Fu un bel funerale, per quanto i funerali potessero essere considerati belli.
Si presentò tutta Intelli – non che Iris avesse mai avuto qualche dubbio –, tanto che molti dovettero rimanere fuori dalla chiesa, accalcati al portone per riuscire a sentire almeno uno sprazzo del discorso del prete Luini, che disse solo care e amorevoli parole. Così come il signor Eldervi, che fu il primo a parlare, e poi la vedova Murettin, il signor Paddington, il vecchio pescatore Maximillian e il giovane fruttivendolo James. E Intelli sarebbe andata avanti per ore se il prete non avesse interrotto quella processione all'altare che stava andando avanti da un'ora.
Iris gliene fu grata. Non credeva che avrebbe potuto sopportare di ascoltare un altro ricordo felice o aneddoto divertente su suo padre. Soprattutto perché erano perlopiù correlati ai ricordi e agli aneddoti su sua madre. Amava quelle persone e i loro discorsi, ma non facevano altro che ricordarle che aveva perso entrambi i suoi genitori e che non avrebbe mai più provato la felicità insita in quelle storie, perché diventata caratteristica del passato.
Quando la messa finì, tutti si misero in coda per seguire la bara lungo la strada che l'avrebbe portata al campo santo appena fuori dal paese. Suo padre sarebbe stato seppellito vicino alla moglie, riuniti nella morte per riposare fianco a fianco come in un letto nuziale.
Fu proprio in quel momento, quando intorno alla chiesa si creò un caos di corpi in movimento, che Iris ne approfittò per sgusciare via così da allontanarsi dalla cerimonia. Decise che non li avrebbe seguiti al cimitero, non aveva le forze per partecipare alla sepoltura – che i suoi compaesani avrebbero comunque portato avanti senza di lei, comprendendo che si fosse attardata indietro perché bisognosa di solitudine.
Desiderava allontanarsi dalla morte.
Così si incamminò nella direzione opposta; costeggiò il porticciolo silenzioso e si addentrò sempre più nel paese, senza incontrare nessuno se non qualche gatto e cane di proprietà di tutti.
Se ne stavano beati al sole, godendo di quella giornata che sapeva di salsedine, e solo uno di loro si scomodò ad alzarsi per andare a salutarla. La seguì scodinzolando per qualche metro, per poi tornare indietro dai suoi compagni. Persino gli animali, a Intelli, andavano d'accordo gli uni con gli altri.
Iris passò qualche casa e qualche negozio familiare, fino ad arrivare alla libreria dalla facciata storta del signor Eldervi. Sapeva che l'avrebbe trovata aperta, a Intelli nessuno chiudeva le porte, e sapeva anche che a lui non avrebbe dato fastidio il fatto che vi si fosse intrufolata alla ricerca di pace. Ne sarebbe stato anzi orgoglioso.
Abbassò la maniglia ed entrò nello stretto edificio di pietra, lungo e dall'alto soffitto a punta. Le era sempre piaciuta la pianta di quel negozio, diversa da ogni altra del paese, che le aveva sempre dato l'impressione di essere in un posto appartenente a qualche terra magica. Quel luogo, per lei, era una porta che si apriva su milioni di possibilità da cogliere di volta in volta.
Inspirò profondamente, rilasciando poi l'aria che sembrò alleggerirla, come se insieme al fiato avesse lasciato andare anche tutta la stanchezza che quella giornata appena iniziata le aveva adagiato sulle spalle.
Poi si mosse verso il fondo della libreria, passando nello stretto corridoio costeggiato da due file parallele di scaffali di legno pieni di storie e vite altrui che Iris non aveva ancora avuto la possibilità di conoscere.
Avanzò fino ad arrivare allo scaffale più lontano dall'entrata, accovacciandosi poi a terra per osservare meglio i libricini che si accavallavano gli uni sugli altri. Ne spostò alcuni, cercandone uno in particolare che trovò dopo pochi secondi di ricerca attenta.
Lo tirò fuori con cautela, soffiandone via la polvere dalla copertina che raffigurava un piccolo gatto giallo. Se lo strinse al petto, rassicurata come sempre l'aveva fatta sentire da bambina, e si accomodò meglio sul pavimento.
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Déjà vu
RomanceIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...