Capitolo 35

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Canzone consigliata per leggere il capitolo
"The Vamps - Middle of the Night"
Buona lettura

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Pov's Matt

"Ehi amico devo aggiustarla non demolirla!"
Trev si sistemó meglio allungando la mano sul cofano dell'Audi che stava sistemando per avvitare un bullone.

Io invece ne stavo per rompere uno dal nervoso e il mio amico lo stava notando.

Ero uscito di casa senza una meta precisa, volevo solo allontanarmi da quello che credevo il mio rifugio, ma che in realtà si stava trasformando in qualcosa di incomprensibile.

Incomprensibile come la ragazza che ci abitava insieme a me.

"Perché non posso fare passi falsi..."
"Non posso stare con te"

Le sue parole mi rimbombavano ancora nella testa senza capirne il significato.

Ed ero stanco di continuare a insistere per capirle. Non voleva avere niente a che fare con me, l'avevo capito, ma non capivo il perché.

Quando ci eravamo baciati l'avevo sentito. L'ho sentito dal calore che emanavano le sue labbra, il suo corpo. Lo sentivo da come reagiva alle mie carezze...dio se l'avevo sentito!
E invece...era tutto finto!

Non poteva essere così.

Mi rigirai fra le mani il bullone che avevo scheggiato e ne presi un altro cercando di concentrarmi il più possibile su tutto tranne che su Savannah, ma con scarsi risultati.

Il bullone cadde all'interno del cofano

"Maledizione!" Sussurrai a denti stretti sbattendo la chiave inglese sul tavolo

"Ok amico...che ti prende?"

Trev si alzò dal cofano prendendo uno strofinaccio per pulirsi l'olio dalle mani.

Mi girai verso il mio amico intento a guardarmi in modo che solo lui riusciva a fare...ero uno sguardo inespressivo, spento ma sapevo che non era così. Lui c'era, come James...

"Savannah"

Dissi rilassando le spalle e buttando fuori quel nome con una tale stanchezza che Trev comprese subito.

Fece un piccolo sorrisetto e si voltò per prendere due birre.

"Ah...problemi in paradiso eh? Bevici sopra dai"

Mi sporse una birra e ci appoggiamo alla macchina gustandoci il tramonto di fronte a noi.

"Non é tanto un paradiso Trev"

"Ma dai! Non può essere peggio che con Clarisse"

Da una parte non potevo dargli torto. Clarisse era stata la mia ragazza dal terzo fino all'ultimo anno di liceo. Il solito cliché, lei cheerleader e io capitano della squadra di football della scuola.
Era una relazione instabile e in qualche modo tossica. Era un tira e molla continuo, io non volevo impegnarmi più di tanto, lei il contrario. Io non sopportavo le peppie, lei era una di quelle.

Fino a quando quella famosa sera non la lasciai e chiusi del tutto i rapporti con lei che di lì a poco sarebbe partita per le vacanze estive e sarebbe poi andata al college. Io invece rimasi qui a raccogliere i cocci di quello che rimaneva di me stesso.

Me ne ero completamente dimenticato di lei, anche perché non avevo mai provato veramente qualcosa per lei. Ma con Savannah era diverso, lei era tutto ciò che volevo, lei era mistero, era una scoperta...e io volevo scoprirla ma non ci riuscivo.
Non era peggio, era solo...complicato.

"No affatto. Ma Trev lei é te al femminile"

Il mio amico scoppió a ridere mentre bevve un sorso di birra.

Era vero.
Trev era imperscrutabile, impossibile da capire, indecifrabile, solo una persona era riuscita ad avvicinarsi tanto da capirlo nel più profondo dei suoi abissi. Mia sorella.

"Accidenti! Allora sei messo bene!"

"Mi ha detto che non può permettersi di fare passi falsi. E non può stare con me"

Trev fissó il giardino davanti a noi cercando di capire le mie parole

"Ha senso..." disse ad un certo punto voltandosi verso di me

"Eh?"

"Dai Matt sei più intelligente di così!"

"In questo momento mi sento solo un imbecille"

"Non lo sei amico. Ma cerca di capire le sue parole. Se dice così è perché c'è qualcosa che la tormenta. Insomma me lo hai detto tu che la prima volta che l'hai vista era piena di lividi! Cristo magari sta scappando o c'è qualcosa o qualcuno che non le permette di starti accanto"

"Tipo Jake?" Il suono della mia voce risultava quasi un ringhio al solo nominare quel cazzo di nome, ma lui era così...era un pezzo di merda.

E il mio amico contrasse la mascella a sentirmi pronunciare quella persona.

"Già.." disse a denti stretti "Magari non vuole metterti in pericolo, magari non vuole metterti in mezzo ai suoi casini"

Trev era così...
Era uno che anche se non ti conosceva sapeva analizzarti e scovare le tue debolezze e insicurezze in men che non si dica.

Probabilmente aveva ragione ma ero sempre allo stesso punto di partenza.

Mi passai una mano sul volto "E quindi che posso fare?"

Lui si scostò dalla macchina e si giró verso di me
"Lei ti piace?"

"Si" dissi subito

"Tanto da metterti in mezzo ai suoi casini?"

Ero pronto a difendere ciò a cui tenevo anche se mi sembrava irraggiungibile?!

Cazzo si.

"Si"

"E allora valla a prendere. Vivila giorno per giorno senza pensare alle conseguenze. Trascinala fuori dai suoi casini"

Scrutai in volto il mio amico, cercando tracce di prese per il culo, ma non vi trovai nulla. Era serio, forse anche troppo.

"Tu l'hai fatto?" Chiesi di getto

Sapeva benissimo a cosa mi riferissi ma eccolo lì che alzó di nuovo la sua maschera indecifrabile.

"Non stiamo parlando di me Matt"

Mi scostai dalla macchina posando la birra sul tavolo e mi avvicinai a lui.

"Dovremmo invece. Non ne parli mai"

"Ne parlo già con Leah"

"Lei non parla più con nessuno di noi e lo sai"

Si voltó verso di me e mi mise una mano sulla spalla.

"Non preoccuparti per noi. Tu vai a prendere la ragazza che ti fa battere il cuore"

E la conversazione poteva ritenersi chiusa.

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