Capitolo 43

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Canzone consigliata per leggere il capitolo "Ross Copperman -Holding on and letting go" - Buona lettura 😘

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Pov's Matt

Quattro giorni, ottantasei ore e non so quanti cazzo di minuti.

Era il tempo che era passato dall'ultima volta che avevo visto e sentito Savannah.

La sera in cui l'avevo persa di vista, sia Trevor che Leah avevano provato a chiamarla più e più volte ma la risposta era sempre la stessa...la segreteria.

Avevo provato a chiamarla anche io dopo che il locale era chiuso e l'esito era sempre lo stesso. Ero corso a casa sperando di trovarla lì, magari si era addormentata e non sentiva il telefono. Forse si era sentita poco bene ed era svenuta o non so quale altra stronzata mi era passata per la testa. Ma mai avrei immaginato quello che mi aspettava ovvero il silenzio e il vuoto più totale.

Ero andato dritto in camera mia e il letto era intatto, feci la stessa cosa in bagno ma nulla, provai di nuovo a chiamarla, niente. Fino a quando non mi fermai davanti alla sua camera e notai le ante dell'armadio spalancate.

Mi ero avvicinato piano come se avessi paura di trovarci qualcosa che non mi sarebbe piaciuto. E avevo ragione...

Tutti i suoi vestiti erano spariti, alcune grucce erano finite a terra. Il copriletto era alzato da una parte e notai che la sua valigia non c'era più.

Ero rimasto a fissare quella stanza per non so quanto tempo fino a quando non andai in cucina e incominciai a cercare, non so neanche io cosa. Un biglietto, un qualcosa che mi dicesse dove fosse andata ma nulla.

Era andata via, senza dirmi niente, senza avvisarmi.

Era scappata di nuovo.

Mi ricordo che mi ero accasciato vicino allo stipite della porta di casa con le mani fra i capelli ed ero rimasto lì per non so quanto tempo. Il telefono continuava a squillare e sapevo che non era lei.

Se ne era andata, mi aveva lasciato lì, da solo, mi aveva preso in giro per tutto quel tempo e io glielo avevo lasciato fare.

Quella notte non dormì, anche se le mie braccia, la mia schiena chiedevano un letto morbido, non mi mossi da per terra. Rimasi lì a fissare il vuoto fino al giorno dopo, quando piombarono in casa i miei due amici con mia sorella.

Quando mi videro in quello stato capirono subito che Savannah non era lì, Savannah se ne era andata e con lei aveva portato via anche un pezzo del mio cuore.

Trevor e James cercarono di farmi parlare, di farmi riprendere ma nulla, davanti a me c'era solo il suo volto, il suo sorriso, i suoi occhi che mi guardavano quando la mattina appena svegli mi immergevo in lei e le facevo dimenticare gli incubi che faceva durante la notte.

Mi risvegliai da quella specie di trance solo quando Leah si mise accanto a me e mi posò una mano sulla guancia.

Per qualche instante credetti che fosse Savannah, ma sapevo che non era così.

Lei non sarebbe tornata.

Non avrebbe mai saputo che mi ero innamorato di lei.

Leah mi guardava con due occhi grandi e sofferenti e l'unica cosa che riuscii a dirle fu 'Se ne è andata' e li caddi fra le sue braccia, caddi in un pianto silenzioso che solo mia sorella conosceva.

L'aveva visto qualche tempo prima quando ero andata a trovarla all'ospedale e le chiedevo scusa per non averla protetta come un fratello avrebbe dovuto fare.

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