Capitolo 19

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Tom
La moto andava ad altissima velocità e non avevo il pieno controllo di me stesso pur sapendo di che cavolo di giorno di merda fosse. Misi più energia passando la galleria come se fosse un tratto di pista ed arrivai in quel dannatissimo posto dove probabilmente chi stavo cercando si trovasse lì.

Sospirai parcheggiando la moto mentre le strade erano vuote per via del freddo.

Ed era lì seduto su una panchina dove i suoi occhi erano puntati su di me. Si alzò inarcando un sopracciglio e tutto quello che feci fu avvianarmi e afferrarlo per la maglia sbattendolo all'albero.

-perché cazzo hai detto a Joseph di quel giorno eh?! Non ne avevi il diritto.-

-ah quindi questa è la tua debolezza più grande? Capisco-

-vedi di fare meno lo stronzo Smith. Come ti è saltato in mente?! Poi che cazzo ascolti a fare le conversazioni tra me ed Ashley-

Ghignò guardandomi.

-la musica sta cambiando, come mai la chiami per nome adesso?- cantilenò con una voce fastidiosissima.

Sbarrai gli occhi rendendomi conto di ciò che avevo appena detto. Non capivo cosa mi stesse succedendo in quel periodo ma sembrava far così male.

Ricorda Tom sei troppo.

Forse era quel pensiero che mi faceva stare male. Essere troppo per qualcuno e farlo soffrire ulteriormente perché in questo mondo vivono anime pure ed innocenti come lei e perfide e maligne come altre.

Non ritenevo cattivo Smith, anzi era un emerito stronzo.

Mi stava fissando con un sorriso beffardo aspettando una mia risposta ma rimanevo bloccato nei miei infiniti pensieri.

-hai intenzione di uccidere anche me o cosa visto che non hai parole?-

Mi si fermò un mondo intero, la rabbia salì senza fermarsi e l'unica cosa che mi venne in mente fu sointonarlo a terra tenendo la stretta sulla sua felpa. Ero sopra di lui con sguardo di sfida.

commento dell'autrice: pare una enemies to lovers tra gay in questo caso ma non lo è.

Lui sotto di me con lo stesso sguardo forse un po' più freddo. Mi spintonò ma io lo fermai.

-avanti! Fallo! Ricordati di questo giorno Wilson, finisci il quadro!- urlò.

Ed un pugno. Non ero riuscito a controllare il mio attacco di rabbia. Giuro non volevo farlo era più forte di me e non sapevo il motivo per cui lo stessi colpendo.

MA infondo guardalo Tom...è più bello di te, più atletico e ha più speranze in tutto. Anche con lei.

Lei. Ora basta. Perché mai tutti questi complessi.

Ma per fortuna anche io ebbi dei pugni e ci stammo così fino a tirarci parole.

-e tu la dovresti tenere a casa tua eh?! Sei la copia del padre!- sputò e io persi la ragione.

-perché tu saresti meglio Smith?! Favvanculo.-
-sono mille volte meglio, ammettilo!-
-cosa eh?!-

-che ti piace! Una persona che odi non la tratti così e mi da veramente fastidio cazzo perché a me piace! Sì ok, la amo da tanto e tu sei stato uno stronzo a dividerci! Ora credo che sia arrivato il mio momento di proteggerla!-

Mi bloccai per qualche secondo metabolizzando le parole.
Era palese da un miglio di distanza ma sentirlo dire ad alta voce mi fece davvero un effetto strano, quasi un tonfo al cuore e un groviglio allo stomaco.

Potevo anche lasciarla, ma c'era qualcosa che mi impediva di farlo. Avevo abbandonato il mio me per stare con lei, avevano rinunciato a tante cose in questo periodo di tempo. L'avevo protetta e solo il pensiero che lei potesse essere sotto le ali di qualcun'altro non mi dava a genio.

-tu la vuoi proteggere?- domandai come uno scemo.
-meglio di te.-

No meglio di me non credo.
Gli sferrai un pugno e ne abbi un altro.

-ti dà fastidio?! Ammettilo.-
-cazzo smettila!- urlai. -perché mai dovresti proteggerla dopo averla trattata male?!-

-parli tu?!-
-sì io!-
-io ho ovvie ragioni, tu no invece.-

Aveva ragione, perché stavo facendo tutto questo? Non avevo ovvie ragioni, lei non mi doveva importare minimamente. Lo lasciai indeotreggiando leggermente passandomi le mani sul volto.

Ormai la sensazione di metallo che mi invade a il labbro era sopportabile e le nocche mi facevano male. Lui si rialzò avvicinandosi e colpendomi sul petto in senso accusatorio mi disse: -vedi di starle lontano, sei solo un problema per lei.-

Sospirai profondamente con la mascella serrata e lo presi sbattendolo nuovamente al muro.

-Tom!- urlò una voce.

Non dovevo fermarmi. La sua voce non doveva essere un ostacolo, lei non era niente eppure riuscivo a stare al mio posto ogni volta che pronunciasse il mio nome, come se fosse tutto in ordine nonostante il caos esterno.

Mi diressi verso la moto ma Joseph mi prese per un braccio, toccò che ovviamente scansai violentemente.

-non mi toccare-dissi.
- smettila, non prendere quella dannata moto!- urlò Ashley.

-ma cosa importa a te?- domandai salendoci sopra e mettendo il casco.

-se sali su quella fottuta moto sappi che i progressi che stavamo costruendo verranno distrutti e non ti parlerò mai più, neanche per soddisfare i tuoi stupidi scherni.- 

I nostri occhi erano mescolati come se fossero così perfetti nella loro diversità. Il mio cuore batteva forte ma perché dovevo lasciare stare tutto? Stavamo facendo progressi ma non stavano servendo a nulla.

Guardai Steve mentre si stava pulendo il sangue uscente dal labbro e poi lei.

I suoi occhi dicevano fai quello che vuoi e nello stesso tempo non mandare tutto all'aria e io come un coglione caricai la moto e me ne andai.

-ti ho avvertito Wilson!- urlò mentre io acceleravo senza sosta.

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devi cercare di trovare il vero te, altrimenti non vai da nessuna parte...-

Il ragazzo la guardò con occhi brillanti sorridendo amaramente.
-non mi è facile e lo sai.-
-provaci.-

Lui si mise seduto sul piccolo divano che lei riteneva così scomodo e freddo e la fissò per svariati secondi.

-che guardi?-
-credo di...-

Ps. per eventuali errori il capitolo è da revisionare.

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