35. Nightmare

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"Voglio la mamma" singhiozzo portando le gambe al petto.
"Ci siamo noi qui ora, tua madre non potrà proteggerti questa volta" guardo i tre uomini in piedi davanti a me e uno di loro si avvicina tirandomi per la caviglia verso di lui.

"Tesoro"
"No...no"
"Manar!" apro gli occhi di scatto e appena vedo mia madre davanti a me lascio andare un sospiro di sollievo.

"Che stavi sognando?" mi tocco le guance e solo ora mi rendo conto di star piangendo.
"I-io...non mi ricordo" mi asciugo le lacrime tremolante.

"Mi hai spaventato, ti sentivo urlare dal piano di sotto e pensavo ti fosse successo qualcosa" si affretta ad abbracciarmi mentre io mi limito a guardare il vuoto davanti a me.

Non mi capitava ormai da anni di sognare o comunque avere dei ricordi riguardanti il mio rapimento e ogni volta sembra sempre più realistico di quello precedente.

Anche se avevo 7 anni, alcuni ricordi mi sono rimasti vividi nella testa, come quello che ho appena sognato.

"Che...che ore sono?" le chiedo poi notando ancora il cielo stellato fuori dalla finestra.
"Sono le due di notte"

"Vuoi che ti porto qualcosa per aiutarti a dormire? Così ti riposi..." mi tocca la guancia preoccupata capendo cosa io abbia appena sognato.

Quando avevo 12 anni, quasi ogni giorno finivo per avere incubi e portandomi poi da uno psichiatra mi avevano prescritto dei medicinali per cercare di non farmeli più avere, poi però dai 14 anni in avanti ho smesso di prenderli perché stavo meglio.

"No, non voglio" mi metto seduta tremolante per poi coprire le mie gambe nude mentre il ricordo di due mani che mi afferrano le caviglie mi invade la testa.

"Stai ricominciando ad avere gli incubi?" mi chiede e io annuisco leggermente.
"Prenoto una visita dallo psichiatra " dice.

"Mamma no, veramente, è stato solo un momento, non riaccadrà" dico e lei sospira.
"Dicevi la stessa cosa anche quando ti era successo la prima volta, non voglio rivederti star male come quel periodo Manar" dice e io deglutisco a fatica.

"Sto bene, è durato poco, se ricapiterà te lo dirò e tornerò dallo psichiatra va bene?" cerco di tranquillizzarla.
"Mi raccomando" mi lascia un bacio sulla fronte.

"Non parlarne con papà per favore"
"Perché? Deve saperlo, era lui che ti organizzava gli incontri con lo psichiatra"dice.

"Non voglio si preoccupi per questo davvero, è già un periodo stressante per quanto riguarda il suo lavoro e non voglio essere un peso in più"

"Non sei un peso per noi, lo sai"
"Mamma per favore" la supplico con lo sguardo e sospira annuendo.

"Ma se riaccade-"
"Sarò la prima a dirglielo" la tranquillizzo e lei annuisce per poi abbracciarmi.

'Wanting You' 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora