12 - Fuga

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Felix's POV

Myung-Dae era lì, e ora aveva una bellissima ascia di metallo in mano, che rifletteva luce fioca della lampada. Avevo paura? Sì un sacco. Si era trascinato anche una mitra che aveva appoggiato per terra, mi voleva forse uccidere? Lui si avvicinò e mi prese il mento tra le dita, scrutandomi. Fece un ghigno divertito e io una smorfia disgustata.

-Sono qui sopra di noi- mi sussurrò. Sbarrai gli occhi. Hyunjin stava per arrivare. Dovevo vietarglielo prima che rischiasse la vita, urlando forse? Mi avrebbe sentito di sicuro. Lui riuscì a capire la situazione che si svolgeva nella mia testa, girò l'attrezzo e sbatté il manico sul mio cranio, catapultandomi in uno stato di semi-coscienza. Prese uno scotch nero e ne tagliò un pezzo con i denti, appiccicandolo senza delicatezza sulla mia bocca. Ora non potevo parlare, e alternavo momenti di veglia ad alcuni in cui non sentivo niente. La botta sulla testa mi aveva stordito. Pian piano ripresi la coscienza, puntai gli occhi alla botola. Volevo poter fare qualcosa di utile ma sapevo che qualunque mossa avrei fatto lui mi avrebbe ucciso senza esitare. La botola si aprì da fuori, mentre Myung era a qualche metro dalle scale pronto a sparare. Mi accigliai quando vidi che nessuno osava scendere, ma al posto di qualcuno scese piano un cannocchiale che qualcuno teneva dal piano superiore, Myung sparò dopo qualche secondo e il cannocchiale si frantumò in mille pezzi. Lui stava a cinque metri da me, ma la sua espressione era la stessa che avevo io: che cacchio stanno facendo?

Ad un certo punto, in un gesto quasi inaspettato, sentii dei ticchettii che lui non sembrò sentire, in un microsecondo una mini-granata venne buttata dalle scale nella direzione di Myung ed esplose in un secondo. Schizzi di sangue mi arrivarono in faccia e mi fecero gelare le vene. Chiusi gli occhi per proteggermi dall'impatto. Un pezzo di ferro mi si ficcò in pancia e soffocai un gemito di dolore, proprio nella ferita di prima. La fitta di dolore si espanse quando altre schegge si incastrarono sotto la pelle. Una nuvola di polvere mi spinse a ridurre gli occhi in una fessura, mentre la ferita ricominciava a sanguinare come una dannata.

Sentii degli urli strozzati di Myung e cominciò a sparare verso la direzione della botola. I proiettili finirono nel giro di dieci secondi, e per la polvere che si era alzata non trovò più le cariche che aveva appoggiato sul pavimento,  grugnì dalla disperazione. Il sangue continuava a scendere e sentii la debolezza nelle braccia. Dovevo reggere, tra poco sarei uscito da qui. Myung era spacciato. Dalla botola provennero degli spari e riuscii a sentire chiaramente l'impatto dei proiettili contro il suo corpo, wow...

La polvere si abbassò e riuscii a guardare il tutto. Il corpo di Myung era disteso per terra, in un lago di sangue, mentre tossiva. Poi guardai il mio stomaco. Il liquido rosso trapassava i vestiti, scivolando lentamente verso il basso. Sarei...sopravvissuto? Le lacrime fecero capolino dai miei occhi, e il labbro tremò. Non avevo via di fuga. Non ce l'avrei fatta ad arrivare fino all'ospedale. Sarei morto. Dei passi veloci scesero dalle scale, era Hyunjin, con i capelli chiari raccolti in un codino. Mi guardò spaventato e fiumi di lacrime scesero dalle mie guance. Mi strappò lo scotch dalla bocca e mi guardò.

-Hyunjin...- sussurrai guardandolo negli occhi. I suoi occhi si fecero lucidi. La forza venne meno e mi accasciai sulla sedia. Il pezzo di ferro era ancora ben saldo contro la mia carne, lanciando scariche di dolore. Lui slegò le corde con velocità lampo e mi  prese in braccio facendo passare un braccio sotto la mia schiena e uno sotto il ginocchio. Mi rannicchiai a lui, anche se sentivo un dolore cane. Mi aggrappai al suo collo e in un minuto eravamo già in macchina. Le palpebre si stavano facendo pesanti, però Hyunjin mi teneva la mano.

-Non addormentarti , ti prego Felix- mi implorava. La sua mano era calda, e io mi sentivo un ghiacciolo, anche il calore del sangue stava svanendo. Hyunjin mi mise una coperta sulle spalle e mi scaldai. Le lacrime continuavano a scendere silenziosamente, mentre non sapevo cosa fare. Lottavo per stare sveglio, ed era la prima volta che non volevo morire di fronte ad una situazione così pericolosa. 

-Hyunjin, t-ti voglio bene. N-non lasciarmi- sussurrai. Lui mi guardò e una lacrima scese sulla sua guancia. Era sconvolto, mi strinse la mano. 

-Tu devi vivere, sei forte.- disse calcando le ultime parole. Scossi la testa, non lo ero mai stato, ed esserlo ora era alquanto inutile. Stavo per cedere, volevo riposarmi un po', mi era calata una stanchezza imparagonabile sul corpo, mentre la ferita continuava a sanguinare. Hyunjin si sporse verso di me e incastrò la testa nell'incavo del mio collo e appoggiò una mano sul fianco, cominciò a piangere mentre le sue lacrime scivolavano dolci sul mio collo. Appoggiai una mano sulla sua schiena, ricambiando l'abbraccio. Era disperato, ero disperato. Era la prima volta che lo sentivo piangere, e non riuscivo a sostenerlo, era un peso troppo difficile da sopportare. 

Lui si calmò e si avvicinò al mio orecchio, sentivo il suo respiro infrangersi sulla mia pelle.

-Se mi lasci, non te lo perdono- mi vennero i brividi ovunque. Come faceva a cambiare atteggiamento da un secondo all'altro?! L'adrenalina mi avrebbe permesso di restare sveglio ancora per un po'. Artigliò il mio fianco e spinse l'altra mano alla base della schiena. 

-H-hyunjin, i-io- cercai di parlare, ma la voce mi si strozzò quando fece passare la sua lingua dalla base del mio collo fino al lobo. Mi accasciai al sedile in preda al panico mentre continuò quella lenta tortura. Cominciò a baciarmi il collo in modo lascivo, mi sentivo bruciare le guance e affondò la mano nel mio fianco. 

Arrivammo all'ospedale, Hyunjin mi prese in braccio come prima e mi portò dentro, mi portarono subito in sala operatoria, l'ansia mi prosciugava le ossa. Cominciarono ad iniettarmi l'anestesia, le palpebre si fecero pesanti. Hyunjin mi guardava con compassione, stringendomi la mano. Si avvicinò e mi sussurrò: 

-Sei forte- 

Mi addormentai, un sonno profondo e tranquillo...



Hyunjin's POV

Ero fuori dalla sala operatoria, con le mani trai i capelli. I dottori avevano detto che avrebbero fatto tutto il possibile per salvarlo, che la ferita purtroppo era profonda e aveva danneggiato lo stomaco. L'intervento avrebbe potuto donare o togliere la sua vita, e stavo letteralmente mettendo tutta la mia fiducia in dei dottori. Era notte fonda, le 2:35 di notte e non riuscivo a dormire, anzi, non volevo dormire. Era tutta colpa mia che Myung l'avesse rapito. Io lo sapevo che era fuori dalla prigione ma ho comunque lasciato andare Felix a scuola. Sono stato uno stronzo. Un egoista. Pensavo che lui volesse cercare me, uccidere me, ma cazzo. Se avessi permesso a Felix di stare a casa non sarebbe successo tutto questo, avrei ucciso Myung senza metterci Felix in mezzo, ed ora per colpa mia era a lottare contro la morte in una sala operatoria a qualche metro da me. Se fosse morto, non me lo sarei perdonato.

Sentii dei passi provenire dal corridoio e girai la testa quanto bastava per vedere chi era. Non mi sorpresi: Jeongin. Lui si sedette di fianco a me e lo guardai per qualche secondo. Aveva una finta espressione preoccupata. Ero abbastanza sicuro che lui preferiva la morte di Felix. Affilai gli occhi e ripresi la mia posizione di prima. Mani nei capelli e busto spostato in avanti con i gomiti che puntellavano le cosce. Lui - come al solito - appoggiò la testa sulla mia spalla e serrai la mandibola. Dopo qualche minuto in quella posizione cominciai a rilassarmi, permettendogli almeno quel contato tra di noi. 

Lui si alzò e disse:

-Vuoi un caffè?- annuii, ormai Felix era dentro da quasi otto ore. L'ansia aveva preso il sopravvento tra tutte le emozioni. Lui si allontanò in cerca di un distributore e sparì dopo aver svoltato a destra. La porta si aprì e scattai subito in piedi. Un dottore uscì e si abbassò la mascherina dopo aver chiuso la porta. Mi rivolse uno sguardo neutrale e si fece avanti. Non riuscivo a decifrare il suo volto. Neanche una micro-espressione che potesse rivelarmi come era andato l'intervento. 

-Buonasera, com'è andato l'intervento?- chiesi in preda al panico. Lui mi guardò e chiese

-Chi è lei? È un parente di Lee Felix?- 

-Sono un suo amico stretto-

-Ah, certo...-

-È andato tutto bene?- chiesi titubante. Non sembrava volermi dare una risposta...

-Felix...-



Angolo Autrice

Ecco qua! Finalmente ce l'ho fatta, secondo voi come è andato? Cosa ne pensate? 

Una Rosa Rossa - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora