Capitolo 20

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🚨new entry🚨

***
Le vacanze di Natale si stavano avvicinando ed i ragazzi del liceo erano sempre più entusiasti nell'organizzare attività prima delle vacanze.

La classe delle ragazze si trovava in palestra e ovviamente Lizzie dopo aver fatto la sua grande performance da palo in mezzo al campo come era di suo solito, prese posto in panchina.

-eddai Lizzie...- mugugnò il capitano della squadra di basket.
-lo so che la mia presenza è di vitale importanza, ma sono stanca.-
-come se avessi fatto qualcosa. -
-i compiti da mandare a te fino alle 23,forse. Taci-

Il ragazzo roteò gli occhi riprendendo a giocare e la rossa si trovò di fianco un ragazzo che dall'aria sembrava timido.

Uno molto carino con i cappelli arruffati ma belli da vedere di colore castano e dello stesso colore anche gli occhi. Stava leggendo un libro molto concentrato.

La ragazza vagò lo sguardo cercando di capire di quale classe appartenesse fino a quando non sentì una voce in lontananza.
L'unica che non voleva sentire, quella di Kevin.

-hey Remus! Sempre a leggere stai?-
-sì, abbiamo due ore buca e un libro è molto più interessante di pali che rincorrono una palla, come ad esempio quelli con cui ti sei ucciso.-

Anche ironico.
I due ragazzi risero mentre io osservai Remus a braccia conserte.

-hai ragione, solo che sei così bravo a giocare, perché non ti unisci a noi contro di loro?-

Il ragazzo di fianco a me sbuffò dando uno sguardo al libro fino a quando il pallone da basket non finì addosso a Remus. Quest'ultimo la analizzò meglio per poi fissare Ian con un ghigno in faccia.

-hey Lincoln! Il protagonista si scopa bene la ragazza?- domandò facendo partire una risata generale.

Il ragazzo con tutta la calma abbozzò un sorriso portando all'insù un lato della bocca.

-e tu invece hai scopato bene Simon l'altro giorno in piscina?-

Ian si fece rosso in viso avvicinandosi violentemente.

-cosa stai cercando di dire?!-
-non capisco perché tu ti stia incavolando in questo modo, se non lo hai fatto perché reagisci in questo modo?-

Rimase a fissarlo con i pugni serrati fino a quando Lizzoe non si mise in mezzo.

- perché non giri a largo Reyes?-
-è tu piccola rossa sempre in mezzo sei?- disse ghignando.

-per favore quanto sei ridicolo.-

-cazzo Reyes, muoviti a iniziare questa dannata partita!- urlò Kevin.

-Lincoln ci soddisferà della sua presenza oppure deve continiare a leggere cose erotiche?-

-ti vuoi muovere o no?- conrinuò Kevin.

I ragazzi iniziarono la partita con il professore che ogni tanro li urlava addosso per evitare possibili risse come successe precedentemente.

Ogni punto un'esultanza e con dispiacere vinsero i ragazzi di basket con solo un punto di vantaggio.

Lizzie avrebbe volto spaccare la faccia di ognuno di loro eliminando completamente i ghigno assunti. Come suonò la campana la rossa si avviò verso l'uscita della palestra ma venne fermata.

-ciao.-
-oh ciao...-

-spero tu stia bene anche se quelle merde non hanno osato farti nulla.-

-oh no tranquillo, sto benissimo, ormai sono molto abituata a quei cosi, chiamiamoli così.-

Il ragazzo sorrise e pose una mano verso la ragazza.

-io sono Remus Lincoln, da come hai potuto capire-disse grattandosi la nuca imbarazzato.
-io Elizabeth...per gli amici Lizzie...-

-bellissimo nome. Bene allora ci vediamo in giro Lizzie!-

Ashley

-Ash andiamo non credi di esagerare? A non parlargli poi?-
-Sam non mi interessa.-

-certo che ti interessa, sennò non saresti camminando avanti e indietro qui nel cortile aspettando che la sua presenza si materilizzi qui-

Infondo Sam aveva pienamente ragione ma ovviamente mi ostinavo a non esplocotare il mio torto.

Sgranai gli occhi quqndo lo vidi ed era diverso dal solito. Ovviamente non doveva soffermarmi sulla sua figura macabra in quel momento e al quanto indescrivibile che spesso smuove il mio animo, così decisi di avanzare con passi decisi verso di lui con dietro Sam disperata.

-hey! Ma si può sapere che cazzo di fine hai fatto?!-

Mi fissò con quegli occhi vuoti indecifrabili senza proferire parola e girò lo sguardo dall'altra parte.

-potresti almeno rispondere!-

-cosa vuoi? Avevi detto che non mi avresti più rivolto la parola Walker e io sto solo rispettando una tuo avvertimento dopo la mia azione.- continuò con un tono altezzoso che mi fece solo infuriare più di quanto non lo fossi già.

-stammi bene a sentire Wilson, dopo aver sputato tutta la mia rabbia su di te manterrò il mio avvertimento. Non ho bisogno del tuo aiuto, già te l'ho detto mille volte!- dissi alterandomi.

Mi guardò sgranando gli occhi.

- credi che sia una totale poveraccia da non riuscirmi a pagare la gita di tre giorni? eh?!-

-come fai a sapere che...- rispose sorpreso, ma io lo interruppi.
-questo non è importante! Ora vai dal tuo stupido amico che raccogliere i soldi e ti tieni e tuoi schifosi soldi di cui io non ho assolutamente bisogno! Ne tantomeno meno della tua empatia!- I pugni inserrati e lo sguardo fisso.

Aggrottò la forte e mi prese per un polso portandomi in un posto dove nessuno potesse sentire.

-davvero credi che sia così stronzo da non preoccuparmi di una qualsiasi persona?- sospirò. - per favore Walker, lascia almeno che ti aiuti un ultima volta...- continuò per poi cacciare qualcosa dalla tasca.

Un borsellino.

Era coglione o cosa?!

-non ho bisogno dei tuoi soldi.-
-ma perché sei così difficile?!-
-non ho bisogno di te e nemmeno che tu mi ospiti a casa tua. Non ti credo.-

-intanto il mio letto ti andava bene Walker, giusto?!- urlò guardandomi negli occhi.

Gli. mollai uno schiaffo.

-crei che sia una delle tante che ti porti? oh ma andiamo per te è così naturale Tom!- dissi andandk via ma pochi passi dopo mi fermai e lo guardai con lui sorpresa mentire aveva la mascella inserrata.

-fanculo Ashley.-

Era una cosa normal dopo tutto. O non proprio.

-sei un doppiogiochista, vuoi tutto per secondo fine, come hai fatto con Steve.-

Non proferì parola.

-hai ragione, sono una brutta persona, cosa vuoi fare insieme ad uno stronzo, che si mostra diversamente e un assassino?-

-non fare la vittima-
-abbiamo finito qua, la tua avvertenza inizia da adesso. -
-perfetto, oggi vengo a premdere qualcosa a casa tua, almeno non sarò più un peso.-

-non sei un peso cazzo!-
-si.-
-vaffanculo-disse andando via.

Rimasi nel vuoto più totale appoggiandomi al muro non capendo perché mi sentissi così strana e sola. Sospirai per poi sentirmi un leggero pizzichio agli occhi. Quando giunse Sam me li asciugai e cercai di non proferì parola e ringraziai tanto la mia amica che non iniziò nessun discorso riguardo quello successo poco fa.

Ps. per eventuali errori il capitolo è da revisionare.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora