Capitolo 40

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...
I ragazzi andarono via e nonostante i continui disastri, rimasi contenta di aver avuto per delle lunghissime ore un po' di compagnia. Mamma ritornò a lavoro quasi sfinita e anche un po' irritata, ma il mio bacio sulla guancia dato più che volentieri le fece rinascere il sprriso sul volto. La tavola era già bandita nonostante il largo anticipo e ci mettemmo sul divano a parlare.

-mamma, com'è andata a lavoro? Il tuo nuovo capo com'è?-

-devo dire che essere una segretaria non è affatto male, basta solo resistere. Per quanto riguarda il capo è davvero uno stronzo!-

Sbattei gli occhi ripetutamente metabolizzando ciò che avesse detto e quasi risi. Sospirò guardandomi.

-come mai?- chiesi inclinando la testa con un sprriso dolce.

-beh partiamo dal fatto che è pieno di sé, usa la superiorità ed è davvero egocentrico-

Mi ricordava qualcuno, ma stetti muta perché per lei era come un figlio codesto soggetto. Grandioso.

-ti sei fatta valere?-
-ovviamente, per chi mi hai presa? Secondo te mi faccio mettere i piedi in testa da esseri del genere-

Mi faceva morire la sua rabbia nei confronti di un riccone di prima categoria e sorrisi capendo che la testardaggine era di famiglia. Si alzò versandosi dell'acqua nel bicchiere e si sedette comodamente sul divano di fianco a me. Non capii il perché di quella modesta curiosità ma mi permisi di porre quella innocente domanda.

-mamma una curiosità...- dissi.
-dimmi tesoro.-
-ma lui come ti guarda?-

-chi?-
-il tuo capo mamma, non fingere di non aver capito e togli un po' quella maschera da donna orgogliosa e ammetti che ti piace-

-cosa?! Lui?! Ma neanche morta!-

Alzai un sopracciglio.

-ammetto che è un uomo da bell'aspetto, ben curato e anche palestrato, ma se non se lo può permettere lui chi altro-disse seccente facendo una faccia leggermente schifata verso l'ultima frase.

-mamma forse devi capirlo, è normale è il lavoro...-
-è single, ma guarda me lo sarei aspettato per il suo essere così altezzoso-

Sospirai sbattendomi una mano sulla fronte. Mamma era come me, testarda e poco accogliente delle idee altrui, quando già lei si è elaborata la sua teoria.

-secondo me gli piaci-
Spalancò gli occhi mentre posò il suo bicchiere sul tavolo accuratamente. Rimase dei secondi ad elaborare la mia frase(cosa che la fece scattare ulteriormente) per poi sorridermi angelicamente.

-tu dici?-
-ti piace! Lo sapevo!-

Si ritirò incrociando le braccia e nagando. Mise il broncio per poi iniziare a ridere.

-no tesoro mio, lui non mi guarda come fanno Tom e Steve con te-

-cosa? Mamma ma che dici?!-
-chi scegli? Tom o Steve?-

-Mamma!-
-facciamo un elenco di pro e contro!-
Disse mamma saltellando per la casa e presentandosi con un foglio ed una penna. Si sedette al tavolo e mi incitò ad avvicinarmi facendomi esasperare ulteriormente.

-allora, iniziamo con Steve, anche se sembra che da come mi parli di lui sia il cristo onnipotente sceso in terra-

-lo è-
-ma tu non ne sei innamorata, si vede da un chilometro di distanza amore mio bellissimo!-

Mi passai una mano tra i capelli e divenni paonazza in viso. Alla fine mamma decide direttamente di saltare Steve, perché forse troppo noioso in quanto sapeva ogni dettaglio e passò a TomstronzoperficialealtezzosodimerdaWilson.

-contro-
-altezzoso, stronzo, ficcanaso, ragazzo dai facili costumi...-
Mamma sgranò gli occhi fermandomi.
-Tom? Tom Wilson? Quel Tom Wilson?-

-sì mamma, sì, quello che ritiemi il Cristo onnipotente sceso in terra-
-uguale al mio capo...-

-vedi ha un lato buono sicuro-
-no.-
-ecco-
-non perdiamoci in chiacchiere! Pro?!-
-nessuno.-

-ma come?-
-sì mamma, nessuno.-

Sospirò mettendosi una mano sulla fronte.

***
Anne e Michael passeggiarono per un lungo tragitto in silenzio. O almeno era più una corsa visto che la ragazza avanzava per non averlo davanti ai piedi e il riccio fece il contrario, snervandola ulteriolmente.
Michael la bloccò per un braccio per avere un contatto visivo.

-andiamo Anne! Veramente te la sei presa per un'offesa verso una band ormai sciolta ed inutile?!-

-inutile ci sarai tu! E per la cronaca...- disse scanzando la presa. - c'è ben altro, mi tratti in modo superficiale dopo che ti sono servita per colmare i tuoi traumi, sembra che io non valga nulla. Sembri infastidito ogni volta che mi avvicini a Victor e poi dopo scompari nel nulla. Datti una regolata!- sbraitò avanzando qualche passo velocemente, ma il ragazzo la fermò nuovamente disperato.

-Anne...per favore guardami...-

Il ragazzo sis sentì così in colpa, non era  di certo sua intenzione farle intendere che lui fosse così. Lui voleva...vooeva davvero avere qualcosa in più con lei. Forse era stato troppo affrettato a dire di essere innamorato di un'altra e si maledì anche di aver esplicitato la sua completa depressione ai suoi occhi. Anne era l'unica ragazza che lo riuscì a capire senza giudicare, era la ragazza da guardare con uno sguardo pieno di amore ed ammirazione, perché sì...lei era da ammirare per la sua allegria, celata dietro ad un mondo perfido. Bisognava tenerla d'occhio talmente che fosse perfetta ai suoi occhi, lontana da ogni ragazzo che potesse essere di livello inferiore alla sua superiorità, o forse, per la sua dannata ed improvvisa gelosia, lontana da Victor Smith, che probabilmente l'aveva colpita da subito. Ma infondo cosa poteva pretendere, Victor era un ragazzo benestante e da un'intelligenza sopraffina, ed oltre ad avere questa qualità( ritenuta pressoché vantaggiosa) era bello. Di una bellezza innata e questo Michael lo invidiava. L'intera famiglia Smith era conosciuta per questi elementi, nessuno ne era fuori. Come poteva mettersi al suo livello? Lui non era tanto benestante, nemmeno di una bellezza divina e ogni smata mattina combatteva con i suoi capelli che non si decidevano ad essere degni di stare in ordine. Ogni giorno guardava il suo riflesso trovando difetti al suo fisico, perché ovviamente non era perfetto come molto ragazzi della sua età. E allora perché?...perché Anne doveva scegliere lui? Una ragazza spontanea e delle stelle al posto degli occhi, proprio come lo zucchero al posto del cuore. Il suo sarcasmo è la protezione verso tutti senza fare differenza, non l'aveva mai vista usare un po' di diffidenza(fatta eccezioni per quelli di basket, ma anche lì, appena vide Simon per terra, con la controvoglia lo aiutò a rialzarsi avendo un discreto "grazie" da parte sua). Infatti, lo aveva aiutato, perché era bello.

-Anne davvero io non volevo ferirti-

Queste le parole che proferì vedendo l'indifferenza della ragazza negli occhi. Infondo quel suo lato che non aveva mai visto di Anne se lo meritava, era inutile.

-bene, ci sei riuscito anche se non maggiormente.-

La ragazza si sentì in colpa, ma voleva dare libero sfogo alla sua sofferenza e quindi fece per andarsene ma di nuovo la sua presa gli provocò mille brividi, sensazione che avrebbe voluto rivivere centinaia di volte se non di più.

-cosa vuoi ancora?- disse debolmente. Ma sgranò gli occhi appena si rese conto che le labbra erano incastrate in quelle del ragazzo. Michael le aveva preso il viso dolcemente e la baciò dolcemente senza ripensamenti. Un bacio che durò all'infinito e che Anne non potè credere ai suoi occhi.

-Anne, dal primo giorno, tu mi hai capito e perdere una persona come te, mi renderebbe solo uno schifo. Grazie.- finì per abbracciarla forte, mentre lei affondò la testa nel suo petto.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora