Rayliar Deligt

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Gemelli.

Così li definivano.

Tuttavia, Rayliar sapeva come lo chiamassero alle sue spalle.

Il Bastardo di casa Deligt.

Nonostante fossero nati entrambi lo stesso giorno, alla stessa ora, le loro situazioni non potevano che essere più diverse.

Un collaterale della famiglia Deligt.

Questo era Rayliar agli occhi di tutti.

Nonostante lui e il suo fratellastro avessero lo stesso padre, il solo fatto di essere nati da due madri diverse aveva segnato la loro vita già dalla nascita.

"Millenovecento novantotto... millenovecento novantanove... duemila."

Con un tonfo, Rayliar lasciò che la spada cadesse a terra.

Il ragazzo abbassò lo sguardo verso le sue mani.

Grossi calli bianchi ricoprivano i suoi giovani palmi.

E pensare che una volta non facevano altro che sanguinare...

Il giovane assaporò il dolore nelle sue braccia, la pulsione del suo sangue che scorreva veloce nelle sue vene.

Con fatica sollevò nuovamente l'arma.

"Altri duemila e ho finito."

E poi riprese a fendere l'aria.
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Solo due ore dopo, Rayliar raggiunse casa.

Una piccola capanna in legno lo accolse, fredda e austera. Nessuna decorazione superflua, nessun quadro o oggetto di arredo non strettamente necessario.

"Dove sei stato fino ad ora!"

Borbottò un uomo anziano, sulla settantina.

Lunghi capelli bianchi erano racchiusi in una coda e una barba ispida ricopriva gran parte de suo volto. Nonostante l'età avanzata, il fisico dell'uomo era tonico e ben definito. Due folte sopracciglia davano un qualcosa di comico al suo volto.

"Mi sono allenato nonno... cambiando discorso, è pronta la cena?"

"Certo. Siediti pure a tavol-"

Senza preavviso l'uomo si mosse veloce, sfoderando un gancio sinistro diretto al volto del nipote.

Piegandosi leggermente all'indietro, Rayliar lasciò sfilare il pugno vicino al suo mento, tanto da riuscire a sentire lo sfregamento tra le nocche e la sua pelle, per poi rispondere con un montante mancino, fermandosi solo a contatto con la barba de nonno.

Piegandosi leggermente all'indietro, Rayliar lasciò sfilare il pugno vicino al suo mento, tanto da riuscire a sentire lo sfregamento tra le nocche e la sua pelle, per poi rispondere con un montante mancino, fermandosi solo a contatto con la barba ...

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"Mh... meglio... molto meglio."

Disse il nonno sorridendo.

"Ora siediti a tavola e raccontami la tua giornata."

Aggiunse il vecchio lasciandosi cadere su una sedia.
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Dimitrov.

Così si chiamava. Nessun cognome, nessuna intenzione di aggiungerne uno.

Job: The Tailor. Una stella.

Da quando aveva memoria, Rayliar era cresciuto con lui. Da quando sua mamma era morta, non aveva avuto altri se non lui.

Se avesse dovuto definirlo con una parola, sicuramente avrebbe usato famiglia.

Nel suo letto di paglia, Rayliar non riusciva a non pensare ad altro.

Ti renderò orgoglioso nonno. Riceverò un buon ruolo e ti porterò via da questa topaia.

E mentre questi pensieri gli frullavano per la mente, un nuovo giorno si faceva sempre più vicino.
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Il mattino seguente, Rayliar si alzò di buon ora.

Si lavò nel catino e si vestì.

"Nonno, io vado."

Disse chiudendosi la porta di casa alle spalle.
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"Come sapete, oggi arriverà l'inviato del re. Domani sarà il giorno della scelta per alcuni di voi. Ben quattro."

Disse Glasgow camminando avanti e indietro, ben dritto sulle gambe e incrociando le mani dietro la schiena.

"Oggi pomeriggio ognuno di voi quattro avrà un colloquio con questa persona. Sappiate che è uno dei migliori cavalieri del re... fate bella impressione e magari farete qualcosa di buono nella vostra vita, chi lo sa."

Aggiunse l'uomo fissando il suo sguardo sui quattro.

Mh... sembra che siano arrivati...

Pensò rilasciando una leggera quantità di mana nell'aria.

I am the Overlord II: Memory from the Future Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora