La regina Lisa aveva mantenuto la sua parola.
Maximillian aveva bussato alla sua porta di buon mattino, dicendole che, se lo desiderava, avrebbe potuto accompagnarla alla sartoria anche in quel momento.
Iris aveva desiderato correre al laboratorio, che si aspettava sarebbe stato meraviglioso come qualsiasi altro luogo della reggia, ma aveva tentennato quando aveva pensato che sarebbe stato sicuramente colmo di lavoratori, al mattino.
Così aveva detto al paggio che le sarebbe piaciuto andare nel tardo pomeriggio, e gli aveva chiesto se, invece, avrebbe potuto mostrarle la biblioteca.
Allo sguardo sorpreso che Maximillian le aveva rivolto, Iris aveva aggiunto, titubante: Esiste una biblioteca, vero?
Esisteva.
Ed era la biblioteca più bella che Iris avesse mai visto.
Non che avesse molti termini di paragone, ma era certa che fosse davvero una delle sale di lettura più belli di tutti i regni.
Iris aveva passato lì tutta la mattina e il primo pomeriggio, indisturbata. Victoria aveva iniziato le lezioni con il precettore, e lei aveva avuto quindi tutta la giornata libera da occupare, fino all'ora del tè.
Ancora non sapeva come organizzare le proprie giornate, cosa fare, ma riprendere i suoi studi – dopo averli dovuti interrompere a causa del viaggio – le era sembrato un buon modo per iniziare la sua vita in quel posto.
Aveva raccolto uno dei libri più semplici che era riuscita a trovare, aveva recuperato dei fogli e un calamaio, e si era seduta allo scrittoio più nascosto alla vista.
Aveva messo tutto a posto solo alle quindici e trenta, e alle sedici aveva raggiunto Victoria alla sala del tè. Il giorno prima, la regina Lisa le aveva spiegato che sarebbe stata un'usanza giornaliera. Le lezioni di Victoria sarebbero sempre finite in tempo per partecipare al tè, e che Iris, in veste di sua dama, avrebbe dovuto affiancarla.
Arrivata lì, si era sorpresa nel trovare anche la principessa Odette e una delle sue dame, Linette.
Ma poi Iris si era resa conto che anche il tè doveva essere ormai diventato un momento di studio, per Victoria, e aveva immaginato che ogni giorno avrebbero trovato in quella sala qualche nobildonna con cui conversare.
Quella con la principessa Odette e la sua dama era stata, però, una bella conversazione. Iris vi aveva partecipato con interesse, e le erano tornate in mente le parole che Noah le aveva detto soprappensiero quella sera.
Se vuoi andare sul sicuro, ti consiglio di avvicinarti prima a Linette e Matilde, loro sono a posto.
Aveva ragione. Linette si era comportata in maniera ineccepibile, era stato un piacere parlare con lei, e Iris aveva poi ricordato che era stata una delle poche, a quella cena, a non averle fatto domande personali su Victoria.
Solo una volta finito il tè, e riaccompagnato la sua amica in camera, Iris era andata alla ricerca di Maximillian per chiedergli di portarla al laboratorio.
Era già calato il sole, quindi, quando Iris arrivò davanti alla porta della sartoria. Ma non le dispiacque, aveva desiderato andare lì nell'orario più improbabile per essere libera di muoversi senza doversi preoccupare degli sguardi e delle domande degli altri.
E, in prossimità dell'orario di cena, Iris era sicura che non ci sarebbe stato più nessuno.
Maximillian aprì la porta e le fece strada, così Iris si affrettò dietro di lui. Fece però pochi passi. Sentì il bisogno di fermarsi per ammirare il luogo in cui era entrata.
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Déjà vu
RomanceIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...