The Dungeon (4)

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L'odore del sangue riempiva l'aria e la terra. Rosso e vischioso, scorreva come un fiume in piena tra i cadaveri dei mostri e degli umani senza discriminare.

Un ragazzo di circa quindici anni percepì la propria carne venir strappate dagli artigli di uno dei lizerdman.

Bile e schifo gli riempirono la bocca, misti al sapore metallico del sangue.

*Splat*

Sentì la propria pelle lacerarsi, così come gli organi spappolarsi e le ossa spezzarsi sotto la pressione.

Fino a quando non sentì più nulla. Né rabbia, né dolore, né preoccupazione. Il dolce abbraccio della morte lo avvolse portandolo a sé.

Dall'altro lato del campo, una ragazzina era immobile, frenata dalla paura.

*Plat.*

*Plat.*

*Plat.*

I passi lenti e monotoni di una bestia risuonavano nelle sue orecchie come una sentenza.

La giovane indietreggiò leggermente.

Prima un piede.

Poi l'altro.

Fino a quando, qualcosa di duro e ruvido non la colpì alla schiena.

Lentamente, la ragazza sollevò lo sguardo.

E i suoi occhi lo videro in tutta la sua estrema nefandezza.

I denti gialli e cariati ricoperti da una densa bava che gli scorreva giù, lungo la mascella verdastra. La lunga lingua biforcuta sibilare al suo interno.

"M-Mam-"

Cercò di dire lei.

Ma il mostro le fu addosso.

*Crunch*

E mentre la sua testa veniva fracassata delle possenti mandibole, un rivolo di urina le macchiava le cosce, impegnate in uno spasmo involontario.
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"Merda! Merda!"

Gridò Rayliar scattando nella palude. I suoi piedi sembravano bruciare il terreno sottostante.

Il respiro affannato, i polmoni in fuoco, il cuore sul punto d'esplodere.

Ma nonostante tutto, non si sarebbe fermato.

Non posso. Non devo!

Pensò Rayliar scavalcando un tronco abbattuto.

E finalmente, il campo si mostrò a lui, immerso nel bagliore delle fiamme.

Il caos regnava sovrano: uomini che sterminavano mostri, mostri che sterminavano umani, in una danza primordiale nella quale i ruoli sembravano mescolarsi perdendo di significato.

"Cazzo... Cazzo!"

Urlò il falegname.

A terra, il corpo di un ragazzino giaceva senza vita, dilaniato in modo da renderlo irriconoscibile.

Lo sguardo di Rayliar si mosse veloce, passando da un punto all'altro del campo di battaglia.

Ad ogni angolo, l'orrore della morte sembrava volerlo riportare indietro, a scene già viste... già vissute.

"T-Ti... pr...ego......a...iut...ami..."

Disse una flebile voce accanto a lui.

Gli occhi del giovane si abbassarono.

Li nel fango, un uomo si stringeva il petto, tentando di fermare un'emorragia.

Al centro del suo ventre, il segno di tre artigli.

I lembi di pelle rialzati lasciavano intravedere i muscoli sottostanti, divelti dall'urto. Il sangue nerastro zampillava dalle ferite come acqua da una fontana.

Velocemente, Rayliar si strappò un lembo di camicia, per poi poggiarlo sull'addome dell'uomo facendo pressione. Come inchiostro, il sangue si espanse nel tessuto.

"T-Tieni duro, okay? Sono certo che ce la puoi far-"

*Splat*

E la gola dell'uomo si aprì come il mare per Mosè.

Il ronzio metallico di una spada vibrò leggero nelle orecchie del giovane.

"P-Perché cazzo l'hai fatto?!"

Domandò il ragazzo fissando Astalon.

Nei suoi occhi, un misto di rabbia e odio lo faceva sembrare più pericoloso di qualsiasi altro essere presente lì attorno.

"Sangue scuro. Vuol dire che il fegato è andato distrutto... aveva contaminato gli altri organi. Era già morto. Ho solo posto fine alle sue sofferenze."

Rispose indifferente l'uomo. I suoi capelli raccolti in una coda.

"E ora concentrati se non vuoi fare la sua stessa fine."

Aggiunse facendo segno di rialzarsi.

E così fece.

Prima usciamo vivi da qui... poi...

Pensò Rayliar.

Quello sguardo, ancora vivo nei suoi occhi scuri.

I am the Overlord II: Memory from the Future Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora