La sala del trono era vuota eccetto per i reali, nessuna folla di curiosi si era riunita lì per aspettare la regina Nora e sua figlia.
I reali Hudson avevano tenuto chiuse le porte per permettere alle loro ospiti di riposarsi dal loro lungo viaggio senza dovere immediatamente incontrare una folla di gente pronta a stringere loro le mani.
Folksir avrebbe però scommesso senza timore che molte persone, in paese, si fossero radunate sulla strada reale che portava alla reggia per aspettare la carrozza e porgere i loro saluti. Il popolo aveva già un debole per quella ragazza che sarebbe diventata la loro regina e le visite della famiglia reale Valsecchi destavano sempre clamore.
Folksir guardò in direzione dei troni. Mikael era seduto su quello alla destra e Odette, in piedi vicino a lui, era molto più allegra rispetto a quando si era ritrovata in quella stessa sala ad attendere l'arrivo della signorina Paddington. Anche Simon era già lì, chino verso il padre a parlottare di qualcosa che Folksir non si preoccupò di seguire.
Era da quando si era svegliato che stava provando a tenere a bada l'ansia. L'idea di rivederla riusciva sempre a metterlo in agitazione, nonostante da quando avesse lasciato la corte dei Valsecchi diciassette anni prima l'aveva già incontrata diverse volte durante le sue visite a Huron. Da quando suo marito era deceduto, però, la regina Nora non aveva più lasciato Rocheforte, ed era quindi da tre anni che non si incontravano.
Manca poco, pensò guardando l'arco d'entrata della sala del trono. Sta arrivando.
«Dov'è Noah?»
Folksir sussultò quando sentì la voce di Lisa al suo fianco. Era stato così preso dalle proprie emozioni da non essersi neanche accorto del suo arrivo.
Folksir scosse la testa. «Non lo so.»
La regina sospirò, stanca. «Non lo vedo da quando ieri pomeriggio è andato a cavallo» mormorò. «Se non si dovesse presentare...»
Ma non riuscì a finire la frase, perché Noah comparì accanto a lei, entrato silenzioso dalla porta riservata ai reali. «Sono qui, madre» le disse, avvolgendole un braccio attorno alla vita e depositandole un bacio sulla fronte. «Non c'è bisogno di elencare tutti i modi in cui mi tortureresti.»
Il sollievo sul volto della regina fu evidente. Incrociò gli occhi del figlio, gli lasciò una carezza sul viso e poi si allontanò per prendere posto accanto al marito senza aggiungere una sola parola, ma lasciando dire ai suoi occhi colmi di gratitudine tutto quello che c'era da dire.
Noah invece non si affrettò nella stessa direzione e rimase vicino a lui, l'espressione ironica che aveva accompagnato la sua presentazione slavata ora da rassegnazione.
Folksir lo scrutò, provando ancora una volta a capire dal suo volto i pensieri che gli vorticavano nella testa. Il suo sguardo spento era dovuto solo all'arrivo di Livia, o a qualcosa di molto più profondo? Era la stessa espressione che aveva esibito al pensiero del suo matrimonio, o si era scurita ulteriormente per motivi che ancora non erano alla luce del sole? Era la solita docile rassegnazione suscitatogli dal pensiero di non essere libero di trovare il suo amore, o era cambiata, trasformandosi nella rabbia di non poter stare con l'amore trovato?
Folksir non riusciva a capirlo, o forse desiderava non farlo.
«Sei venuto.»
Noah portò i suoi occhi nocciola nei suoi. «Certo che sono venuto. Pensavate davvero che non mi sarei presentato?»
Folksir si strinse nelle spalle. «Non ti sei presentato all'arrivo della signorina Paddington.»
Noah rifuggì lo sguardo. «Era diverso.»
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Déjà vu
RomanceIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...