48 - Siria, grazie

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Felix's POV

Siria mi portò al suo appartamento in centro di Jeju-shi, in un palazzo lilla e con i davanzali adornati da fiori colorati. 

Prima di uscire dalla macchina, mi guardai allo specchietto: avevo gli occhi rossi e gonfi, le guance arrossate e anche il naso. Ero ridotto malissimo, e mi trovavo anche a Jeju. Sarei dovuto tornare a Seoul perché questa maledetta isola mi aveva donato un sacco di ricordi di cui avrei fatto a meno volentieri. 

Ma sarei tornato da lui? Lo avrei perdonato per come mi stava facendo ridurre?

Uscii dalla macchina, seguendo Siria verso le scale. Mi lasciai guidare e al terzo piano, si fermò, aprendo una porta di legno con il numero 143. Mi condusse in un appartamento minuto, con le pareti bianche e uno stile moderno ma creativo. 

Alla mia sinistra c'era una parete lunga, circa  qualche metro, con due finestre che illuminavano l'ambiente e un divano di pelle nera al centro della stanza. Sotto le finestre c'erano numerosi comodini e librerie che riempivano lo spazio insieme a delle piante grasse sparse qua e la in dei vasetti di ceramica marrone. Sulla parete incidentale a quella sinistra, c'era una cucina con le ante bianche e marroni, il piano cucina pulito e immacolato. Vicino alla cucina, una porta bianca che probabilmente portava alla camera da letto, e qualche metro più in la, un'altra porta semiaperta, che lasciava intravedere il bagno bianco. 

-È-è il tuo appartamento questo?- chiesi con un fil di voce.

-Sì, ci vengo qui durante le vacanze, dopo torno a Seoul- annuii, cercando di memorizzare l'ambiente e studiarlo con occhi curiosi.

-Ti va di dirmi cosa è successo, Felix?- mi invitò a sedermi sul divano.

Mi accomodai di fianco a lei e cominciai a spiegare con calma, cercando di respirare e non piangere. 

-È terribile...- commentò dispiaciuta. 

Una lacrima scivolò dalla mia guancia. 

-S-Siria, che faccio?- le chiesi, cominciando a piangere.

-Rimani da me per un po', finché non sarai pronto. Tra una settimana ho il volo di ritorno a Seoul, ti trasferisci da me per un po', ti va?-

-Non voglio causarti problemi...- piansi, mentre tiravo fuori dalla mia tasca i fazzoletti. 

-Vuoi tornare da lui?- mi chiese dolcemente.

-N-non lo so- piansi. 

Io lo amo, lo amo con ogni cellula del mio corpo, ma ora, dopo quello che mi ha fatto, come faccio ad essere sicuro che lui mi ami come ha detto?

-Beh, non preoccuparti, davvero, io ho piacere a stare con te, sono anni che non ci vediamo e voglio recuperarli- disse con un dolce sorriso stampato sulle labbra rossa.

A quell'affetto inaspettato, scoppiai a piangere più forte. Cos'era tutto quell'affetto? Faceva ancora più male quella maledetta cicatrice sul cuore, aperta e fresca, a perdere sangue da tutte le pareti. E colui che me l'aveva causata continuava a comparire nella mia mente, come se volessi soffrire così per qualcosa che non mi meritavo. 

La scena della sera prima, continuava a spuntare tra lampi della realtà, imponendomi un dolore che lancinava come aghi sulla pelle, pungendo e torturando il mio debole cuore, danneggiato dal passato insistente. 

Siria mi abbracciò, e mi lasciai cullare dalle sue braccia, cercai di immaginare che fosse Hyunjin, una cosa strana, ma che alla fine funzionò. Mi addormentai, provato dal pianto.

__

Quando mi svegliai, mi trovavo in una stanza dipinta di bianco, con qualche quadro moderno appeso qua e là, su un letto morbido e profumato. Le tende filtravano la luce che mi scaldava la guancia. Mi guardai intorno, alla ricerca di un orologio o qualcosa che potesse dirmi che ore fossero. Mi girai verso il comodino e guardai la sveglia digitale: 9:03

Avevo dormito un intero pomeriggio più la notte, e quando il dolore mi investì, mi balenò in mente il pensiero di continuare a dormire. Sentii l'impulso di piangere, non sentivo rumori e quindi Siria non era a casa. Nessuno me lo avrebbe impedito. 

Pensai a tutte le scene che mi ricordavo della sera precedente. Scene che, profumavano di un dolce dolore che mi avvolgeva nella sua fragranza floreale, le mie ombre che ritornavano e mi abbracciavano come vecchie amiche. 

Le ombre. Con i denti affilati e le mani affusolate, figure sfocate che si confondevano con l'oscurità in cui mi sembrava di sprofondare. Piansi, piansi così tanto che mi addormentai stremato, non mangiavo da quasi due giorni, non che mi interessasse. Anche se lo stomaco bruciava, mangiare era l'ultimo dei miei problemi.

Volevo solo morire, finire questa vita che mi aveva procurato nient'altro che false speranze, fantasie che si sarebbero avverate soltanto in quei bei romanzi che leggevo da adolescente. 

Volevo morire, di nuovo. Ero sul fondo, di nuovo. Non avevo pace con me stesso, di nuovo. Non facevo altro che provare dolore, di nuovo. Sta volta non è stato per mio padre o mia madre, per il bullo a scuola. È stato per quel maledetto ragazzo dagli occhi profondi e gli zigomi alti, le labbra carnose e succulente. È stata quella bellezza innaturale ad attirarmi nella trappola dell'amore, sono stati i suoi abbracci che donavano calore al cuore, sono stati i baci caldi e umidi, sono state le parole sussurrate nel bel mezzo della notte, sono state quelle dita affusolate che mi asciugavano le lacrime salate. È stato lui questa volta. 

E nonostante mi abbia fatto del male, mi manca da morire. Da morire. E il dolore non mi lascia via di scampo, come un sasso a cui sono legato che mi trascina verso fondali oscuri. So di non riuscire a risalire verso la luce di nuovo, da solo. Ho bisogno di lui, ma sono troppo egoista per ammetterlo a me stesso. E io lo amo, ma ho paura di cosa succederà se ritornerò da lui. 



Angolo Autrice

Ciao guys. 

Mi scuso se il capitolo è un po' corto, inoltre anche i prossimi capitoli saranno un po' più corti, circa 930 parole, quindi sì, scusate. 

Spero che ora siano tutti in vacanza e rilassati, scommetto che la scuola ci ha stressati un po' tutti... :/

Non ho niente da dire, quindi se volete parlarmi voi di qualcosa nei commenti, sarò felice di rispondervi :)

Come sempre, aggiorno il prossimo weekend.

143<3

Una Rosa Rossa - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora