Canzone consigliata per leggere il capitolo "Ruelle- Up in flames".
Buona lettura😘
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POV'S MATT
Fuoco.
Ecco quello che sentivo dentro di me mentre riaccompagnavo Sav a casa.
Ero come un vulcano sul punto di eruttare.
Era andato tutto bene se non di più fino a quando quel coglione ha fatto la sua comparsa per di più nel mio luogo segreto.
Come cavolo aveva fatto a trovarlo?!
Ma quello che mi faceva ancora più girare le palle è che ha osato nominare mia sorella. Dopo che l'aveva distrutta, l'aveva resa fragile, l'aveva fatta soffrire come non avevo mai visto prima. Aveva ancora il coraggio di nominarla e di fare battute su di lei!
Dio dovevo darglielo più forte quel fottuto pugno, dannazione!
Non gli era bastato quello che gli avevo fatto un anno fa, non gliene avevo date abbastanza a quel figlio di puttana.
Mentre camminavo a fianco di Sav avevo le mani strette pugno e talmente le stringevo che le mie nocche era diventate bianche.
Avevo bisogno di sfogarmi e sapevo esattamente cosa fare.
Dovevo andarmene prima di esplodere del tutto, non volevo che Sav mi vedesse per quello che ero veramente. Già aveva assistito a una scena che avrei preferito non vedesse, non potevo permettermi di sfogare anche su di lei l'incazzatura.
Eravamo a pochi metri di distanza dal pontile che separava la sua casa quando mi fermai, misi le mani in tasca ancora tremolanti per la voglia di spaccare qualcosa.
"Io devo andare. Tanto sei arrivata" ero freddo, distaccato ma non avevo scelta.
Lei si voltò verso di me e l'unica cosa che fece fu annuire.
Sapevo che stava cercando di studiarmi, di capire che cazzo mi stava passando per testa, ma non potevo mostrarglielo.
Feci due passi indietro e mi voltai, lasciandola lì, sola sulla spiaggia a fissare la mia sagoma che scompariva passo dopo passo.
Non ricordo neanche come feci ad arrivare a casa, so solo che appena superata la staccionata andai spedito in garage dove c'erano Trevor e James intenti ad armeggiare nel cofano delle loro auto.
"Ehi amico! Ti abbiamo aspettato per ore, dov'eri finito?!" James uscii dal garage con una chiave inglese in mano.
Non ci feci caso, non li salutai nemmeno, andai verso la mia auto, aprii la portiera ma qualcuno mi bloccò il braccio.
"Matt che cazzo succede?" Trevor mi stava guardando serio come James.
Chiusi un istante gli occhi e vidi solo la faccia di quel cazzone di Jake.
"Jake" dissi a denti stretti.
Trevor lasciò andare la presa sul mio braccio e James si mise affianco a lui "Che ti ha detto?"
Scossi la testa, facendogli capire che non era il momento, salii in macchina, misi in moto e sfrecciai in direzione di casa mia.
Arrivato a destinazione spalancai la porta senza neanche preoccuparmi di richiuderla. Mi tolsi la t-shirt e mi diressi verso la stanza che avevo adibito a palestra.
In mezzo alla sala appeso c'era un sacco da boxe e senza neanche mettermi le fasce per proteggere le mani, iniziai a colpirlo.
Sferrai diversi pugni e nella mia testa iniziarono a tornare in mente i ricordi di un anno fa.
'L'hai lasciata da sola, lì, priva di sensi'
'Matt aiutami...'
'Leah e Scottie sono in ospedale...'
L'ultimo pugno fu talmente forte che fece cadere la catena a cui ero ancorato il sacco.
Mi allontanai con il fiatone dalla mia valvola di sfogo, mi appoggiai con la schiena al muro e scesi giù. Mi portai una mano fra i capelli tirandoli, per poi fissarmi le nocche arrossate e insanguinate delle mani.
