Capitolo 6

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Un'altra giornata di scuola passò e sembrava essere andata per il verso giusto.

Arrivai nel mio quartiere e la scena che mi si presentò mi lasciò senza parole.

Anche qui.

-ciao tesoro, com'è andata in questi giorni?- domandò felice mia mamma da lontano mentre mi avvicinavo con il fastidio addosso.

Abbozzai un sorriso molto fiducioso.

-tutto bene mamma-

Wilson mi guardò con le braccia conserte appoggiato al bordo della porta facendomi sentire a disagio.

-ho conosciuto Tom ieri, l'ho inviato a pranzo...per te va bene? Siete grandi amici da quanto mi dice-

Spalancai gli occhi mentre lui tratteneva una risata coprendosi la bocca in un pugno.

-mamma lo sai che per me va bene, non possiamo mica cacciarlo.- risposi esasperata.

-ciao Ashley!- urlò una voce.

AIUTO.

Mi girai.

Il mio cuore non si fermava metabolizzando la figura davanti a me.

Wilson smise di sorridere guardando verso il basso nel vuoto.

-ciao Steve!-

-Steve?! Eccoti allora!-

No mamma per favore. No, no no no.
Mi misi due mani in faccia per l'imbarazzo.

-mi parla sempre di te! Perché non ti unisci a pranzo anche tu?-
-oh signora...non vorrei dare disturbo...-
-chiamami Kally, comunque nessun disturbo, c'è anche Tom.-

-ah Tom mica ti avevo visto. Va bene accetto.-

La faccia del biondo cambiò completamente rendendomi dubbiosa, ma il pensiero di Steve a pranzo da me mi fece esaltare.

Il silenzio regnava nonostante qualche parola buttata per comunicare un po'.

Avevo notato che mamma era così felice e sorridente e vederla stare bene non potè che guarire le mie ferite accumulate negli ultimi due giorni.

Wilson sembrava apprezzare tutto ciò che stava vivendo in quel preciso momento, come se si sentisse a casa e la questione mi rese piuttosto strana.

Forse non era odioso come pensavo.

Andiamo Ash, sta solo conservando i suoi pensieri da stronzo mentre fa il santarellino.

Invece Steve sembrava perso nei suoi pensieri. Il piccolo litigio di ieri mi aveva rattristato molto però infondono aveva ragione avrei dovuto dirgli un giorno quello che mi stava succedendo.

Guardai l'orologio insieme alla tavola ormai sparecchiata.

Erano le 14,30,tra mezz'ora sarei dovuta andare al lavoro.

Feci un piccolo verso di tosse attirando l'attenzione delle tre persone presenti nella stanza.

-mamma...io dovrei andare...-
Le feci uno sguardo di rimando per non far capire ai due ragazzi che sarei dovuta andare al bar.
Infatti li osservò velocemente e mi guardò fiduciosa.

-va bene, salutami le ragazze-

Le sorrisi.

-ti posso accompagnare? - domandò Steve.

Sicuramente voleva risolvere il disguido.

-sì dai mi unisco anche io.- continuò il biondino alzandosi di fianco al riccio.

Guastafeste.

- e ok...dovrei andare al bar vicino scuola che studio con le ragazze lì.-

Loro annuirono e il disagio che regnava nel lungo andare del percorso era davvero imbarazzante.

Mi sentii prendere un braccio fortemente ed essere spinta verso un corpo.

Speravo il suo, ma invece no.

Il destino non mi voleva bene.

Una moto passò ad alta velocità e se non fosse stato per Wilson mi sarei fatta male o peggio.

Si era reso utile almeno una volta.

Steve ci guardò alternativamente per poi continuare a camminare più avanti.

-Steve aspetta...- dissi, ma mi incontrai con gli occhi azzurri del biondo.

Deglutii.

In un certo senso erano così belli, come se mi proteggessero.

Mi lasciò andare e una sensazione strana di vuoto mi si propagò per tutto il corpo.

-siamo arrivati. Le ragazze dove sono?- chiese il riccio guardando altrove.

Momento di panico.

-sicuramente saranno in ritardo, tu entra che fa freddo ragazzina. Noi andiamo.-
-ragazzina?! Ancora?! Sei stronzo forte.-

-lo so. Qualità che piace a tutte le ragazze- continuò fiero.

-a me no. Levami dalla lista.-

-peccato, le cose speciali si riservano per ultime e tu sei in fondo.- disse avvicinandosi a me.

-peccato che le cose più fastidiose si fanno per prima, tu sei in cima alla lista e ancora non te ne vai-
risposi allontanandolo.

-le cose speciali credo che debbamo essere prese fin dall'inizio ed è un peccato perderle...- disse improvvisamente il riccio.

Mi guardò e io diventa rossa in viso.

-comunque se avete finito, io sono qua eh.- intervenne infastidito il riccio.

-scusaci Steve. Colpa sua e del suo narcisismo del cazzo-
-io??! Colpa tua e della tua presunzione nel non arrenderti al rispondermi.-

-secondo te mi faccio zittire da un soggetto del genere?!- borbottai indivandolo dalla testa ai piedi.

-dovresti avere paura Walker ne sarei capace. Davvero.-

-sto tremando.- dissi ironica.

-adesso dovrebbero mandarsi a quel paese- mormorò tra se Steve guardando l'orologio.

-ma vaffanculo non ti stai zitta un secondo.-
-vaffanculo che non ti levi dai coglioni che ho da fare.-

-ecco, dovrei giocare alla lotteria un giorno di questi. Ciao Ash.-
-oh ciao Steve grazie per la compagnia-

-più bella della tua-

-ANDIAMO VIA- Urlò Steve trasconandolo mentre ero in preda dal nervosismo.

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