Capitolo 66

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-Ragazze, usciamo oggi pomeriggio?- Chiese allegramente Stephanie rivolte a noi sedute depresse sul divano. Sbuffò guardandoci. -Dai, per favore! Mi ha passato il numero, il ragazzo che mi stavo per limonare e che è andato tutto a puttane per colpa dei vostri fidanzati ciclati.- Ci guardò ancora. -Magari, potete sostituirli...- Fece una pausa. -E Sam! Mi ha detto che c'è uno interessato a te. Ti ha visto l'altra volta, magari mandi a quel paese Joseph una volta per tutte.-

La ramata si alzò velocemente dal divano e incitò tutte per uscire. Noi roteammo gli occhi e costrette le seguimmo a ruota. Ci trovammo nel locale dove lavora Mickey, ormai era fisso amdare lì. C'erano i fratelli Martinez, Alvaro Garcìa, il ragazzo di cui parla sempre Steph(mi sembra tutto fuorché normale, ma dettagli.), un altro ragazzo che poi dopo si presentò in generale e in particolare a Sam come Nick Davies, un ragazzo dai capelli ricci color cioccolato, occhi marroni e alto. L'abbigliamento, meglio non parlarne, se non fosse per quella felpa da camionista sarebbe una favola, ma passiamo all'organizzatore dell'uscita. Per me un malato mentale, ma sarà una mia impressione. Occhi marroni, capelli lievemente rasi, tendenti al nero e di un'altezza media. Altra presenza era Didier, intento a parlare con altri ragazzi, di cui amavamo poco la presenza. All'appello. Ian e Michael. Anne si irridì.

-Oggi lo castro a questo, ma non era schiattato?-

Simon appoggiò le mani sulla spalla della ragazza e ci salutò tutte, insieme a Chris, David il capitano (the best) e Noah.

Michael e Noah, nella stessa stanza...non prometteva proprio bene.

-Non so cosa ci faccia quel soggetto lì.- Continuò Simon socchiudendo gli occhi e avendo il volto di Anne vicino lateralmente.
-Sì, ma la distanza.- Lui la guardò e alzò le mani in segno di arresa.

-Non ho capito, adesso ve la fate con lui?- Protestò Noah. Io scossi la testa. -Non fraintendere, non sapevamo minimamente della presenza di Michael.- Lui annuì con le braccia conserte.

-Lo sapete che se vi beccano quei coglioni dei vostri fidanzati, finisce male qui, vero?- Continuò indicando la cerchia di persone.

-Sì, ma scialla ok?- Intervenne Chloe. David alzò un sopracciglio fissandola. -Tu ti stai frequentando con Timmy, stai buona.-
-Tranquillissimo.-

Simon allungò un braccio verso la ragazza. -Ciao cognata!-
Ci bloccammo guardandolo inorridite. -Sapete che scherzo? Io e Sirius siamo solo migliori amici. Lo sapete chi mi piace.-

Ah, Simon aveva fatto coming out.

David scosse la testa dandogli uno schiaffo dietro la nuca. -Ma quando lo vuoi ammettere che a quello lo hai mandato a fanculo e ti piace Sirius, mh?-
-Ha un bel culo.-
-Guarda che lo prendi tu dietro, non lui.-

Lui sospirò. -È bellissimo.-
-Lui o prenderlo dietro?-
-Certo! Cioè...Il sesso in generale!- Divenne paonazzo in viso e noi ridemmo.

-Tranquillo che mio fratello pure gay è.-
-Ma è etero...-
Anne rise fortissimo. -Che bella battuta!-
Lizzie si staccò dal dialogo con Didier e intervenne: -You fell first, he fell harder!- Simon divenne rosso. -Ok, può darsi che mi piaccia...-

-Ma va!- Dissi. Lucas si avvicinò sorridendomi, avvolgendo con un braccio la mia spalla.

-Hey riccia, come stai? Hai fatto pace con Romeo?- Domandò con tanto di risata. Risi istericamente, fissando le ragazze. -Non credo che siano affari che ti riguardano, ma io sto bene. Grazie.-

-Scusa davvero, non volevo colpire un tasto dolente.- Mi strinse la guancia giocosamente. -Comunque sei troppo carina, ti giuro.- E mi strinse di nuovo le guance facendomi sorridere.

Alvaro invece, sembrava lanciare occhiate a Lucas, cosa che mi fece preoccupare altamente, ma quando il primo prese il telefono dalla tasca del suo jeans, lo spagnolo lo adocchiò male, facendo roteare all'altro gli occhi rivolgendo poi l'attenzione a Stephanie.
La serata sembrò proseguire bene, fin troppo bene e ritornammo a casa accompagnate dai ragazzi, a casa mia. In quel weekend ero da sola e chiesi a tutti di rimanere a dormire, anche perché non stavamo insieme da un po', sopportando anche la presenza di Ilary, poiché ragazza ufficiale di Steve. Quando aprii la porta, mi trovai Tom di fronte.

-Ciao.-
-Ciao...- Rispose, guardò poco più lontano di me e inserrò la mascella. -Di nuovo con lui? Non è che credi davvero che io ti stia tradendo?-

-Cosa? No, no...io e Lucas siamo amici, non ricominciare!-
-Ok, va bene, senti...non voglio litigare, stavo andando via perché sono venuto a trovare Belle.- Mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò salutando tutti e guardando male Lucas e Alvaro.

Tom one week ago
Ero sul divano a guardare la partita da solo, con un pacco di patatine e una birra. Imprecavo ad ogni passaggio o tiro fatto male, fino a quando non mi squillò il telefono. Mi irrigidì, appena vidi il nome illuminato sullo schermo. Staccai la chiamata, ma di nuovo, così violentemente presi il cellulare e risposi.

-Cosa vuoi? Ti sei ricordato di avere un figlio?- Ci fu solo silenzio, in mille singhiozzi. -Mamma...che...che succede?-

-Tom...scusa davvero per tutto...-
Deglutii. -Mamma che succede?-

-Puoi tenere Lisa per favore? Tua sorella è impegnata con gli studi e io...-
-Mamma,se mi spoegassi cosa cazzo sta succedendo. Ma a prescindere la terrei con me, c'è anche la mia ragazza e Chanel.-

-Hai una ragazza?- Domandò, percependo un sorriso. Sorrisi. -Sì, mamma, poi te la farò conoscere, ma per favore, dimmi cosa sta succedendo.-

-Tuo padre ha avuto un incidente ed è in coma e...adesso il comando dell'anzienda è in mano ai Martinez.-

Mi si bloccò il fiato, ero semza parole, con il cuore a mille e lo sguardo fisso in un punto, con il pianto di mia mamma in sottofondo.

-Lucas e Jack, sono lì come sai, cerca di risolvere almeno con il primo e...-
-Non lo farò.-

-Non so cosa sia successo ma...-
-Ho detto che non lo farò. Lisa dov'è?-
-L'ho lasciata dalla nonna ieri mattina.-
-Va bene, vado a prenderla e ti prego non piangere...-
-Ti voglio bene Tom e scusa.-
-Ti voglio bene anche io mamma e scusami tu. Salitami tutti, anche papà...- Dissi con la voce spezzata. Quando chiusi la chiamata, mi passai le mani sul volto nervosamente, non riuscendo a portare giù il groppo che mi si era creato alla gola e piansi, talmente forte, da sentire l'eco della mia voce. La rabbia era mischiata alla tristezza ed ogni volta sentivo un peso sul petto. Iniziai a tremare, iniziando a fare avanti e indietro per il salotto, cercando di respirare profondamente. Uscii per andsre a prendere Lisa, asciugando le lacrime. Appena mi vide si fiondò tra le mie braccia.

-Tom!- Disse urlando il mio nome. Io la strinsi solamente, rimanendo avvolto in quell'abbraccio. Potevo stare in ginocchio all'infinito, tenendola tra le mie braccia.
Il resto della serata la passai in bianco, assicurandomi che la piccola dormisse beatamente all'oscuro di tutto. I giorni passavano e la situazione era la stessa, mangiavo poco, frequentavo di meno la scuola e non uscivo, mi dispiaceva anche star trascurando Ashley, non le avevo detto nulla, non perché io non mi fidassi di lei, ma perché non le volevo recare altri problemi, ma fu proprio quella notte che crollai, dopo la chiamata di mia mamma, nella quale disse che le condizioni di papà erano peggiorate. Chiamai Chanel, scusandomi mille volte per il disturbo, affinché controllare Lisa. Lei non esitò minimamente e corse subito, mentre io raggiunsi la casa di Ashley.
Suonai con un groppo alla gola, lei mi aprì ed io sorrisi.

-Hey, tutto ok?- Continuavo a sorridere, ma il mio labbro iniziò a tremare e la sensazione al petto, pieno i dolore mi fece fondare tra le sue braccia a piangere. La strinsi forte, come se mi mancasse, come se avessi bisogno di lei e mi sentissi davvero in colpa di tutto e di averla lasciata sola.

-Scusami...- Dissi tra i singhiozzi.
Lei rimase in silenzio stringendo la presa, con la consapevolezza degli altri ragazzi presenti in quella casa.

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora