Capitolo 2

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-ho visto che hai fatto pace con Steve...-
-sembrava anche ora. Non te lo perdono.-
-l'ho fatto per una buona motivazione.-

-fanculo.-

-fanculo.-

Ci fu un momento di silenzio.

-sei così odiosa.-
-già me lo sento dire, di certo tu non cambi la situazione Wilson.-

-cosa?- domandò avvicinandosi. - chi è che ti dice che sei odiosa scusa?-

-sei tossico forte. Sono affari miei. -

Sbuffò facendo avanti e indietro senza fermarsi per poi mettersi braccia conserte difronte a me.

-sei così fastidiosa ragazzina.- disse guardandomi negli occhi per poi andarsene.

Alzai gli occhi al cielo.

3 p.m

L'uscita era difronte a me e non volevo andarmene, per un po' pensai che la scuola fosse così bella.

Deglutii quando vidi la macchina bianca parcheggiata davanti al cancello della scuola.

Con passo titubante la raggiunsi ed entrai nella macchina non dando cenno alla persona che era di fianco a me.

Gli unici occhi che mi paralizzarono erano di quel ragazzo che qualche ora prima mi aveva detto che fossi odiosa e fastidiosa. Mi stavano analizzando pieni di curiosità.

Ma solo quando partii mi resi conto che forse avevo bisogno di lui.

-come al solito non saluti.-

Non risposi.

-almeno degnati di rispondere e non fare come tua madre.-

Nulla. Guardavo la scia del paesaggio fuggire con la mia rabbia ribollire alle stelle.

-ragazzina pensi che a me faccia piacere averti per i piedi?- domandò afferrandomi per la felpa.-
- sono obbligato perché non riesco a mantenervi entrambe altrimenti ti avrei già sbattuta fuori casa.-

-oh sai che bello, preferisco dormire su una panchina che sul fottuto letto dove ti droghi!- urlai.

Di risposta uno schiaffo. Bello forte.

Cazzo come avrei coperto il livido? L'unica parte da evitare.

Mamma non sapeva che subivo le stesse cose. Non ne dovevo fare parola altrimenti le avrei provocato ulteriori dispiaceri e già aveva sofferto tanto.

-è questo l'apprezzamento che fai.-

-sei sicuro di essere mio padre?-
-purtroppo si.-
-che cazzo ti sei incimentato a fare nel creare una famiglia?-

-tua mamma non è male di fisico-

Dio mio.
Strinsi i pugni e i denti.
Non ci vidi più.

Scavalcai il sedile fermando la macchina è gli tirai un pugno in faccia.

-mi fai schifo!- urlai.

Riuscii a scendere dalla macchina prendendo lo zaino e corsi sotto la pioggia, non sapendo quale meta scegliere.

Piansi con il cappuccio sulla testa cercando di reprimere le lacrime. E di nuovo. La scia mi tradì.

-e cazzo però...Walker...- finì sconcertato.

Lo guardai di sfuggita rimanendo il cappuccio tre volte più grande sulla mia testa e ripresi a correre.

-Walker! Fermati cazzo, dove vai?!-

I suoi passi erano dietro di me, mi seguivano e io volevo solo non averlo incontrato in quel momento.

La sua mano afferrò il mio braccio possentemente e io mi sentivo impaurita ad un solo tocco.

-lasciami...- dissi con la voce spezzata.
-per favore...che hai?-
-è inutile che ti preoccupi per me. Ci odiamo e deve rimanere così.- mormorai mollando la presa e riprendendo a correre.

Arrivai ad un parco nelle vicinanze. Non c'era nessuno e la pioggia sembrava calmarsi. Sentii dei passi affondare nelle piccole pozzanghere creatasi per via della pioggia.

-Ashley... - mormorò una voce.

Alzai gli occhi la cielo. Non era possibile, non lui.

-Steve...-
-che ti è successo?-
-oh...nulla...- abbassai lo sguardo.

Il ragazzo difronte a me si abbassò inginocchiandosi dove ero seduta e afferrò il mento per avere un contatto visivo.

-per favore rispondimi.-

Lo guardai. Era così dolce e puro...non poteva preoccuparsi per un'odiosa e fastidiosa ragazzina.

Le lacrime iniziarono a scendere e piansi molto.

La sua mano delicata contornò la mia guancia e con il pollice asciugò la lacrima che stava scendendo. Poi delicatamente mi avvolse in un abbraccio accarezzando il cappuccio e la mia schiena.

-shhh va tutto bene...sei con me adesso.-





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