«La regina madre Valsecchi quando intende riconoscerti pubblicamente?»
Iris alzò gli occhi dalla macchina da cucire per guardare Victoria, seduta sullo sgabello di un piano lavoro immacolato vicino a quello, caotico, dove era sistemata lei.
«Non lo so, non ne abbiamo parlato» le rispose. «E non so neanche cosa significhi riconoscermi pubblicamente. Come funziona? A chi lo deve dire? A chi può interessare, poi? Da quanto mi ha detto, tutti i miei parenti sono morti» aggiunse, titubante.
Non era qualcosa su cui Iris si era interrogata più di tanto. Non pensava ci fosse un protocollo da seguire. La regina si sarebbe dovuta sistemare in piedi nell'atrio per declamare il suo lignaggio? Avrebbe dovuto sussurrarlo alle orecchie delle sue dame di compagnia e aspettare che fossero loro a spargere la notizia?
Victoria tamburellò con le dita sul grosso tomo aperto davanti a lei. Erano andate lì in sartoria dopo cena, Iris desiderosa di continuare a lavorare al proprio vestito, Victoria bisognosa di finire la lettura assegnatele dal precettore.
Avevano lavorato in religioso silenzio per un'ora.
«Deve sicuramente riferirlo al censore del regno Valsecchi» ribatté, pensierosa. «Tu e i tuoi genitori naturali sarete segnati sul registro come morti o dispersi. Deve far cambiare il tuo stato lì. E poi dovrà avvisare il censore del regno dei Monvisi, dove invece sei segnata come figlia di Anna e Anthony Larson, cosicché loro possano correggere. Solo una volta che sarai riconosciuta legittima e avrai preso il loro cognome, potrai rivendicare il patrimonio che ti aspetta a Rocheforte.»
Iris si immobilizzò, sorpresa. «Il loro cognome?» ripeté, presa alla sprovvista. «Io... non credo di voler cambiare il mio cognome.»
Avrebbe dovuto rinunciare ai Larson? Avrebbe dovuto ripudiare le persone che l'avevano cresciuta con amore? Avrebbe dovuto rinnegare i propri genitori?
Iris Vinco.
Fu la prima volta che accostò nella mente il proprio nome e quel cognome, e fu solo in quel momento che si rese conto che era così che avrebbe dovuto suonare in un'altra vita.
Non Iris Larson.
Iris Vinco.
E le suonò sbagliato.
Sentì una stretta allo stomaco, ma non riuscì a capire da cosa fosse dovuta.
«Oh, no» le disse Victoria, il tono pacato. «Non credo che la regina voglia farti rinunciare al tuo cognome, Iris. Per la legge di qualsiasi regno resterai sempre figlia di Anna e Anthony. Sei loro figlia. A tutti gli effetti. Ma è necessario riconoscere anche quello dei tuoi genitori naturali.»
Iris considerò quel pensiero, poi mormorò: «Iris Larson Vinco?».
Victoria le sorrise, divertita. «Iris Larson Monticelli Vinco» ribatté. «Dovrai riconoscere anche quello di tua madre, visto che le proprietà sono più che altro della sua famiglia» le spiegò. «Un nome altolocato, non c'è dubbio.»
«E immagino che una notizia del genere prenderà poi piede da sola, giusto?»
Victoria annuì. «Giusto.» Riabbassò lo sguardo al volume aperto. Era scritto così fitto che Iris non aveva perso tempo a provare a capire di cosa si trattasse. «Spero che lo farà in fretta.»
Iris inarcò un sopracciglio. «Perché?»
«Perché ti verrebbe sicuramente assegnato un precettore!» esclamò Victoria, con enfasi. «Magari potremmo seguire le stesse lezioni, e non dovrò più sorbirmi da sola il maestro Mirai» sospirò, esasperata.
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Déjà vu
RomanceIris Larson, delle sue origini, non sa niente. Salvata per miracolo da un naufragio, è approdata ancora in fasce in un tranquillo paese costiero del regno dei Monvisi, che non ci ha pensato due volte ad accoglierla e crescerla come fosse sempre stat...