"Però!...ci sai ancora fare amico"
Sollevai la testa fissando un Trevor che appoggiato allo stipite della porta fissava il sacco caduto a terra.
"Come hai fatto ad entrare?"
Fece due passi in avanti e venne verso di me sedendosi affianco.
"Non hai chiuso la porta"
Mi passai una mano sul volto. Talmente era tanta la rabbia che non avevo neanche pensato di chiudermi dentro.
"Perché sei qui?"
"Perché sei mio amico e ti conosco meglio di tua madre. In più in questa storia ci siamo tutti. Che cazzo ti ha detto Jake per farti svalvolare in questo modo?"
In realtà non aveva detto niente di così cattivo ma solo la sua voce e la sua faccia da cazzo mi avevano mandato in tilt il cervello.
"Niente, ha solo nominato Leah"
Trev irrigidì i muscoli della mascella e a denti stretti sussurrò un 'figlio di puttana'.
"Hai parlato con lei?" chiesi aprendo e chiudendo piano le mani per cercare di risvegliarle da quello stato di intorpidimento momentaneo.
"Si ma non parla granchè e se può mi evita volentieri"
Non riuscivo a capire che cazzo di rapporto c'era fra loro due ma ero certo che se Leah voleva parlare, l'unica persona con cui ci riusciva era lui. Ma adesso a quanto sembrava non era più così...
"Cambiando argomento. Dove sei stato tutto il giorno?"
E a quella domanda le ultime due ore svanirono lentamente facendomi ripensare alla giornata che avevo trascorso con Sav. A quando in barca ha allungato le braccia e ha iniziato a ridere come una bambina spensierata, a quando ero riuscito a stringerla a me, a quando ho sentito la mia pelle entrare in contatto con la sua...
"Ero con Savannah"
"Uhh cosa bolle in pentola?" Trev appoggiò i gomiti sulle ginocchia piegate e mi fissò ridendo.
"Coglione siamo solo amici"
"Amici eh?! In effetti anche io ho passato l'intera giornata con James ma non ho un sorriso da ebete stampato in faccia. Forse dovrei provare a baciarlo" scherzò facendomi dimenticare tutta la rabbia che avevo dentro.
"Cazzone fai una cosa del genere e ti ritroverai senza palle" ed ecco che James fece il suo ingresso sedendosi sulla panca dove ero solito fare pesi. Lanciò un asciugamano a Trev che prese al volo e lo tirò a me per permettermi di asciugarmi.
James prese un peso in mano e iniziò a giocarci "Quindi a parte Jake la giornata è andata bene?"
Cazzo si che era andata bene, benissimo!
"Il piccolo Matt si sta innamorando" cantilenò James facendo ridere Trevor.
"No, non sono innamorato, però mi piace. Sto bene quando sono con lei"
"Che carini. Ha ragione James ti stai innamorando"
Scossi la testa e poi chiusi gli occhi appoggiando la testa al muro freddo.
Cazzo...l'avevo trattata di merda poco prima, non le avevo dato neanche una spiegazione, l'avevo trattata come Jake tratta le sue conquiste. Ma io non ero lui, Sav non era una semplice conquista, lei era...era semplicemente Savannah.
Dovevo scusarmi, parlarle, chiarire. Non potevo rovinare tutto, non dopo oggi, non volevo perderla, non volevo rinunciare a lei.
Mi alzai di scatto sorprendendo i miei amici che mi guardarono come se fossi stato posseduto.
"Devo andare" mi passai l'asciugamano sul collo e mi diressi verso il bagno per fare una doccia veloce.
"Portati i preservativi!"
Idioti!
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Run Away
ChickLitBrooklyn sta scappando da un passato orribile. Vuole cambiare vita a tutti i costi cercando di dimenticare tutto quello che le è accaduto. Una nuova città, nuovi amici, e un amore che la farà vivere veramente. Ma come sappiamo il passato ritorna sem...