Capitolo 31

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Canzone consigliata per leggere il capitolo "What is ita about the night"

Buona lettura 😘

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POV'S SAVANNAH

La casa era distrutta.

Quel piccolo rifugio segreto e sicuro che era stata per un mese e poco la mia casa ora non c'era più.

Al suo posto, l'uragano aveva lasciato un ammasso di macerie, i mobili erano a pezzi, tutte le cose che avevo comprato per decorare al meglio la mia piccola casa non c'erano più.

Avevo sperato così tanto che avrebbe retto, avevo bisogno di quella certezza che crollò subito nel momento in cui alzai lo sguardo per vedere quello che avevo davanti agli occhi.

Il nulla.

La madre di Matt era riuscita a dire solo una parolaccia e poi come me si era ammutolita, la sentivo piangere silenziosamente accanto a me ma io non mi girai per consolarla.

Non riuscivo neanche a far uscire delle lacrime talmente mi ero gelata sul posto.

Non sentivo niente, non provavo niente sembravo come un corpo morto, freddo, gelato che non prova alcun tipo di emozione.

Niente rabbia, niente tristezza, niente lacrime. Niente di niente.

Sentivo solo il battito del mio cuore che stava andando a tre mila. Non riuscivo più a vedere quel cumulo di detriti, dovevo allontanarmi un attimo e così feci.

Indietreggiai di qualche passo e mi misi a camminare lentamente sul pontile fino ad arrivare all'estremità e incominciai a fissare l'oceano.

Quelle acque che in quel momento sembravano così calme, il giorno prima avevano distrutto la vita di molte persone. Avevano distrutto le strade, i negozi, le persone, le case...

Rimasi a fissare l'oceano per non so quanto tempo fino a quando non sentii dei passi fermarsi accanto a me.

"La casa è distrutta" sussurrai fissando il vuoto.

"Lo so tesoro" Matt mi poggiò una mano sulla spalla ma io non sentivo niente, non reagivo. Stavo lì inerme come se non fosse successo niente.

"Non ho i soldi per permettermene un'altra"

"Ascolta...puoi rimanere da me tutto il tempo che vuoi. Lo so che non è la stessa cosa ma..."

"Ma non ho molta altra scelta..." dissi staccandomi dal suo tocco.

Mi voltai verso di lui e vidi mille sensazioni passargli sul volto.

"Ne troveremo un'altra e quando potrai te la prenderai"

Scossi la testa chiudendo gli occhi. Dovevo pensare, dovevo riflettere.

"Scusate ragazzi ma la mamma avrebbe un'idea" il padre di Matt si fece avanti insieme alla moglie che mi guardava con una tale tristezza che avevo visto solo nei signori che lavoravano in biblioteca con me a San Francisco.

"Savannah mi dispiace tantissimo per quello che è successo...ma se ci mettiamo tutti insieme possiamo ritirarla su"

Feci un debole sorriso che però non coinvolgeva gli occhi "La ringrazio signora ma...non posso chiedervi questo. Io...appena potrò ne troverò un'altra. Non si preoccupi. Scusate"

Detto questo incominciai a camminare a passo svelto allontanandomi da loro. Passai davanti alla casa ridotta in mille pezzi senza fermarmi, senza dire o pensare niente. Dovevo solo allontanarmi il più lontano possibile da tutto e da tutti.



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