Capitolo 46

5 1 22
                                    

🚨 New entry🚨

Le vacanze di Natale passarono in fretta.

Troppo in fretta per i miei gusti. Wilson è rimasto a casa per tutto quell'arco di tempo a comportarsi in modo davvero strano e per giunta occultava la sua frustrazione di non avere la famiglia vicino, ma ovviamente non mi incimentavo ad insistere poiché era una causa persa.

Per quanto riguarda Rick...beh...faceva palesemente una corte spietata a Kelly, un'altra volta che si sarebbe presentato a casa nostra e lo avrei disseminato nelle terre più disperse e profonde di San Francisco. Lungete da me, non è perché io non voglia che mia mamma abbia una sana e prosperosa storia d'amore, ma non volevo avere per casa la copia di Tom Wilson. Ma alla fine, stavo sprecando il mio tempo anche a riflettere su questo punto di vista, mamma era ormai andata e io, come di mia insaputa non potevo che accettarlo, fatti suoi, vita sua,io ci rinuncio completamente.

Quelle mie riflessioni mi avrebbero uccisa un giorno di queste, mi scontrai con un ragazzo dai capelli castano chiaro e mossi, due occhi verdi, ma non di quel colore sgargiante di cui ho un forte trauma, ma quasi ad un prato appassito, dall'aria spenta e annoiata. La sua figura alta sovrastava la mia e si sfregò il braccio nel suo largo giubbotto. Rivolse lo sguardo verso di me e alzò le sopracciglia con un sorriso debole e sorpreso.

-Ash?-
-che cazzo ci fai qua tu?!- urlai abbracciandolo.

Si strinse nelle spalle e guardò attorno. -ritorno a casa, il college mi ha accettato il permesso.

-e tuo fratello?-

Nemmeno dirlo che giunse con passo spedito e accigliato. I suoi capelli di mezza lunghezza neri mossi si adattavano un sacco alla sua forma del viso. I suoi occhi color cioccolato mi fissarono dopo aver sbraitato con il fratello.

-Themothèe, ma che cazzo!-
-ASH- si fiondò abbracciandomi forte. -mia cara Ash, stai imparando dal sottoscritto, saltando scuola? Brava!- finì sfregandomi i capelli con la mano. Timmy con disgusto gliela tolse dandogli un leggero pugno sulla spalla.

-Sirius, per tua informazione sono le 7,55 e dovrei entrare...-
-oh...- Mi fissò a braccia conserte accigliato. - non fare l'infame a dire a nostra sorella Anne che siamo giunti in un lungo e perfido viaggio solo per lei-

-e come la fai lunga per dio!-
-tu devi solo tacere Timmy-
-ma vaffanculo-
-ci siamo alzati simpatici stamattina.-
-più di te sicuro-finì sorridendo.

-se avete finito fratelli Addams, io dovrei entrare...- proseguii ma uno dei due fratelli mi prese per un braccio. Capii subito di chi si trattasse per la stretta dolce e delicata, cosa assente nel vocabolario di Sirius, potevi essere anche un piccolo cucciolo di Labrador, la stretta era peggio di quella di un cobra. Mi girai lentamente, non appena ebbi gli occhi di Timmy su di me, mentre tremavano con il desiderio di dirmi qualcosa. Inarcò un sopracciglio e si morse il labbro inferiore, come se fosse agitato e dopo qualche secondo decise a parlare.

-con Wilson come va?- mi. chiese con voce dura.

-oh andiamo! Ma che cazzo!- urlò l'altro fratello scansando la presa di Timmy su di me. -si parla sempre di lui? Ash sa cavarsela da sola e poi cosa...-

Feci un mezzo sorriso interrompendolo.

-forse meglio di quando c'eravate voi-

Mi guardarono sbigottiti, guardandosi senza parole, il vento scompogliava I loro capelli compresi i miei e rivolsero lo sguardo sospettoso su di me.

-non è che...-azzardò Sirius avvicinandosi.
Gli diedi una piccola spinta per allontanarlo, ma fu breve siccome mi sentii prendere in braccio e trovarmi a testa in giù. Quei luridi jeans firmati da quattro soldi, quel profumo di tabacco appena fumato e i capelli color miele, fottuto Wilson. I pugni sulla schiena non bastarono per fermarlo, anzi sembrava godere.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora