Capitolo 4

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Il giorno dopo andai a scuola, ed entrare in quella struttura mi metteva ansia. Soprattutto per il livido che avevo in faccia. Dovevo rimanere da mio padre fino a adomani ma avrei alloggiato da qualche altra parte, ormai facevo così.

Sospirai e misi piede nel corridoio pieno di studenti.

-Walker...-

Non era lui per fortuna. Ma un altro ragazzo.

Fottuti capelli rossi.

Sempre insieme al suo amichetto riccioluto.

-che vuoi Reyes?-
-hai il cappuccio incollato? Perché ieri non sei venuta? Ti sei persa la parte in cui Kevin è stato steso per terra in cortile-finì ridendo.

Sospirai.

-delle tue cazzate mi importa pochissimo.-

Simon alzò il braccio prendendo il cappuccio ma lo bloccai.

-fermati. Non mi toccare.-
-avanti che nascondi sempre con questo cappuccio?-

-vuoi un calcio nelle palle?-
-come siamo violente e nervose-ghignò insieme al rosso.

Sentii una presa fortissima far scivolare il braccio di Simon violentemente.

Per favore no. L'ultimo che dovrebbe stare in questo momento.

-ma vi piace mettervi in discussione con la gente? Ieri con il campione di box e i suoi amici in cortile e adesso con lei.-

-oh andiamo Tom! Vi odiate e la difendi? Difendi una con il cappuccio attaccato 24h su 24- rispose Ian a braccia conserte.

-e tu che vai girando 24h su 24 con il tuo amico non sembri un gay?- risposi alterata.

-come scusa? Gay a me?-
Avanzò qualche passo ma Tom lo fermò.

Già mi sentivo debole. Non potevo sopportare queste scene.

-vedi di rientrare in classe Ian. Per favore. Sono già stato troppo gentile con te.-

-ma davvero?!- intervenne Simon.

-ci odiamo ma questo non significa che debba metterle le mani addosso come fai tu.-

Cuore spezzato, il respiro che manca.

-fanculo.- dissero in coro.

Diedi un sospiro di sollievo e cercai di evitare Wilson ma delicatamente mi afferrò.

-dove pensi di andare?- domandò con voce severa.
-in classe, come dovresti fare anche tu.-
-perché non sei venuta ieri?-

-affari miei.-
-smettila di mentire! L'altro ieri correvi piangendo sotto la pioggia!- disse alzando la. voce.

-smettila di intrometterti nella mia vita.- mormorai schietta lasciando la presa.

Le ore passarono e per fortuna i professori non mi avevamo detto nulla del cappuccio. Non lo avrei mai tolto fin quando non si sarebbe tolto il livido.

Scesi al suono della campanella che mi dava libertà e andai nel mio posto felice.

Loro.

Le ragazze mi guardarono stranite. Non sapevano nulla, non ne avevo mai parlato.

Con nessuno.

-stamattina cosa è successo?- chiese Lizzie (Elizabeth) alzando un sopracciglio.
-no nulla le solite stupidaggini e Wilson che mi da fastidio come sempre...- risposi ambiguamente pur consapevole di star mentendo.

-nono, non ti stava dando fastidio c'è qualcosa sotto...- intervenne Chloe avendo il supporto delle altre.

-dai ragazze, se vi dico che è così fidatevi...-

-hey cappuccino!- urlò una voce. Peter Robinson.

Che inferno.

-che cazzo vuole mo questo?!- disse alterato Kevin che era giunto pochi minuti prima.

Chiusi gli occhi stringendo i pugni nella felpa.

Deglutii.

-hey ti sto chiamando cappuccino, perché non ti giri?-
-non parlo con soggetti come te.-
-sembra che tu lo stia facendo. Dare le spalle è da maleducati-

-ma perché non giri al largo Robinson?!- continuò Kevin.

Lui ghignò senza dare risposta.
Mi afferrò il braccio facendomi girare verso la sua direzione.

-dai infondo sei così carina perché nascondere il viso cappuccino?-
-smettila di chiamarmi cappuccino e molla la presa coglione.-

-una delle cose belle di te è il tuo carattere, sai?- affermò ghignando.

Rimasi in silenzio incontrando lo sguardo di Steve.

Perché non veniva? Perché mi stava lasciando sola nonostante le ragazze lì con me e Kevin limitato dalle sue azioni?

Abbassai lo sguardo. Ci avevo sperato troppo.

-Robinson!-

Urlò.

Non mi aveva dimenticata allora.

Mi brillarono gli occhi.

Si avvicinò.

-perché non la lasci stare?-

-che noia che sei Smith...devi fare il protettore ogni volta che la tocchiamo? Non sei curioso di sapere che nasconde dietro al cappuccio?-

No per favore.

Più luce, troppe facce sorprese.

Ero disperata.

Gli unici occhi con cui mi ero scontrata in quel momento erano quelli tempestosi, ancora più vuoti dopo aver visto me.

-io non...Walker chi...chi te lo ha fatto?- domandò impietrito Robinson.

-sei contento? Tu e i tuoi amici vi siete tolti la curiosità? Fanculo tutti.- dissi alzando la. voce dirigendomi a passo spedito verso il cortile. Ci sarei rimasta e non sarei più tornata, almeno per quel giorno.

Fino a quando credevi di essere sola, l'unico tuo amore poteva proteggerti.

-Ash...-
-Steve vai via per favore...-
-ieri ti ho aiutata ed eri in condizioni pessime posso sapere cosa ti è successo?-

-grazie del tuo aiuto ma non voglio parlare in questo momento. -

-per favore sono così orribile?!- urlò.

-no.- sputai con lo stesso tono.

-ti lascio stare ok? Fatti due domande se rimani da sola.-

Si bloccò per un istante spalancando gli occhi mentre ripensò alle parole dette.

-va bene.- dissi andando via.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora