Capitolo 5

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-Ashley non puoi continuare così...poi perché non me ne hai mai parlato?- borbottò la rossa preparando il letto per me.

Sospirai iniziando a giocherellare con le mani.

-non volevo farti preoccupare, come tutti quanti del resto.-

Mi guardò con aria di rimprovero e mi abbracciò.

-facendo così mi preoccupo di più. Hai capito? Ora dimmi con Wilson che cosa succede...-

La fissai guardando poi un punto nel vuoto verso il basso e feci spallucce.

5p.m.

Tom

Suonai il campanello e mi aprì la signora di ieri. Mi sorrise fiduciosa facendomi entrare.

All'interno la casa era leggermente piccola ma stupenda, molto accogliente.

La prima cosa che notai erano delle foto appese al corridoio. Soprattutto in una dove c'era la Walker da piccola.

Sorrisi istintivamente avendo gli occhi di sua madre su di me.

-aveva solo 8 anni...che sorriso genuino.-

Sopirò.

La guardai corrugando la fonte.

-anche adesso sorride così, ma con occhi un po' più spenti...-
-la guardi molto bene.- rispose facendomi entrare in cucina.

-per fortuna ha i suoi amici sennò da sola non ce la farei. È molto ribelle e testarda e cerca di aiutare nonostante qualche insoddisfazione da parte sua...-

Per la prima volta ero così incantato nel sentire le sensazioni di una persona, specialmente di un genitore. Ero veramente interessato a sapere che cosa nascondesse quella ragazza nonostante ci odiassimo al massimo.

-io e suo padre abbiamo divorziato da 5 anni. È stato difficile per lei. Ha avuto alcuni traumi che ha represso da sola nonostante qualche problema. Per colpa sua...tutta colpa di suo padre...-

-signora se...-

-chiamami Kally e dammi del tu...-

Annuii bevendo un sorso di tè appena preparato.

-suo padre mi picchiava.-

Mi fermai di nuovo. Quella ragazza era capace di bloccarmi ad una sola frase o situazione riguardante lei.

Stavo collegando tutto.

Tutto aveva un senso.

Posai la tazza stringendo i pugni e continuando ad ascoltare il discorso di Kally.

-qualche volta abbiamo dei problemi economici, nulla di che...capita...e lei cerca di aiutarmi lavorando nel bar più frequentato vicino alla vostra scuola...purtroppo,adesso è uno di quei momenti. Ma pazienza. Lei va dal padre perché da sola non ci riesco, ma non voglio che stia con lui...ho tanta paura.-

Rimasi allibito dentro. Davvero non mi aspettavo tutta questa situazione.

-comunque tu controllala e proteggila se non dovesse avere nessuno affianco, sei bravo come ragazzo Tom, devi solo farti vedere per quello che sei e devi farti conoscere. Almeno tu hai questa possibilità.-

Deglutii sorridendo.

Non ci credevo nemmeno io.
Mi alzai dalla sedia e con gentilezza ringraziai dell'ospitalità offerta per poi andare via.

Camminai seguendo la scia della strada con le mani nelle tasche del giubbotto.

Quei pensieri mi tormentavano un sacco, come se non ne uscissi più.

Sospirai fino a quando non mi trovai lui.

Steve.

-ciao Tom-
-ciao Steve...-
-come mai da queste parti? Di solito non frequenti questi quartieri-
-volevo solo cambiare aria...-
-o vedere Ashley.-

Aveva la mia più totale attenzione.

-che intendi?-
-si vede da un miglio che non la odi. Avanti, cerchi di andare in fondo alle sue questioni e fare il tossichello di turno.-

-quello che riguarda me nei suoi confronti saranno pure cazzi miei o sbaglio? E tu invece? Secondo te non si vede che ti piace?-

-sarà...ma forse ho più possibilità di te.-

Sorrisi amaramente guardando lo sguardo verso il marciapiede di fronte.

Ripresi il contatto visivo.

-puoi stare tranquillo non mi interessa una come lei.-

-ok allora fatti i cazzi tuoi sulla sua vita se non ti interessa.-

Questo no. Non ci avrei mai rinunciato. Ero troppo preso dalla storia per lasciarla in sospeso e di certo Steve era l'ultimo che poteva impedirmi di fare questo.

-vedo che stai riflettendo...- mormorò ghigando. Avanzò qualche passo per poi avvicinarsi.

-se non sei così interessato allora non farla allontanare da me come hai già provato l'anno scorso.-

Mi diede due pacche sulla spalla per poi sussurrare un ultima cosa: - ci si vede a scuola Tom- con tanto di sorriso.

Di nuovo fermo a metabolizzare la cosa.

Quel ragazzo mi dava sui nervi.

Ashley

La mattina seguente arrivai con largo anticipo insieme a Lizzie e mi fermai a parlare con le ragazze.

Vari studenti erano fuori ma gli unici che dovevano starci lontano a grande distanza da noi si stavano avvicinando.

-oh dai venitemi a dire che non ho incollato il cappuccio perché avete scoperto il mio segreto oscuro-dissi mimando le ultime due parole. - cappuccino è stata scoperta!-

MI fissarono imbarazzati.
Era anche il momento di renderli tali.

-comprendiamo la. tua rabbia...- mormorò Simon.

-ah davvero? Da quando siete. così empatici fatemi capire? Prendere per il culo una ragazza con problemi personali, picchiare i ragazzi di box solo per dire in giro di aver battuto degli adolescenti che fanno questo sport facendoli sospendere ingiustamente, perché ovviamente siete dei raccomandati del cazzo, tradire la propria ragazza provandoci spudoratamente con altre e farsele è da empatici? -

Calò il silenzio, forse avevo alzato troppo la voce e mi stavano guardando tutti, ma in particolare fiero Wilson.

Come? Avevo visto bene?

Per non parlare di Steve.

Ok. Clamiamoci. Che cazzo stava succedendo?

-questo tuo discorso non cambierà il rapporto tra noi e quelli di box...- mormorò Ian. - ma quello tra noi e te si...ci scusiamo..Almeno da compagni da classe.-

-lo fate per pietà?-
-assolutamente no!- esclamò Robinson.

Li fissai vedendo la mano di quest'ultimo e poi degli altri due verso di me.

-ok, ma fate meno i coglioni.-

Sorrisero per. poi guardare in mal modo Kevin che era rosso di rabbia a solo la loro presenza, per non parlare di Anne(Roxanne) e Lizzie.

Come biasimarli.

-ma vi rendete conto che cosa è successo?- domandò entusiasta Sam.

-brava Ashley fatti rispettare da quei gay!- urlò Brutney attirando l'attenzione di tutti.

Ci passammo una mano sulla fronte per poi ridere piano nel silenzio più imbarazzante di sempre.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora