2 - L'altalena

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Felix's POV

Ero nel parchetto dietro a casa mia, un posto tranquillo e isolato nella periferia della città. Da quando ero piccolo non avevo mai visto nessuno passare di qui. Era un'altalena nel bel mezzo di una radura di alberi, collegata a Seoul da un sentiero sterrato circondato da lampioni.

Ci venivo spesso quando ero agitato o nervoso, la natura mi aiutava a calmarmi, soprattutto quel venticello fresco che si scontrava contro le chiome degli alberi.
Ed ora ero lì ad analizzare correnti di pensieri che mi annebbiavano la mente...

Era stato tutta l'estate a torturarmi di pensieri negativi e difatti non ci ero andato tanto lontano. Ero quasi morto strozzato da un ragazzo che mi bullizzava dalla prima superiore, se non fosse stato per Hyunjin sarei davvero morto, forse sarebbe stato meglio. Insomma, chi mi vuole vivo dopo tutte le patologie che mi hanno diagnosticato. "Anoressia, autolesionismo, ansia sociale..." ormai ne avevo così tante che contarle era diventato quasi impossibile.

-Hey- una voce parlò dietro di me, mi girai di scatto e vidi Hyunjin in piedi. Aveva un cappotto beige indosso che gli avvolgeva il fisico e sotto un maglione nero con uno scalda-collo dello medesimo colore.

-E-ehy...c-che ci fai qui?-

-Facevo una passeggiata e tu?-

-Mi rilassavo- conclusi, lui camminò e si sedette sull'altalena vicino alla mia.

-N-non ho mai visto nessuno passare di qui, mi stavi stolkerando?-

-No, è solo che di solito ci vengo qui di mattina, non la sera come adesso- si girò e mi guardò, e sorrise l'attimo dopo; i suoi occhi saettarono al mio collo e tornò serio. Si alzò e si avvicinò alla mia altalena, passo dopo passo sentivo il mio cuore che andava più veloce. Si accucciò davanti a me e abbassò lo scaldacollo che avevo indosso. Ispezionò i segni neri che si erano scuriti e mi sfiorò la pelle con il dorso della mano, una scia di brividi mi percorse la spina dorsale -Senti dolore?- chiese

-Sento u-un leggero fastidio...-

-Cosa ti han detto i tuoi?-

-Oh, ehm...non glie l'ho detto-

-Perché?-

-L-loro sanno fare di peggio...- guardai in basso

I suoi occhi si sbarrarono e mi prese per mano alzandosi di scatto, la sua pelle era caldissima e arrossii di colpo. Cominciò a trascinarmi e andava anche veloce per le mie condizioni.

-D-dove stiamo andando?-

-A casa mia-

Mi fermai di colpo -Perché stiamo andando a casa tua?-

-Sta' zitto e cammina, non mordo mica-

Stetti buono e in silenzio, mentre il contatto con la sua pelle continuava a darmi scariche di adrenalina in tutto il corpo, camminammo per cinque minuti prima di fermarci davanti ad una villa enorme con le pareti nere e un abbondante giardino circondato da un cancello nero con le punte affilate. Lui sfilò la sua mano dalla mia e rabbrividii al contatto con l'aria fredda. Estrasse dalla tasca un paio di chiavi e aprì il cancello facendomi cenno di entrare. Fece la stessa azione con il portoncino d'ingresso.

-Q-questa è la tua c-casa?-

-Sissignore, aspettami pure qui-

Sparì in un corridoio alla destra e nel frattempo mi guardai attorno. Le pareti erano bianche neve, con un lampadario di cristalli che pendeva dal soffitto, a sinistra c'erano due divani di pelle nera con un tavolino di cristallo tra di essi e un televisore enorme, qualche metro dinnanzi a me c'era un tavolo rettangolare di cristallo e quattro sedei bianche di pelle. Era tutto così pulito e candido che sembrava quasi di essere nella casa del presidente coreano.

Una Rosa Rossa - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora