Capitolo 3

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Cercai di focalizzare dove mi trovassi. Il letto era così comodo e confortevole. Aprii gli occhi rendendomi conto che non ero nella mia stanza.

Le pareti erano di un colore crema e la stanza piena zeppa di premi e libri.

Molto grande devo dire.

Girovagai lo sguardo altrove fino a trovare un bigliettino sul comodino di fianco al letto.

Ash, spero ti sia ripresa, io sono a scuola.
Se ti dovesse venire fame scendi in cucina, fai come se fossi a casa tua.

Steve.

Ero a casa di Steve.
Non mi ricordavo nulla di quello che mi fosse successo la sera prima, forse ero svenuta.

Non potevo approfittare della bontà di questo ragazzo dopo quello che era successo anche se non pienamente colpa mia.

Sospirai affondando la testa nel cuscino cercando di reprimere i pensieri che mi travolgevano.

Per un momento però, pensai a quegli occhi, forse preoccupati, severi e paralizzati alla mia vista. Forse non dovevo comportarmi in quel modo.

Ma alla fine a lui cosa dovrebbe importare di me?

yesterday, 7 p.m.

Tom

Quella ragazza era così fottutamente difficile. Nonostante i sentimenti così conflittuali mi importava sapere che cosa le stesse succedendo.

Ovviamente questo perché la conoscevo e non avrei nessuna con cui litigare ogni giorno.

Ovvio.

Mi piaceva confonderla con il mio comportamento ma sembrava che lei avesse un'arma che la difendesse bene nei miei confronti.

Così da ragazzo di classe, arrivai alla casa, la quale Stephanie Hernandez, nostra compagna di classe, nonché una delle migliore amiche della Walker, mi indirizzò.

Era così umile eppure abitava in due case? Che doppiagiochista, poi sarei io così.

Insomma, avanzai qualche passo aggiustandomi i capelli e suonai il campanello appoggiango un braccio ai bordi della porta, con il mio solito sguardo, consapevole che avrebbe aperto sicuramente lei.

Ma invece no.

Rimasi un po' impietrito. Magari era in casa.

-buonasera...?- salutò titubante una giovane.

-buonasera,scusate il disturbo, cercavo Ashley Walker, mi ha detto una nostra compagna di classe che vive qui.-

-oh si, è mia figlia.-

Sua figlia?

Caspita si somigliavano, sembravano quasi sorelle. Tranne i capelli che la Walker li aveva mossi con delle punte ai ricci, molto belli devo dire.

Ma perché sto pensando ai suoi capelli adesso?

-non dirmi che sei il ragazzo di cui tanto parla.-

Sorrisi leggermente.

-dipende...parliamo spesso...-
-mi parla sempre di un certo Steve Smith.-

We all need someone to stayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora