Il campanile di Intelli aveva da poco suonato le cinque del pomeriggio quando Iris si decise ad alzarsi dallo sgabello su cui era seduta da due ore per affacciarsi alla finestra per cercare di capire da cosa fosse causato tutto quel chiasso che andava avanti da diversi minuti.
La stradina su cui si apriva la porta della sua casa era brulicante di una quantità esagerata di persone, considerando che non fosse una delle principali del paese. I loro visi trasudavano gioia, erano festosi e lieti, e il loro parlottio era fitto ed eccitato. Iris non riuscì a comprendere molto di quanto si stavano dicendo, il rumore generale era tale da sovrastare la possibilità di cogliere una singola conversazione. Persino i loro movimenti erano frenetici, arrivavano da tutte le direzioni possibili ma sembravano tutti star andando verso una sola.
E, a giudicare dalla via verso cui si muovevano, Iris dedusse che quella meta comune fosse la piazza del Mercato.
Si domandò se avesse dimenticato qualche evento particolare in programma per quel tardo pomeriggio, o magari una riunione cittadina o, addirittura, un'emergenza.
La felicità generale, però, le fece escludere quell'ultima ipotesi.
Fortunatamente, la possibilità di ricevere risposta le arrivò poco dopo sotto forma di un'anziana signora che, come tutti gli altri, passò con una camminata frettolosa proprio davanti la sua finestra.
«Baba!» la richiamò a gran voce.
La vedova Murettin, con i suoi novantaquattro anni, era la donna più anziana di Intelli. Oltre a essere ancora in perfetta forma, aveva un'ottima predisposizione a sapere i fatti di tutti ancora prima che li sapessero i diretti interessati. Tutti, in paese, la chiamavano baba, un nomignolo affettuoso affibbiatole da chissà quanto tempo.
Al suo richiamo, la signora portò gli occhi vispi e chiari quanto una lastra di ghiaccio nella sua direzione.
«Baba, cosa succede?» le domandò Iris, quando questa cambiò rotta per avvicinarsi alla sua finestra.
La sua espressione felice mutò in sorpresa. «Ma come, non hai sentito la bella notizia?» le chiese di rimando con la sua vocetta acuta.
Iris scosse la testa, ignara. Solo a quel punto si ricordò del signore che aveva incrociato diverse ore prima, l'uomo che le aveva chiesto indicazioni per la casa dei Paddington.
Porto solo ottime notizie, aveva detto. Tra poco tutto il vostro regno sarà in festa.
Preoccupata per la scomparsa dei suoi disegni e poi presa dal lavoro, Iris aveva dimenticato quell'incontro e le parole che le aveva rivolto.
«È successo qualcosa alla famiglia Paddington?» aggiunse in fretta, timorosa quanto lo era stata quando l'aveva domandato al forestiero.
«È successo qualcosa alla fam...» le fece eco la vedova Murettin, stupita, senza però completare la frase. Poi sorrise estasiata, contenta di poter raccontare la storia a qualcuno che ancora non la conosceva. «La signorina Victoria si sposa!» esclamò, battendo le mani rugose due volte, dei colpi secchi di eccitazione.
Le labbra di Iris si mossero per qualche istante senza produrre alcun suono, per poi riuscire a formulare in un sussurro: «Victoria Paddington?».
«Ma certo, mia cara. La nostra Victoria. Ha ricevuto stamattina la notizia.»
Lo stupore e l'incomprensione furono i primi sentimenti a fare la loro comparsa. Mai, quando aveva incontrato quel forestiero alla ricerca della casa dei Paddington, avrebbe potuto immaginare un risvolto del genere. L'idea di un matrimonio per Victoria non era mai stata nell'aria. O almeno, a lei non gliene aveva mai fatto parola.
STAI LEGGENDO
Déjà vu
RomanceIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...