54 - Fa male

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Hyunjin's POV

Ero rinchiuso in casa da settimane, non aprii neanche le tende per far filtrare un po' di luce. La luce mi ricordava Felix, e il modo in cui i suoi occhi splendevano.  

Anche il divano mi ricordava Felix, non perché lui era un divano ma perché la prima volta che l'avevamo fatto, lui mi era salito sulle gambe, su quel divano.

Il letto mi ricordava Felix: tutte le volte in cui l'avevo baciato, toccato e stretto a me, su quel fottuto letto. 

Tutto in quella casa mi ricordava lui, a volte riuscivo ancora a sentire il suo profumo tra i suoi vestiti nell'armadio, e mi doleva il cuore, palpitava di un dolore acuto, difficile da ignorare. 

Dormivo e a volte, mangiavo. Non riuscivo a stare sveglio più di tanto, perché pensavo solo a lui, al modo in cui aveva ricambiato l'ultimo abbraccio e l'attimo in cui mi aveva detto che non sarebbe più tornato. E più rivivevo quei ricordi, più diventavano sfocati, i dettagli si perdevano, ma le parole da lui pronunciate, quelle rimanevano incise a sangue. E allora dormivo, cercavo di fuggire a quel dolore, nonostante le lacrime affiorassero ogni volta che mi svegliavo e ricordavo il suo sorriso. 

Il suo sorriso.

Il campanello suonò svariate volte prima che decisi ad alzarmi dal letto a raggiungere la porta. Probabilmente era Minho, passava spesso per accertarsi che stessi bene e che non combinassi casini. 

Titubante, aprii la porta e, come pensato, Minho mi guardò sorridente, entrando in casa. 

-Buongiorno!- urlò scintillante.

-C-cosa c'è di così emozionante?- chiesi, con la voce roca e pungente.

-Niente di che, è solo Jisung.-

-E cosa ha fatto per renderti così felice?-

-Mi ha regalato un viaggio con lui a Parigi, la prossima primavera.-

-È-è fantastico...- sussurrai. Anche io dovevo andare a Parigi con Felix, glie l'avevo promesso...Una punta di nostalgia mi punse la gola.

-Dai, mettiamo un po' a posto. Aiutami.-

Lo aiutai a mettere a posto la mia stessa casa, piena di pacchetti di cibo istantaneo e Doritos in tutti gli angoli. Quando finì, guardò soddisfatto la casa, con un mezzo sorriso.

-Domani sarà una giornata migliore, fidati.-

Felix's POV

Ero pronto. Avevo impacchettato tutto nella mia valigia, sarei tornato. Era una dolce serata di luglio, il sole che stava tramontando, colorando le nuvole di sfumature arancioni e rosa e scaldando la pelle. Ero davanti a casa sua, casa di Hyunjin. Respirai piano. Salii gli scalini che portavano all'ingresso e con e dita tremanti, suonai il campanello. Aspettai una decina i secondi,  il cuore che batteva a mille. 

La porta si aprì e Hyunjin, alzò piano lo sguardo. Aveva gli occhi rossi e lucidi, segno che aveva pianto di recente e i capelli scompigliati un po' più lunghi del solito. Mi guardò intensamente per qualche secondo e, Dio, in quegli occhi io ci sarei sprofondato, avrei potuto affogare. Così profondi e scuri,  come se quel labirinto di sfumature potesse risucchiare chiunque da un momento all'altro. 

Il cuore picchiava nel petto e mi tremavano le mani, avevo il respiro corto, le gambe di gelatina e un'ansia indescrivibile.

-Sono tornato- sussurrai, senza distogliere lo sguardo dal suo. 

Neanche un attimo dopo, lui si avvicinò a me, lentamente, con un braccio mi circondò la vita, e con l'altro mi strinse la nuca, attirandomi verso di sé. Sentii il cuore correre, palpitare come se non ci fosse un domani, fremere per colpa sua. Affondò la testa tra i miei capelli e lo sentii piangere, stava piangendo.

Una Rosa Rossa - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora