in un abbraccio.
-Mi sei mancato- dissi, affondando la testa nell'incavo del suo collo.
-S-scusa- disse fievolmente e sorrisi, stringendolo di più. Rimanemmo stretti così per qualche minuto finché gli diedi un bacio sul collo e mi staccai.
-Felix ti devo dire una cosa-
-Cosa?-
-I tuoi genitori sono in prigione- dissi tutto d'un fiato.
-E-eh?-
-Lo so scusa, avrei dovuto chiedere il tuo consenso, ma non ce la facevo, e quando sono venuti a trovarti...Non ce la facevo. Gli ho denunciati e ora sono in prigione- mi spiegai senza guardarlo negli occhi per la paura.
-S-sono venuti a trovarmi?-
-S-sì-
-Tranquillo, c'ero io e non ti hanno fatto niente.- dissi, assicurandomi che stesse bene. Le lacrime fecero ingresso nei suoi occhi e affacciandosi alla rima cigliare, lui corse ad abbracciarmi.
-Grazie, grazie grazie.- Cosa? Pensavo fosse arrabbiato con me, anzi, doveva essere arrabbiato con me.
-Non sei arrabbiato?- chiesi, sciogliendo l'abbraccio e prendendolo per le spalle per guardarlo meglio; lui a disagio si affrettò a fare di no con la testa:
-No no, avevo paura a farlo io, quindi...grazie.- disse. Gli presi il viso tra le mani e dissi:
-Ehi, ora sei al sicuro- dissi e gli lasciai un bacetto sulla punta del naso. Lui sorrise, e quanto mi era mancato vederlo sorridere, come se portasse tutto l'infinito dell'universo negli occhi, la felicità che un suo sorriso poteva donarmi, era come una siringa di serotonina nel braccio, l'ormone che ci rende felici. E lui era una scorta vivente di serotonina, sempre pronto a donarmela involontariamente con solamente un sorriso, un abbraccio o semplicemente la sua vicinanza. Era la fonte di tutte le belle sensazioni che per mesi non avevo ricevuto, eh sì. Lo amavo.
Angolo Autrice
Oh ragazzuoli miei, questo capitolo credo lo abbiate aspettato un po' tutti. Un po' sdolcinato ma almeno il nostro ragazzo si è svegliato.
Non potete capire quando ho scoperto che gli Stray Kids vanno a Parigi a fine agosto, vi giuro che vorrei andarci ma non posso. Aiuto😭😭
Ieri ero a fare una passeggiata con la mia amica su una stradina vicino ad una fattoria. Vediamo un uovo dall'altra parte e cosa dico io?
-Lo prendiamo?- ho buttato dall'altra parte la borsetta (che se in caso mi avessero visto avevo una scusa) e con una rincorsa sono riuscita a scavalcare la staccionata (che era composta da fili di ferro spinati e fili elettrici, non da assi di legno orizzontali) e sono caduta dall'altra parte, sana e salva e con la caviglia dolorante. Nel frattempo la mia amica registrava tutto. Mi sono avvicinata all'uovo e go scoperto che era un ammasso di piume di oca. Ci sono rimasta malissimo. Per fortuna non c'era nessuno a guardarci o ci avrebbero denunciato😂
Aggiorno il prossimo weekend, bye<3
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Una Rosa Rossa - Hyunlix
Fanfiction(+18) Felix è un ragazzo fragile e intrappolato nei suoi traumi di bullismo, abuso, depressione e autolesionismo. La sua vita è sospesa su un filo invisibile, in un equilibrio precario. Può l'incontro inaspettato con Hyunjin salvargli la vita? #hyun...