Capitolo 39

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-dai Ash, non credo sia come pensa Remus...sarà solo una coincidenza, forse un tuo amico di infanzia di cui non ti ricordi...infondo avevi due anni in questa foto.- disse Sam nella cucina dove eravamo solo noi due mentre analizzava la foto. - in effetti gli assomiglia un sacco...- farfugliò aumentando la mia ansia che giocava allegramente nel mio stomaco senza sosta.

La mezza rossa(sì, andò qualche giorno fa a farsi le punte ramate per campeggiare il suo impeto di essere una ragazza ribelle e tempestosa) mise le mani giunte scusandosi ripetutamente in panico mentre mi vide sedere come una pera cotta sulla sedia.

-credo di non sentirmi bene...-
-vai a fare compagnia a Tom-

La fulminai con lo sguardo, gesto che la indusse ad indietreggiare velocemente per evitare che mi iniziasse un qualsiasi tic nervoso, anche perché a quello ci pensavano  già i ragazzi che erano mezzi addormentati sui divani e poltrone del salotto e, nonostante i cugini Smith avessero addirittura la bocca aperta per il sonno profondo, continuarono a scattare dandosi calci e pugni a non finire. Non potei che sospirare come mi arrangiavo sempre. Che dire, mio nuovo passatempo.

-Ash, perché non ti riposi? Non hai affatto una buona cera.-

-Sam ti ringrazio, ma devo almeno finire di preparare qualcosa per la vigilia, manca poco e poi non ci riesco proprio con tutti i pensieri che mi frullano per la testa...-

Sam esasperata si mise a braccia conserte e come di suo solito esploicitò la sua ribellione per chi contrastasse le sue idee. Così mi prese un braccio delicatamente facendomi alzare dalla sedia. Mi sorrise fiduciosa.

-ci penso io, tu almeno provaci.-

Feci spallucce e annuii con un sorriso dirigendomi verso la mia stanza, un po' vuota e fredda senza un motivo. Notai solo in quel momento che il mio quaderno dove scrivevo i miei scleri, era sulla scrivania e no nel cassetto e per giunta anche una foto di me per terra. Ero talmente frastornata che analizzai quei dettagli dopo molto tempo. Raccolsi la foto e alzai un sopracciglio notando che dietro ci fosse un indirizzo. Sgranai gli occhi rendendomi conto che fosse lo stesso posto in cui ero con quel malato.
Tom aveva trovato il luogo grazie a quell'indirizzo e aveva frugato fra la mia roba. Quest'ultima cosa non era assolutamente giustificabile, tanto che mi sentii la rabbia scoppiare dentro. L'unica cosa che non doveva fare in mia assenza, era quella di essere un ficcanaso nelle mie cose personali e anche nella mia vita in generale. Ci odiavamo e così doveva rimanere, non c'era bisogno di essere così protettivo.
Mi stava rendendo così confusa che non capivo nemmeno me stessa.
Mi stesi sul letto fissando un punto a caso del soffitto e piano piano approfittai della calma e della comodità che mi fecero chiudere lentamente gli occhi.

***
Sam di sua spontanea volontà, con un sorriso ampio di tipo quando si guadagnano dei soldi senza fare nulla(come certi soggetti nella nostra odierna società,colpo di tosse) si impegnò a fare qualcosa che fosse di decenza, sia alla vista e al sapore, ma soprattutto che facesse scalpore sulla tavola. Sam amava un sacco cucinare e infatti continuò impastando un mucchio di pasta frolla formando biscotti a forma di tema natalizio. Per giunta rise molto quando vide una renna, anzi più di una e lo fece ancor più di gusto quando Simon sbadigliando fortemente notò con la coda dell'occhio l'opera che stesse elaborando la ragazza.

-oddio, delle renne! Che belle!-
-per forza, il tuo gruppo è di questa specie...- mormorò continuando ad impastare ma si tappò la bocca rendendosi conto di ciò che avesse appena proferito. Simon fece spallucce bevendo un po' di acqua con la faccia impastata di sonno.

-sai Sam, non mi offendo visto che ci sono abituato, almeno io, ma questo tienilo per te davanti a Peter e soprattutto a Ian che quest'ultimo è talmente vulnerabile da non accettare di metterlo in culo ai ragazzi- Sam rimase esterreffata e lasciò andare l'impasto tul tavolo quasi sull'orlo dello sclero ma si trattenne, mentre il ragazzo sputò l'acqua metabolizzando ciò che avesse detto. Divenne rosso in viso. - sai che sono ironico...lui è etero.-

-oh sì sì, certo...ti pare che ci caschi così?- disse ironica la ragazza infornando e biscotti. Simon tirò un sospiro di sollievo.

-io torno a dormire-

Come se a Sam fregasse qualcosa, ma annuì debolmente con un finto sorriso che Simon capì all'istante rattristendosi.

-lo so che vi sto antipatico, ma almeno evitate di fare questi sorrisi fasulli-
-hai ragione, eviteremo.-

-cazzo!- urlò piano Joe mentre si rialzò dopo essere inciampato nel vuoto. - Sam...-

-dormito bene?-
-in realtà ho chiuso gli occhi solo per cinque minuti, oggi non riesco proprio, ho il pensiero di Tom all'ospedale-

La ragazza gli diede poca importanza e si mise a sedere a braccia conserte fiera di ciò che avesse fatto. Joe sorrise debolmente e appoggiò la mano vicino alla guancia osservandola per qualche istante. Le sue scocche rosse si accentuarono visibilmente e sgranò gli occhi toccandosi la fronte, controllando di non avere la febbre. Infatti non ce l'aveva, era solo leggermente in surriscaldamento mentre fissava Sam ormai addormentata sul tavolo. Rimase lì, in mezzo a quel silenzio, godendosi appieno la figura della ragazza difronte a sé. I lineamenti delicati e alcuni capelli davanti al volto che snervarono ulteriormente Joseph, tanto che lentamente le spostò dietro all'orecchio per far sì che la sua luce sul volto potesse splendere ampiamente. Passarono dei minuti e Joe rimase lì senza farsi problemi e a chiedersi il perché non si fosse mosso e aver provato a dormire di nuovo. Si alzò, avvicinandosi ed inginocchiandosi per osservarla meglio, ma scattarono entrambi solo dopo altre ennesime urla. Si sperava non fossero i cugini Smith. Per fortuna non erano loro, che continuarono a dormire con la bocca aperta dandosi lo stesso pugni infiniti.

-Anne ma perché ti comporti così adesso?!- blaterò Michael fiondandosi avanti.

-hai detto che i One Direction sono solo degli stupidi ragazzi che hanno ammaliato una marea di ragazzine per la loro bellezza!-

Scese Ashley freneticamente per le scale.

-COME SCUSA?!-

-LE LORO CANZONI HANNO UN GRANDISSIMO SIGNIFICATO BRUTTO RITARDATO CHE SI TROVA PER TERRA OGNI SUE PER TRE!- sbraitò la ragazza dai capelli neri.

-non è vero che cado per terra sempre...-
Michael sospirò esasperato ed inciampò senza accorgersi che Belle si era piazzata avanti appena sentì delle urla. La cagnolina più intelligentemente si spostò e corse verso la padrona che se ne andò di nuovo di sopra con la faccia piena di sonno e Michael cadde.

Anne e Joseph:💀💀💀

Joe alzò le sopracciglia alzandosi dalla posizione che aveva assunto prima che quel riccioluto potesse interrompere la situazione di calma che sovrasta a la casa. - e menomale che non cadevi sempre per terra.- esclamarono i ragazzi all'unisono.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora