Capitolo 28

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-certo sei bizzarra, perché verde?!-
-io non vedo la vita in bianco e nero come te!-

Sbuffò.

-io non dico che il guinzaglio debba essere nero, ma verde no.-
-ma è bellissimo!-
-no, guarda, c'è il rosa, il viola, il lilla...-

Lo guardai con un sopracciglio inarcato.

-che c'è?!-
-stai indicando solo colori femminili, perché il verde o il rosso non vanno bene?!-

-ah il rosso è carino, va bene-

Sospirai esasperata.
-senti, posso andare a prendere io le tutine?- domandò esaltato con la faccia da cucciolo.

Risi, era troppo tenero e tutta la rabbia mi sparì, quindi annuii solamente.

Nel frattempo presi il cibo e le altre cose fino ad arrivare alla cassa, dove ovviamente Wilson ancora non si faceva vivo.

-dannazione!- urlò mentre gli caddero tre tutine.
-ma, quante cose hai preso?!-

-deve avere stile o no? Ho preso dei cappellini, delle piccole felpe con il cappuccio, i calzini, le scarpe...-

-i calzini?!-

-si! Senza discussioni! Le scarpette quanto sono belline!-

Mi misi una mano sulla fronte disperata.

-manco fosse tua figlia!-

-nostra, ti correggo e...- alzò l'indice per affermare la sua teoria. - i cuccioli sono come dei bambini, posso anche prenderle...oddio! La cuccia per quando viene a casa mia!- esclamò correndo via per poi tornare di nuovo con me bloccata nel realizzare ciò che stava succedendo.

-sono 45 dollari in tutto- il sorriso della cassiera uscì dal volto tra poco. Presi la mia metà e gliela diedi e così anche Tom.

-abbiamo speso più soldi per i vestiti che per il resto!-

-il taglia unghie lo hai preso?-

Avevamo speso 45 dollari e il suo pensiero era se avessi preso il taglia unghie?!

-no.-

Apriti cielo.

Disgrazia.

Rientrò dentro infuriato. Poi mi raggiunse.

La mia pazienza buttata nel cesso.

-con che gliele tagli le unghiette con il tosa erba?-

-vuoi vedere cosa ti taglio io con il tosa erba se non la pianti?-

Si allontanò. Mentre io ghignai avvicinandomi.

-cos'è? Hai bisogno del bagno di nuovo?-

Lui deglutii per poi sorridere maliziosamente.
Stavolta ero io quella ad indietreggiare e mi trovai incollata al muro di nuovo.

-vuoi vedere come ti mando io in bagno?-

-usi la stessa psicologia Wilson? No perché non funziona.-

Il suo volto si avvicinò man mano e la cosa non mi dispiaceva, per un momento amai quell'istante in cui i nostri respiri si stavano unendo e i suoi occhi luminosi e sinceri.

-ragazzi?-

Ci girammo allontanandoci. Deglutii, non lui per favore.

-ciao Steve...- salutai imbarazzata.

-c-cosa fai con lui?- chiese quasi malinconico.

Guardai le buste e Tom per i fatti suoi con il telefono.
-abbiamo fatto spesa per una cagnolina trovata per strada, sai era un peccato rimanerla da sola e...- avanzò qualche passo con lo sguardo fisso.

-non c'è bisogno di dirmi tutti i dettagli, buona serata.-

Rimasi immobile a fissare il vuoto per poi abbassare lo sguardo. Wilson si avvicinò non sapendo cosa fare.

-penso che dobbiate parlare, almeno per tenere l'amicizia se non vuole altro.-

-grazie di avermelo ricordato!- dissi infuriata aumentando il passo con lui dietro ancor più infastidito. Mi afferrò per un braccio e mi girò verso di lui.

-non è colpa mia se è così stronzo.-
-come se tu non lo fossi!-

-con te no-

Cercai di girarmi ma lui mi bloccò.
Mi guardò fisso per poi appoggiare le sue mani sulle mie guance e baciarmi.

LE buste caddero a terra. Ad entrambi.

Lui mi baciò. Mi stava baciando.
Lui. A me.

No, Ashley, hai una dignità.

Mi scansai. Lui deglutì e si allontanò di scatto.

-non so perché io lo abbia fatto.- disse raccogliendo le buste velocemente e ancor più nervoso. -è stato un errore. Un errore che non dovevo commettere-

Lo odiavo, forse, ma quelle parole mi ferirono lo stesso. Non dovevo fidarmi del primo ragazzo che cercava di aiutarmi, perché lo faceva per pena. Certamente.

Perché ci stavo così male? I miei occhi bruciavano e deglutii più forte per trattenere le lacrime affinché non uscissero.

Presi le buste e avanzai qualche passo con lui affianco in totale silenzio.

-dimentichiamo questa sera. Dimentica del bacio, dimentica tutto ok? È stato un errore, hai ragione, sarai anche stressato.- dissi in modo freddo.

Lui inserrò la mascella e aumentò la presa dei pugni che mantenevano le buste. Io mi limitati solo ad abbassare lo sguardo e rimanere in silenzio come lui fino al tragitto di casa mia, dove mamma ci accolse con un caloroso sorriso.

-mi piacerebbe avere la cucciola io stasera...-
-forse è meglio che rimanga da me siccome l'ho trovata io, potrebbe non fidarsi con gente estranea.-

-non penso io sia così estraneo visto che l'ho portata fin qui in braccio.-

La cucciola si avvicinò a passi goffi e decisi e tirò prima il pantalone mio e quello di Wilson. Alzò entrambe le zampette con difficoltà con un piccolo e dolce verso.

Entrambi ci guardano e poi posammo lo sguardo verso di lei con un sopracciglio inarcato.

-a quanto pare vi vuole entrambi, cosa prevista dalla sottoscritta Kelly che ha preparato già il letto per Tom. Buonanotte ragazzi!- disse mia mamma andando via.

Sgranai gli occhi.

-no...cosa?!Mamma!-

Wilson Sbuffò e si appoggiò al divano.

-bene, ti auguro buon riposo.- dissi per andarmene ma la cucciola mi abbaiò per rimanere. Sosporai esasperata con il biondino ridere leggermente.

***
Anne era da sola in casa, I suoi genitori erano fuori per lavoro, ma era abituata a questa situazione, così con la più totale calma si mise con il pigiama e la coperta sul divano a guardare la tv, con la compagnia di una bella tisana calda. Ma solo quando suonarono alla porta imprecò debolmente.

Spostò la coperta nervosamente e controllò allo spioncino chi fosse. Scattò velocemente appoggiando esasperata la schiena al portone.

-cazzo no.-

Fece un sospiro per poi prendere coraggio e aprire la porta.

-ciao Michael...- salutò imbarazzata.

Il ragazzo sorrise e la squadrò dalla testa ai piedi divertito.

-bello il pigiama con le sirene-

Anne divenne rossa passandosi la mano sul volto gesto che levò il ragazzo sorridendo dolcemente.

-stai benissimo così-

Il cuore della ragazza scoppiò a mille e solo una richiesta d apparte di Michael la riportò alla realtà.

-posso dormire stanotte qua per favore? Eri l'unica, è solo che...-
-se non te la senti tranquillo, sei ben accetto qui.-

Così Anne sclerando internamente chiuse il portone non realizzando ciò che stava succedendo.

Ps. per eventuali errori il capitolo è da revisionare

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