Prologo

45 7 0
                                        

[destino (ant. distino) s. m. [der. di destinare]. – 1. La predeterminazione fatale dell'accadere; il succedersi degli eventi ritenuto come preordinato e necessario, al disopra dell'umana capacità di volere e di potere: subire il d.; rassegnarsi al d.; seguire il proprio d.; predire il d.; leggere nel libro del d.; avere un brutto destino. Nel linguaggio fam., è destino, era destino, seguìto o no da prop. soggettiva, è (o era) destinato, fatale, irrevocabilmente stabilito da una volontà superiore o dal succedersi degli eventi: perché prendersela? si vede che era d.!; era d. che non dovessero più incontrarsi; è d. che io ci debba sempre rimettere. Talora personificato e inteso come una superiore potenza che opera secondo leggi immutabili: essere perseguitato dal d.; prendersela col d.; non si può sfuggire al destino. Con sign. più generico, sorte, anche al plur.: i d. della patria, dell'umanità.

*

Cos'è il destino?

È pensiero comune, fin dai tempi antichi, che esso, o il fato che dir sì voglia, sia qualcosa che non può non essere, qualcosa che è predestinato. L'uomo nasce con un destino e vive la vita seguendo delle rotaie prefissate a cui è impossibile cambiare direzione. Quello che deve avvenire, avverrà, perché è destino per l'appunto, è scritto. Se poi all'interno di questa matassa viene inserita anche una profezia che predice in qualche modo questo fato, sembra che non ci sia più nessuna via di scampo. Non importa quanto si provi a cambiare il corso degli eventi, non importa quante precauzioni si prendano per modificare quello che si sa dovrà avvenire.

Accadrà.

Ma da cosa viene messo in moto il destino? Cos'è che lo porta ad accadere? Il destino stesso, o la paura che si compi?

La ragazza non poteva sfuggire al suo destino.

Quanto è vera questa frase su una scala da zero a dieci?

Si può considerare questa domanda sciocca, una domanda a cui rispondere, magari in modo annoiato o irritato: Dieci, è il suo destino!

Oppure ci si può sentire scocciati da queste fesserie, e rispondere, allo stesso modo annoiato o irritato: Zero, ognuno è padrone della propria vita!

Tenete per voi queste risposte, o qualsiasi pensiero la domanda vi ha suscitato.

Tenetela lì, da parte. Cercate di non dimenticarla, perché vi verrà posta di nuovo alla fine della storia.

Sarà cambiata?

Lo vedremo quando arriverà il momento.

Per ora, diamo il via al corso del destino.

*

Un tempo lontano alla memoria

«Mia signora, la profezia è chiara.»

Gli occhi azzurri della donna lo stavano guardando con tristezza. All'interno delle sue iridi vi erano però anche delle ombre di ribellione e miscredenza, dei sentimenti che sembravano voler disconfermare quanto le aveva appena detto, quanto le stava ripetendo da ore. Non per cattiveria, ma perché lei stessa gli aveva chiesto di farlo, con l'intento di trovare una scappatoia in quella profezia che era arrivata a portarle via quanto di più caro aveva al mondo nello stesso istante in cui l'aveva conosciuto.

«Ci deve essere un modo, uno qualsiasi!»

La donna si ribellò alle sue parole con tutta la forza che aveva in corpo, molta poca considerando che aveva da poco dato alla luce quella piccola creatura che stringeva tra le braccia come se fosse la cosa più preziosa che possedesse. Di fatto, era tra quelle.

«Mi dispiace, ma non esiste soluzione» ribadì lui, tenendo a bada la tristezza che provava davanti a quella terribile scena a favore della decisione che il suo ruolo gli chiedeva di dimostrare. «Le due divinità sono in accordo.»

La donna distolse lo sguardo, lo abbassò per osservare la neonata che dormiva serena tra le sue braccia. Si immaginava senza difficoltà i pensieri che si stavano susseguendo nella sua mente alla ricerca di una soluzione disperata.

Era certo, in fondo, che avrebbe fatto di tutto per proteggerla dal suo destino.

«La manderò via, lontano da qui e da tutto questo» sentenziò con una nota di dolore. Rialzò lo sguardo, ritrovando il suo. «Crescerà senza sapere chi sia e da dove provenga, non vi farà mai ritorno. In questo modo, la profezia non potrà avverarsi.»

Lui rimase a lungo in silenzio, dandole modo di capire che non fosse d'accordo ancora prima che lo dicesse ad alta voce. Non vi era bisogno di farlo, d'altronde. Lo conosceva bene, era l'unica a conoscerlo davvero, e sapeva in che cosa credeva. Principalmente in tutto quello a cui lei non voleva credere ma che, a giudicare dalla decisione appena presa, non osava sfidare.

«Con tutto il rispetto, mia signora, non si può sfuggire al destino

Déjà vuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora