A detta di Maximillian, il porto di Intelli non era mai stato pieno come quel lunedì, se non forse per il giorno in cui Iris era arrivata a quelle sponde e tutti gli abitanti, sentita la notizia, erano accorsi per vedere quell'orfanella miracolata.
Ma se quella mattina di diciassette anni prima la città si era riunita gioiosa e in festa per l'arrivo di una neonata che avrebbe arricchito di un'anima in più la loro vita, in quel giorno appena nato i paesani si erano riuniti con i visi sorridenti ma gli animi tristi per salutare due delle giovani più amate dal paese.
La notizia della sua partenza era arrivata alle orecchie di tutti appena un'ora dopo la sua decisione, merito della vedova Murettin che era stata nelle vicinanze del maniero Paddington quando Iris vi era corsa dal cimitero. Una notizia che le era stata riferita dal signor Corey, il paggio degli Hudson che era stato subito informato di quella nuova passeggiera e che era uscito di tutta fretta per spedire un messaggio alla Corte di Huron.
L'anziana, vedendolo correre sotto il sole cocente, l'aveva fermato per dei convenevoli, fiutando nell'aria un pettegolezzo succulento e lui, con la smania di arrivare al molo prima che partissero le poste per la terraferma, si era lasciato sfuggire la fresca notizia.
E, come aveva predetto il signor Eldervi, quella fu accolta da Intelli con gioia e orgoglio ed era riuscita ad assopire i tristi sentimenti della morte del signor Larson che avrebbero aleggiato sul paese per ancora mesi.
Così avevano iniziato a circolare per le strade delle frasi che a Iris erano suonate molto familiari, perché la sua partenza con Victoria era stata dichiarata come un segno del destino, qualcosa che non avrebbe potuto essere altrimenti, qualcosa di così ovvio che tutti sembravano aver predetto ancora prima che vi fosse effettiva possibilità di farlo.
A Iris si era acceso un nuovo sorriso gentile e sincero quando, tornata a casa per riempire i tre bauli che la famiglia Paddington le aveva fatto recapitare alle porte, gli abitanti del paese avevano ricreato al suo uscio una marcia che, a differenza di quella dei giorni precedenti, aveva avuto tutt'altra aria di funebre.
Tutti si erano infatti ritrovati a bussare alla sua casa per entrare a stringerla in abbracci che le avevano tolto il respiro e a sommergerla di lacrime di commozione, fermandosi a mangiare i rimasugli dei cibi che ancora adornavano il suo piccolo tavolo, a darle suggerimenti e raccomandazioni su come avrebbe dovuto comportarsi in quella nuova vita, a portarle regali che secondo loro le sarebbero potuti essere utili e ad aiutarla a raccattare in giro per l'abitazione ciò che doveva portarsi dietro.
Aveva quindi passato due giorni a impacchettare i suoi pochi averi: tutti i suoi strumenti da lavoro erano stati adagiati con attenta cura nel primo baule, tutti i suoi abiti e accessori erano stati ripiegati e sistemati nel secondo baule, tutti gli oggetti da cui non voleva separarsi erano stati ammassati senza logica nel terzo baule.
La domenica, i signori Paddington avevano organizzato un pranzo d'addio, replicando la festa che aveva animato tutta la notte della notizia del fidanzamento della figlia. Quello, però, si era concluso con le luci del tramonto, perché Iris e Victoria erano dovute tornare ognuna alle proprie case per sistemare le ultime cose e per dormire un sonno ristoratore così da alzarsi fresche e in forze per affrontare l'alba della partenza.
Ma Iris non aveva chiuso occhio ed era rimasta sveglia tutta la notte, seduta sulla poltrona di suo padre con leggere lacrime di malinconia e gioia, conversando con i fantasmi della sua famiglia e con quella casa a cui avrebbe dovuto dire addio, raccogliendo il coraggio di farlo che, a mano a mano che il tempo era avanzato e il cielo aveva iniziato a rischiararsi, era venuto sempre meno.
Ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse riuscita effettivamente a uscire dalla porta e a chiudersela, con ogni probabilità, per sempre alle spalle, ma sospettava che il merito fosse stato di Victoria e del suo sorriso che, alle sei del mattino, era arrivata con Sebastian e Christian a prendere l'ultimo bagaglio che aveva tenuto per la notte.

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Déjà vu
RomantizmIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...