Capitolo 29

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Canzone consigliata per leggere il capitolo "What is it about the night".

Buona lettura😘

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POV'S BROOKLYN / SAVANNAH

Eravamo nell'occhio del ciclone.

Letteralmente...

Non avevo mai vissuto un'esperienza del genere. A San Francisco era quasi impossibile vedere uragani, la cosa più frequente erano i terremoti.

Avevo sette anni quando ho sentito per la prima volta cosa volesse dire avere la terra che ti trema sotto i piedi. È una sensazione che non si riesce a spiegare a parole. Sai che devi scappare, che devi allontanarti da qualsiasi palazzo se non vuoi che ti inghiotta con le sue macerie ma al tempo stesso è come se avessi i piedi incollati a terra. Non riesci a muoverti o a pensare. L'unica cosa che la tua mente continua a ripetere è 'c'è il terremoto, c'è il terremoto' e nient'altro.

Mentre in questi casi è diverso. Devi stare fermo, al sicuro ed aspettare. Non è come un terremoto che non ti aspetti, questo è qualcosa che nella maggior parte dei casi vieni avvisato ma poi non sai cosa può accadere. L'acqua sommergerà la contea? Dovremmo nuotare in quelle acque agitata? Cosa bisogna fare?!

Purtroppo però non c'è una risposta, puoi solo sperare di farcela. E se non fosse stato per Matt forse a quest'ora sarei veramente sommersa dall'acqua anche se una parte di me spera che la casa regga.

Non voglio dover venire a stare qui. Avevo progettato tutto nei minimi dettagli quando sono scappata di casa. Mi sarei trovata una casa, un lavoro e adesso non sapevo neanche se il giorno dopo li riavrei avuti indietro.

Apprezzavo quello che Matt stava facendo, davvero. Nessuno mai si era preoccupato di me come stava facendo lui ma stare qui voleva dire distruggere tutte quelle barriere che continuava ad innalzare per cercare di evitargli un dolore che purtroppo non avrei potuto curare.

Non sapevo sinceramente cosa provasse per me ma da come si comportava e da quello che mi aveva detto io ero importante per lui. E questo faceva male perché mi sentivo come se lo stessi prendendo in giro e sapevo quanto poteva far male una cosa del genere.

È un dolore che ti colpisce nel profondo il cuore, senti proprio quel muscolo sprofondare ancora di più nel tuo corpo. È come se stessi annegando e non riesci a respirare.

Ed era proprio questo che volevo evitare.

"Facciamo un gioco!"

Eravamo seduti per terra con la schiena appoggiata al divano e sapevo che stava facendo tutto quello per non farmi pensare. Per non farmi sentire quei rumori assordanti che l'uragano stava emanando al di fuori di queste mura.

"Che gioco?"

"Mi devi dire delle cose che non hai mai fatto e che una volta uscita da qui vorrai fare"

Scossi la testa stendendo le gambe davanti a me "Non ho fatto molte cose..."

"è proprio per questo che facciamo questo gioco"

Appoggia la testa sul divano e iniziai a fissare al soffitto cercando di pensare a qualcosa che volevo fare...

"Imparare a guidare"

"Non hai la patente?"

"No mio p...no non potevo permettermelo" merda, mi stava per scappare la verità...

Accidenti Brook! Stai più attenta!

Matt mi stava studiando, lo sentivo che aveva capito che gli stavo nascondendo qualcosa, lo vedevo da come mi fissava ma stranamente non si soffermò su quella mia gaffe.

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