75. The end

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Sono a casa di mio padre, posso stare poco, sbrigati

Invio velocemente il messaggio mentre apro il getto d'acqua.

Dopo pochi secondi mi arriva un altro messaggio in cui mi dice che cinque minuti ed è qui.

Sospiro ansiosa mentre mi affretto ad entrare in doccia e lavarmi velocemente.
Una volta finito mi rivesto per poi guardare fuori dalla finestra notando un uomo della sicurezza dall'ingresso.

Come cazzo posso fare?

Controllo dall'altro lato e vedo il retro vuoto.
Sospiro scrivendo a Yassin di farsi trovare nel retro di casa mia e mi affretto ad aprire la finestra lasciando l'acqua accesa per non destare sospetti.

Scavalco la finestra e in un secondo mi ritrovo fuori.

Mi guardo attorno e vedo in lontananza Yassin che mi fa il segno di avvicinarmi.

Non ho messo un piede fuori casa di sera da quando è successo l'incidente con Xavier e tutto questo mi sta terrorizzando.

Mi stringo tra le braccia per poi affrettarmi ad andare verso di lui.

"Hai 5 minuti" dico a Yassin una volta arrivata.
"Non ci metterò tanto... calmati okay?"
"Scusa è che ho paura..."

"Paura di cosa?" mi chiede corrugando la fronte.
"I-io non esco mai la sera da quando è successa quella cosa con Xavier..." lo vedo sospirare e sopratutto sembra molto agitato.

"Se mi vede mio padre sono fottuta"
"Gli uomini della sicurezza a quest'ora non si trovano nel retro, e tuo padre è a cena...la sala è dall'altro lato" corrugo la fronte alle sue parole.

"Come...come fai a saperlo?" chiedo facendo un passo indietro.
C'è qualcosa che non va e lo capisco dal suo atteggiamento diverso dal solito.

"Ti sto osservando da mesi Manar...e non te ne sei mai accorta..."
"Che stai dicendo Yassin?" inizio a tremare dalla paura appena fa un passo verso di me.

Indietreggio impaurita mentre lui mi attira velocemente a lui puntandomi qualcosa alla testa.

Riconosco subito l'oggetto metallico e spalanco gli occhi terrorizzata.

"Non dirai neanche una parola okay? Tu ora vieni con me" le lacrime iniziano a rigarmi il viso e il terrore si impossessa di me.

"Lasciami andare per favore..." dico piangendo.
"Ho detto di non parlare" mi trascina velocemente verso il bosco dietro casa mia tenendo la pistola salda con la mia contro la mia testa.

Noto subito in lontananza un furgoncino con due uomini davanti e uno dentro.

Mi stringe a se da qui posso sentire il suo cuore battere all'impazzata.
"Mi dispiace Manar...ma è il mio lavoro" subito dopo posa qualcosa sulle mie labbra e naso e un odore nauseante invade le mie narici.

Inizio a sentire la testa girare e pochi secondi dopo il buio totale.

FINE PRIMO LIBRO.

'Wanting You' 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora