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Non potei che andarmene quella notte in cui discutemmo fino alle convulsioni, è stato terribilmente doloroso affrontare questo primo colpo basso. Mi sono spaventata quando ho sentito la presa sul mio polso farsi sempre più oppressiva, ma non gliel'ho detto neanche per telefono: ha già sofferto abbastanza e non riesce a perdonarsi l'accaduto. Dopo il mio ritorno in Italia, non abbiamo più avuto modo di confrontarci in chiamata. Ho ricevuto tanti suoi messaggi ma non ho mai risposto, mi chiede insistentemente se sto bene e dice di essere distrutto per come sono andate a finire le cose tra noi. Questa situazione mi spaventa tantissimo e soprattutto evitarlo mi fa male, sia perché non riesco a stare senza di lui, sia perché c'è la possibilità che lui venga a prendermi. Ho paura anche che se non ha il coraggio di farlo lui, spetterà a me rincorrerlo.

<<Tesoro devo parlarti di una cosa molto importante che riguarda il mio lavoro, però voglio farlo con calma perché dietro c'è una lunga storia che voglio chiarire. Sei libera?>>
Annuisco anche se un po' distratta e lo seguo fino a giungere in salotto.

<<So che fidarti di me è difficile e non ti biasimo Wendy, ma presto dovrò tornare alla mia vita di prima. >>
Afferra entrambe le mie mani con una delicatezza che non gli ho mai visto addosso, la situazione dev'essergli sfuggita di mano.

<<Spiegati meglio, Gigi.>>
Gli faccio cenno di continuare con la sua spiegazione, ho proprio voglia di sentire cosa deve combinare.

<<Non intendo perdere tutto quello che ci siamo costruiti, quindi ho due proposte da farti. La prima è quella più plausibile, come un patto, io tornerò in America e continuerò il lavoro che ho lasciato a metà. La mia promessa in questo caso è che non penserò neanche all'esistenza di altre donne e cercherò di dedicarti più tempo anche se lontani.>>
Non lo seguo, quale sarebbe la seconda opzione?

<<Altrimenti, volevo chiederti di venire con me. Potremmo affittare un appartamento e starci insieme fino alla fine del mio lavoro. Ma non ti obbligherò, so che sto andando di fretta chiedendoti di perdonarmi di colpo e cambiare stile di vita per parecchio. Sono comunque pronto ad aspettare, non manca tantissimo ma neanche così poco.>>
Mostro una smorfia forzata che non somiglia molto alla forma tipica di un sorriso. Penso alla scelta definitiva che la vita mi sta ponendo davanti già da un po', che dovrò prendere relativamente presto.

Andarmene con Luigi significherebbe smontare tutto ciò che io ed Alex abbiamo costruito nell'ultimo periodo, alla passione che non ha mai smesso di travolgerci e all'amore che ci siamo confidati non troppo tempo prima. Scegliere invece di vivere con il malinconico a Londra sarebbe rinunciare a Luigi, dovrei spezzargli il cuore proprio adesso che si sta impegnando? C'è solo una persona in grado di aiutarmi in questo momento: mia sorella Laura.

<<Ci penserò Luigi, ciò che mi stai chiedendo è un passo notevole e voglio esserne sicura. Grazie comunque per averci pensato.>>
Successivamente corro in camera e mi accaparro del primo biglietto disponibile per tornare a casa mia.

Ho intenzione di partire in tarda serata per non trovarmi Luigi davanti, so che è impegnato quest'oggi quindi gli lascio giusto una letterina per chiarirgli la motivazione.

Ciao Gigi,
Me ne sono andata ma non preoccuparti, tornerò probabilmente già domani. Ho bisogno di parlare con mia sorella, è tanto che non passiamo del tempo insieme e non credo mi farebbe male un suo parere. Sono sincera. Ci vediamo presto, un abbraccio.

Poi lancio l'essenziale nello zaino più capiente possibile e mi affretto a raggiungere la stazione, mi aspetta giusto qualche ora di treno. Nel frattempo invio un messaggio alla mia sorellona avvisandola della mia visita. Noto subito dopo due messaggi persi, uno di Luigi e l'altro di Alex. Alzo gli occhi al cielo e decido di aprire il primo.

Non preoccuparti tesoro. Ammetto di essere preoccupato, tua sorella potrebbe tranquillamente scavarmi la fossa in questo momento. Pensa con il tuo cervello.

Non so se ridere o alterarmi per l'ultima frase. Pensa con il tuo cervello. Bah.

Ciao piccola Wendy, sento la mancanza della tua risata. Non riesco a dimenticare la paura nei tuoi occhi, quella notte mi sono comportato da stronzo. Mi dispiace aver perso il controllo, ma quando si parla di te...

Alla vista di questo sorrido come un'emerita stupida. A volte penso di avere uno strato spesso davanti agli occhi di qualsiasi cosa mi appanni la vista. Non c'è paragone, ma...

Decido di rispondere, stranamente.

Mi manchi anche tu.

Pausa. Sta scrivendo.

Ah sì? Quanto?

Gli rispondo per l'ultima volta.

Tanto che vorrei risvegliarmi tutti i giorni tra le tue braccia.

La sua tarda ad arrivare. Ho la tensione che mi mozza il fiato.

Questo non dovevi dirmelo.

Io ti aspetto// Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora