Capitolo 6

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Canzone consigliata per leggere il capitolo "Tyler Hilton - Missing you".

Buona lettura😘

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POV'S BROOKLYN/SAVANNAH

"Io non ho detto niente a nessuno. Te lo giuro"

"Ah no?! Allora com'è che gli sbirri sono venuti a rompermi il cazzo eh?!"

"Non lo so papà...ti prego almeno oggi. Devo diplomarmi...io..."

"Tu diplomarti?! Tu non hai abbastanza cervello. Sei solo una puttana!"

"No!"

"NO!"

'Respira Brooklyn. Respira'

Era solo un incubo. Era solo un incubo...

Continuo a ripetermelo fino a quando il mio respiro non ricomincia ad essere regolare.

Solo un incubo...

Chiudo gli occhi portandomi le mani fra i capelli e stringo forte cercando di riprendere contatto con la realtà. Mi volto verso la sveglia che segna le sei del mattino.

Beh almeno non sono le tre di notte come al solito.

Scosto le coperte cercando di far prendere un po' d'aria alle gambe ricoperte di lividi. Dio...come mi ha ridotto questa volta...

'Non pensarci. Andranno via'

E con questa convinzione mi alzo per andare a farmi un caffè che ho comprato ieri prima di ritornare a casa. Con la tazza fumante tra le mani mi avvicino alla finestra del salotto e davanti a me trovo un oceano che si stagli per chilometri e chilometri. Non avevo mai visto da così vicino quelle acque, non mi sono mai immersa, non ho mai provato quella sensazione di libertà...

Con questi pensieri bevo un sorso di caffè che per poco non mi va di traverso nel momento in cui sento bussare alla porta.

Oddio è lui!

Il mio battito incomincia ad aumentare le mie gambe sembrano inchiodate al pavimento. Come ha fatto a trovarmi così presto? Ho cercato di fare più attenzione possibile!

Continuano a bussare e io non so che fare.

'Forza Brooklyn'

Mi mordo il labbro inferiore e con il cuore in gola mi avvicino alla porta "Chi è?" chiedo impaurita

"Sono Matt. Il ragazzo della birreria"

Non appena sento quella voce butto fuori l'aria che avevo trattenuto e sollevo la testa verso il soffitto. Grazie al cielo!

Mi avvicino con cautela alla porta per poi fermarmi di scatto. Se apro vedrà tutti i lividi che ho sulle gambe...

"Un momento, arrivo"

Scatto in camera da letto e apro l'armadio cercando velocemente un pantalone della tuta. Me lo infilo saltellando e cercando di non andare a sbattere da una parte e l'altra della casa per poi correre verso la porta.

Quando apro il ragazzo davanti a me mi fa un dolce sorriso. Ma come fa ad essere perfetto anche alle sei del mattino?!

"Come facevi a sapere dove abito?"

'Neanche buongiorno? Carina...'

"Mia madre fa l'agente immobiliare. È lei che ti ha venduto la casa. ieri me ne ha parlato...ed eccomi qua"

Mi appoggio allo stipite della porta mentre con la mano destra tengo salda la presa sulla maniglia. Se pensa di poter entrare si sbaglia di grosso.

"E...e perché sei qui?"

Mettendo le mani nelle tasche dei jeans inizia a scrutarmi attentamente "Beh primo perché ho fame e volevo invitarti a fare colazione con me e secondo...penso che tu non sappia dove si trovi l'officina di Stan"

Aggrotto la fronte non capendo il secondo motivo per qui è qui...Stan? Ma che...

Oh merda! Il lavoro!

"Oh merda!" sussurro mollando la maniglia della porta per andare verso il salotto per prendere la borsa "Non ci stavo pensando! Credevo che fosse ancora presto, poi sei arrivato tu..." inizio a farneticare cercando tra i cuscini del divano la borsa. Ma dove accidenti l'ho messa?!

"Ok ok" Matt entra in casa e mi prende per le spalle cercando di fermare la mia pazzia e non so come ma riesco a calmarmi quasi subito. Le sue mani calde toccano delicatamente la mia pelle e...nessuno mi aveva mai toccato così e questo mi fa sentire in qualche modo protetta.

"Ascolta tesoro, adesso calmati! Ora tu vai a farti una doccia, ti cambi, andiamo a fare colazione e poi ti porto a lavoro. Ci stai?"

Annuisco cercando di rimettere i pensieri in ordine.

"Molto bene. Ti aspetto fuori"

Quando le sue mani si staccano dalla mia pelle sento già una sorta di mancanza mai provata prima.

'Ripigliati!'

Mi volto per dirigermi in bagno ancora un po' stordita.

"Ah tesoro? Posso sapere almeno il tuo nome?"

'Brooklyn' vorrei dirgli ma non posso...non posso permettermi di rischiare.

"Savannah"

Mi fa un dolce sorriso e si porge in avanti per darmi la mano "Piacere Savannah, io sono Matthew, ma per tutti Matt"

Gli stringo la mano e questa scena potrebbe anche farmi ridere se non fosse che al solo toccare la sua pelle dei brividi mai provati prima mi percorrono tutta la schiena.

Ma che diavolo mi sta succedendo?

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