Capitolo 44

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Pov's Matt

Il nervosismo e la rabbia stavano ribollendo nel sangue, sostituendo l'alcool che avevo ingerito poco prima.

Non avevo dato tempo a nessuno dei miei amici, nemmeno a mio padre di fermarmi o di ribattere. Ero troppo incazzato.

'...quella troietta'

Le parole di quell'uomo riecheggiavano nella mia mente come una cantilena. Come poteva un verme del genere essere un padre?! Come poteva parlare così di sua figlia?

C'era qualcosa che non mi quadrava.

Continuavo ad avere davanti agli occhi la foto che ci aveva messo davanti. Era Savannah, non c'erano dubbi. Lo sguardo spento, assente, le guance scavate e il labbro spaccato...dio quel labbro com'era ridotto.

Era lo stesso che le avevo visto quando era venuta al locale per la prima volta.

'Sono andata a sbattere contro un palo'

Si...un palo e io coglione che ci avevo pure creduto.

Feci una risata amara e strinsi con più forza il volante. Dovevo vedere Stan e subito. Lui sapeva qualcosa. Era impossibile che Savannah non gli avesse detto nulla. Insomma quale persona scappa lasciando tutto compreso il lavoro?! E Stan non aveva battuto ciglio?! Non era venuto al locale a lamentarsi della sua irresponsabilità?!.

No, lui conosceva la verità. E di lì a poco l'avrei scoperta anche io.

Parcheggiai il pick up in un posto indefinito davanti all'officina e mi diressi a passo svelto verso l'ufficio di quello che reputavo un secondo padre.

Spalancai la porta e Stan saltò sulla sedia dallo spavento.

"Cristo santo Matt! Vuoi farmi prendere un infarto?!" lanciò sul tavolo la penna che un attimo prima aveva in mano e mi guardò incazzato.

Eh no bello! Ora ero io l'incazzato.

Andai verso la scrivania dove ci appoggiai i pugni e lo guardai dritto negli occhi.

"Dov'è?" strinsi la mandibola così forte che credetti di romperla.

"Dov'è chi?"

Sbattei un pugno sulla scrivania di legno e urlai "Savannah per la miseria!"

L'uomo davanti a me mi guardò per un attimo confuso per poi sospirare pesantemente. Si appoggiò allo schienale della sedia incrociando le braccia al petto.

"Te l'ho detto Matt, non lo so, se ne è andata non so dove"

Mentre me lo spiegava si guardava tutto intorno, l'unico che non guardava era me. Stava mentendo, lo conoscevo. Se ti diceva una verità, Stan ti guardava dritto negli occhi. Ma non lo fece e la carogna che avevo stava salendo sempre di più.

"Non è vero e tu lo sai..."

"Matt..." cercò di calmarmi ma io non ne potevo più così decisi di prenderla per un altro verso.

Mi misi dritto e sganciai la bomba "Suo padre è stato al locale poco fa"

Stan si voltò di scatto verso di me "Non gli hai detto che la conosci vero?"

Beccato.

Feci un respiro profondo e scossi la testa "No ma l'ha intuito, non ha detto cose piacevoli su di lei"

"Porca puttana" sussurrò alzandosi per andare verso la finestra.

Ancora non parlava. Dannazione!

"Stan che cazzo sta succedendo?!" chiesi a denti stretti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 01 ⏰

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