To the South (3)

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"Fermo! Fermo!"

Rayliar non riusciva a comprendere cosa avesse voluto dire con quelle parole.

Come può essere collegato...

Il giovane sentiva la sua testa girare in un turbinio di domande ed emozioni che lo nauseavano.

Barcollando, Rayliar si appoggiò ad un muro nel tentativo di rimanere in piedi.

Devo sapere!

Si ripromise.

E la sua mente si schiarì di colpo, lasciando spazio alla sola determinazione.

Attorno a lui, tutto si fece più caldo.

Uno strano vapore gli lasciò le dolci labbra.

*Shoom*

E poi sparì come una cometa.
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I suoi piedi bruciarono il terreno sotto di loro, scattando tra le vie della città.

Con un balzo, Rayliar si portò in cima ad al tetto di uno dei palazzi.

Sotto di lui, la vita della gente continuava tranquilla nelle vie ridenti di Kandahar.

Il giovane iniziò a muoversi, il suo mantello fluttuava nel vento.

L'aria fredda gli carezzava il viso, mentre il paesaggio si faceva sempre più sfocato, passandogli ai lati come una carrellata di immagini.

Gli occhi di Rayliar fissavano la strada, nel tentativo di intercettare il convoglio.

Così è impossibile...

Troppe persone.

Riuscire ad individuare una carrozza tra le tante sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.

Lentamente, Rayliar concentro il suo mana, facendolo fluire verso l'esterno.

Come una mano invisibile, il suo sesto senso entrò a contatto con il mondo circostante, disegnando una mappa nella sua mente.

Come quando nel buio di casa propria ci si riesce a muovere a memoria, così Rayliar percepiva il mondo attorno a sé. Un'immagine nitida e confusa allo stesso tempo.

Gli uomini e le donne per strada, i bambini che giocavano in un vicolo a pallone, persino un cane che si grattava pigramente la testa al sole.

Tutto attorno a lui divenne palpabile, come se fosse lì accanto.

E nemmeno Ian poteva sfuggire alla sua onniscienza.

Trovato!

*Shoom*

I suoi piedi scivolarono sulle tegole del tetto.

Simile ad un gatto, Rayliar si piegò, cambiando direzione senza perdere momento.

Non sapeva bene come, ma riusciva a percepirla muovere per le vie di Kandahar.

Con un salto, il giovane balzò da un palazzo all'altro senza mai fermarsi.

Destra, sinistra, su e giù.

Non importava cosa dovesse fare per acchiappare quella carrozza.

100 metri...

90...

80...

50...

20...

10...

Ora!

Arrivato sul cornicione, il ragazzo si lasciò cadere nel vuoto.

I suoi occhi chiusi.

Rayliar percepì il suo stomaco muoversi verso l'alto.

E poi...

*Boom*

La carrozza era proprio lì, sotto i suoi piedi.

La carrozza era proprio lì, sotto i suoi piedi

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"M-Ma che diavolo?!"

"Q-Qualcuno è saltato dal tetto!"

"Proteggete il padrone!"

Le guardie nel panico non sapevano che fare.

Mai si sarebbero aspettati che qualcuno si gettasse da un tetto.

Senza prestare attenzione, Rayliar sradicò il portello a mani nude, per poi infilarsi all'interno della vettura.

Seduto sulla poltrona imbottita, Ian Philip sorseggiava un te con i biscotti.

Il suo viso tranquillo non lasciava trasparire alcuna emozione.

"Mi aspettavo che l'avrei rincontrata, ma non così in fretta."

"Come può capire, signorino Philip, non sono una persona molto paziente."

Disse Rayliar in tono freddo.

Solo i suoi occhi parevano brillare come fiamme.
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Il caldo era insopportabile.

L'aria tersa ondeggiava come fosse acqua, modificando ciò che si trovava al di là del proprio sguardo.

Le impronte degli scarponi venivano spazzati via dal vento che sapeva di morte e di sabbia.

Infinite colline giallastre si ripetevano sotto al sole cocente.

Solo un ragazzo sembrava trovarsi a suo agio.

Il suo volto coperto da una tela di seta lasciava intravedere solo i suoi occhi.

Accanto a lui, un enorme uomo dai capelli biondi e una giovane ragazza.

"Sembra che alla fine ti abbia convinto, eh? Ahahaha!"

"Sembrerebbe proprio di sì."

Nonostante fosse difficile credere ad un ragazzino, se quello che aveva detto era vero, Rayliar aveva tutte le ragioni di trovarsi lì.

E nulla avrebbe fermato la sua vendetta.

I am the Overlord II: Memory from the Future Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora