Non sono una ragazza in grado di mentire, ma la verità è che mi sento sola e non voglio che Alex, beh, vada via.
Per questo non posso più evitare di dire bugie al mio fidanzato.
<<Manca poco al giorno del tuo compleanno, Wendy. Cos'hai intenzione di fare?>>
Mi sorpassa prima del mio arrivo in cucina, mi osserva mentre cerco cibo sfizioso con cui fare colazione questa mattina.
<<Avevo in programma di festeggiarlo con Luigi, lui sarebbe tornato giusto in tempo la mattina stessa.>>
Ammetto, un po' delusa.
<<Non sono Luigi, per fortuna, ma fidati di me. Renderò questo giorno più speciale che mai.>>
Mentre mi arrendo allo yogurt quasi scaduto che mi implora di mangiarlo, lui mi afferra per il braccio facendomi voltare in sua direzione.
<<Hai tutto il tempo per pensarci, ma se mangi questo schifo non arriverai neanche a domani. Ti preparo i pancake, se ti piacciono...>>
Osservo con attenzione la presa salda sul mio braccio nudo, poi distolgo lo sguardo e ritorno ai suoi occhi che aspettano con ansia una risposta.
<<Mi piacciono i pancake.>>
Gli sorrido e lui ricambia.
<<Per il mio compleanno non aspettavo altro che passarlo con una persona speciale, ogni anno qualcuno mi promette di esserci ma all'ultimo disdice l'appuntamento. Sono un po' stanca di crederci sempre per poi essere delusa, credo rimarrò in casa fino a crollare sul divano.>>
Annuisce, non mi rivolge neanche una parola di conforto. Forse è meglio, dovremmo smetterla di avviare conversazioni scomode per entrambi.
<<Wendy, quand'è l'ultima volta che sei uscita da questo appartamento?>>
Stavolta mi osserva, lo guardo senza dire una parola.
<<Esattamente come immaginavo, preparati ragazza che mi accompagni al super mercato. Il frigo comincia a svuotarsi.>>
Mentre sento la mia pelle bruciare sotto il suo sguardo fisso, corro sulle scale con l'intento di trovare qualcosa di carino da indossare.
<<Wendy sei la ragazza più difficile che abbia mai conosciuto in tutta la vita, insomma ti ho dato mezz'ora per prepararti e... oh cazzo.>>
Mi volto di colpo perché spaventata dalla citazione di Alex. Però in un primo momento mi pare tutto normale.
<<Alex stai bene? Cos'è successo?>>
Deglutisce con forza e noto che il cappuccio della sua felpa è disordinato, quindi mi avvicino per sistemarglielo.
<<Stai fermo...>>
Irrigidisce di colpo e sorrido.
<<Possiamo andare?>>
Annuisco e recupero il mio cellulare.
<<Oggi prepariamo la pizza e tu mi aiuterai sia a comprare gli ingredienti, sia in cucina. Come prima cosa, ci serve la farina.>>
Seguo tutti gli ordini di Alex, che mi indica dove cercare gli alimenti della nostra lista.
<<Possiamo comprare questi pomodorini gialli e disegnarci dei fiorellini, ti prego...>>
Faccio il muso tenero che di solito scioglie i cuori più difficili, Alex distoglie lo sguardo per poi accontentarmi.
<<E prendiamo questi fottuti pomodorini.>>
Terminata la spesa ci incanniamo con il nostro bottino verso casa.
<<Wendy, come ti senti in questo momento?>>
Sorrido in modo spontaneo, dopo tanto.
<<Mi sento molto bene Alex.>>
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Io ti aspetto// Alex Wyse
RomanceWendy ha tanto da dire ma è da tempo che qualcuno non l'ascolta sul serio. Dalle il tempo di capirti, di notare ogni tuo dettaglio. E poi ascoltala, presta attenzione a ogni sua parola, a ogni suo gesto, a ogni suo silenzio. >