Capitolo 32

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Tom
Quando arrivammo davanti alla casa di Kelly presi un profondo respiro. Nate mi diede una leggera pacca sulla spalla in modo incoraggiante(cosa che servì poco, anche perché avevo davanti ai miei occhi l'immagine di quel pezzo di merda.)

Deglutii con il solo pensiero di cosa potrebbe farle e strinsi i pugni
Ripensai al sogno, il cuore mi scoppiò e quasi persi l'equilibrio. Brandon mi afferrò per un braccio.

-tutto ok?-

Annuii debolmente con l'ansia addosso e solo dopo mi resi conto che Steve aveva suonato il campanello.
Kelly aprì la porta con il suo solito sorriso dolce e sincero che dopo poco sparì.

-Dov'è Ashley?!- la voce spezzata è preoccupata.

-Kelly...io...- affermai debolmente.

-voglio saperlo adesso. Dov'è mia figlia?!-
-sarò diretto...- intervenne Steve. Cercava di essere coraggioso e prendere in mano la situazione quando lei non c'era.

Raccontammo la situazione con calma e la mamma divenne disperata e con le lacrime agli occhi. Mi sentivo in colpa e tanto. Ognuno era seduto sul proprio divano per fatti suoi.

...
L'aria divenne più opprimente e non solo in quell'istante, ma da quando mi trovavo in quella topaia senza vita. Mi sentivo infuriata e debole. Il cibo era posto in un angolo su un fassoio lontani da me. Decisi di non toccare nulla che appartenesse a quell'ora schifoso.

Pensavo che fosse un ragazzo normale e sano, il suo sorriso genuino mi aveva ingannata. Forse dovevo stare a sentire un po' tutti. Sentii bussare e la paura iniziò ad avventrarsi su di me. Noah non aveva osato né toccarmi o addirittura fatto male.

I suoi passi si avvicinarono sempre di più e il cuore sembrò uscirmi dal petto. Solo dopo che lo trovai difronte a me sentii un senso di inquietudine.

-non mangi?-
-se mi lasciassi andare mangerei tutto ciò che non ti appartiene-

Lui ghignò per poi cambiare totalmente espressione. Sembrava infastidito e la cosa non potè che piacermi, quella infastidita ero io in mezzo a gente del genere.

-certo sei proprio impertinente.-
continuò per poi assumere di nuovo quel sorriso fiero che aveva in volto precedentemente.

- ti faccio così schifo?-

Non osai proferire parola e lo sputai addosso direttamente. Metabolizzò quel gesto per tenere lo stesso sguardo.

-io non so tu cosa voglia da me-
-e infatti per adesso non ti dirò nulla, ma io non voglio farti del male...-
-ci mancasse-

Si accese una sigaretta per poi avviarsi alla porta e lasciarmi da sola. Diedi un calcio nel vuoto per consumare tutta la rabbia che avevo in corpo, anche se non bastò siccome volevo urlare, piangere e ridere. Mi sentivo una pazza e volevo solo un po' di calore.

Magari...

Spalancai gli occhi scuotendo la testa nonostante quel pensiero fosse più forte del mio orgoglio.

Magari tra le sue braccia.

Mi lasciai cadere per terra per poi coprire le lacrime che stavano scendendo sul mio volto con le mani e singjiozzare nel silenzio.

***
Remus raggiunse la casa è trovò Lizzoe fissare nel vuoto. Si limitò ad abbracciarla forte per poi fondarsi dentro alla casa e analizzare la situazione.

-novità?- chiese timidamente.
-no...- rispose Harry seduto a fissare il vuoto mentre giocherellava con i pollici.

Quando il campanello suonò tutti si alzarono sperando che fosse la ragazza, ma lo sguardo della rossa quando aprì la porta divenne cupo e vuoto.

-cosa cazzo ci fate qui?-
-abbiamo saputo dell'accaduto...poco fa ho chiamato Tom ed era un po' giù.- disse Simon.

-adesso vi importa di lei? Posso capire Kevin che miracolosamente è venuto con voi senza ammazzavi, ma tu, Ian e Peter che l'avete sempre presa in giro nonostante lei non se ne fregasse del vostro giudizio.-

-se ti ricordi le abbiamo chiesto scusa davanti a tutti e poi è una nostra compagna di clssse- intervenne Peter con affianco Ian seccente.

Lizzie li fece entrare aumentando di più il silenzio che sovrastava l'intero ambiente.

Tom
Mi permisi di andare nella stanza di Ashley. Quando aprii la porta notai ogni sua personalità è sembrava averla vicina in un certo senso. I chiari di luna illuminavano la stanza e nonostante essi cambiassero l'atmosfera tutto era vuoto. Io mi sentivo vuoto stranamente. Sorrisi alle foto appese sul muro di lei sempre sorridente e un quaderno smosse la mia curiosità.
Lessi alcune righe già sentendomi triste e strano.

oggi sono qui per parlare un po' della mia vita, lo so, scrivo su queste pagine bianche ogni attimo. Senza le ragazze la mia vita sembrerebbe un casino anche se già lo è, ma sarò avventata nel dire che il loro sorriso mi ha salvata? Proprio come quello di mia mamma, una donna forte, troppo fragile per sapere cosa mi accade ogni volta che rimango da mio padre, così cerco di soffrire da sola.
Il sorriso di Steve Smith mi rende felice, ma ogni giorno mi rendo conto che lui non mi da le stesse emozioni che un primo amore debba avere e così mi soffermo su altro. Su ciò che pensavo fosse di mia rovina, mi stava aggiustando. Tom Wilson nonostante sia così egocentrico e narcisista ha paura. Sì, ha paura ed è l'ultimo che lo ammetterebbe. Usa la sua superiorità per non essere come me,perché essere come me significherebbe piangere ogni due per te. Nonostante io lo abbia capito continuerò a comportarmi nello stesso modo nei suoi confronti.

Chiusi velocemente il quaderno posizionandolo dov'era prima. Le lacrime iniziarono a scorrere e ciò che avevo pensato era giusto, mi sentivo meno sbagliato, perché lei era l'unica ad avermi capito. Quando mi alzai per dirigermi verso la porta una foto cadde e prendendola sorrisi.
La girai ma in contemporanea cadde un foglio con su scritto un indirizzo.

Sgranai gli occhi rendendomi conto che fosse della casa del Signor Walker. Girai di nuovo la foto e vidi scritto un posto con un altro indirizzo. Spalancai la bocca correndo verso il soggiorno urlando.

-Ho capito dov'è Ashley!-

Tutti si alzarono in contemporanea alla radio tralasciato dalla polizia per le comunicazioni in funzione.

-dove?!- chiesero tutti all'unisono.

-Santa Monica, in questo posto.- dissi lanciando la foto verso Brandon.

Nate mi lanciò delle chiavi.

-svelto, prendi la mia moto!-

Annuii sorridendo fiducioso. In lontananza sentii la voce di Brandon.

-Steve prendi la mia!-

Salimmo in sella alle moto ad altissima velocità con io avanti e lui dietro di me mentre seguiva la scia della strada. Guardai fisso la strada con un unico pensiero in mente: ossia quello di portare Ashley sana e salva a casa e di schiattare quel pezzo di merda.

Ps. per eventuali errori il capitolo è da revisionare



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