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Abbiamo passeggiato tutto il giorno, ma non ho avuto neanche il coraggio di parlare.

Non vedevo l'ora di tornare in camera, fare una doccia e raggiungere Alessandro, trovare il ristorante in cui lavora.

Ho fatto qualche ricerca e mi è parso di capire che sia tornato a praticare il suo vecchio lavoro per passare il tempo. Ma prima ho bisogno di rendermi presentabile. Prima ho bisogno che Luigi si addormenti.

<<Tutta questa fretta per fare la doccia proprio non la capisco, non c'è nessun'altra meta da raggiungere stasera.>>
Barbotta mentre clicca velocemente i tasti sul telefono lasciandomi un forte mal di testa.

<<Ho voglia di uscire ma da sola, conosco un negozio di vecchi vinili affascinante nei dintorni e voglio schiarirmi le idee un po' lì. Poi se trovo qualcosa, vorrei portarti un regalo.>>
Questo ragazzo mi ha reso una grandissima bugiarda.

<<Sicura di voler andare completamente da sola? Se proprio non gradisci la mia presenza posso farti accompagnare dal tassista di oggi. È a nostra disposizione per tutta la settimana.>>
Alzo gli occhi al cielo e torno in camera per recuperare il mio cellulare.

<<No grazie, è vicino come ti ho detto e camminare non mi farà di certo male. Sono grande e vaccinata Luigi, fidati della tua fidanzata.>>
Annuisce anche se un po' contrario e senza farci troppo caso torno in bagno a cambiarmi.

<<Prima di andarmene passo in mensa e ti lascio portare qualche spuntino, ho letto che dopo una certa non portano più niente in camera.>>
Mi ringrazia e dopo aver recuperato il mio zainetto, corro giù per le scale e mantengo la promessa. Senza neanche degnarlo di un saluto.

<<Preparati Wendy, ti aspetta un'avventura pazza in giro per una città immensa e sconosciuta. Puoi farcela, se è quello che vuoi.>>
Lo voglio? Certo che sì. Mi armo di mappa scritta ma senza riuscire a capirne qualcosa, poi passo al cellulare che è sempre in mio soccorso. Inserisco il nome del locale in cui dovrebbe lavorare e mi avvio ansiosa.

<<È questo? Sì oddio è questo, l'immagine corrisponde. Respira e non illuderti. Uno, due, tre...>>
Conto per tranquillizzarmi ma con scarsi risultati, decido di entrare senza troppe pretese assurde. Vago con lo sguardo per il negozio, mi piacerebbe venirci come cliente in un'altra circostanza. Del malinconico neanche l'ombra finché un frastuono irritante e dei cocci sparsi improvvisamente per terra, attirano la mia attenzione.

<<W-Wendy?>>
Non mi trattengo le risate di gusto davanti ad una scena tanto spassosa. Però un po' mi sento in colpa, perché ora verrà probabilmente sgridato.

<<Ehm io, un attimo. Un attimo solo.>>
Corre a parlare con qualcuno che da lontano non sembra così arrabbiato, poi si sfila la divisa e mi raggiunge.

<<Usciamo.>>
Mi stringe la mano e mi fa salire lungo delle scale un po' nascoste nel locale che portano al tetto dell'edificio. Si siede a terra e copio il suo gesto, osserviamo la magia di Londra senza proferire parola per qualche minuto. Poi lui mi stringe forte con tutta la sua forza, come fossi la prima traccia di ossigeno dopo giorni.

<<Cosa ci fai qui Wendy? Cos'è successo? Non dirmi che sei tutta sola in una città così grande.>>
È visibilmente preoccupato, in effetti aveva detto di cercarlo solo per le emergenze.

<<Mi mancavi.>>
Torna sereno ma poi si incupisce nuovamente.

<<Sei da sola? Luigi?>>
Lo guardo storto.

<<Potresti darmi un bacio e dimenticarti per un attimo di tutte queste sciocchezze?>>
Gli tiro un ceffone per gioco dietro il capo, provocandogli una risata meravigliosa, che mi dà tanti respiri in più. Poi mi travolge con le sue labbra, mi porta nel suo mondo e mi sento di nuovo bene.

<<Niente spiegazioni Alex, me lo hai insegnato tu. Per queste cose c'è tutto il tempo del mondo, ora l'importante siamo noi.>>
Mi abbraccia di nuovo, ma non mi lascia andare.

<<Lo sai che tutto questo è sbagliato piccola Wendy? Che stai trattando Luigi come lui ha trattato te, gli stai mentendo e...>>
Gli poso un polpastrello sulle labbra facendolo sospirare affannosamente.

<<Non mi interessa. Alex tu non puoi capire quanto ho sofferto in tutto sto tempo, quanto ho cercato di evitare il suo tocco perché mi mancava il tuo. Io gli ho impedito di chiamarmi Wendy, perché mi piace solo quando sei tu a pronunciarlo.>>
Fossette, fossette, solo fossette davanti a me.

<<Ti piace quando ti chiamo Wendy?>>
Mi chiede come un bambino che ha appena scoperto come si fanno i bambini, è così ridicolo ma contemporaneamente così schifosamente tenero.

<<Mi piace tanto.>>
Allora comincia a lasciarmi bacini su tutto il viso, ripetendo intanto il mio nome almeno un centinaio di volte.

<<Quanto tempo abbiamo ancora?>>
Mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo che neanche ci ho dato peso.

<<Non molto, ma rimango per una settimana. Quindi abbiamo una settimana per pensare a cosa ne sarà di noi, ma ti avverto che non rinuncio a te. Scordatelo Alex, io ti voglio nella mia vita.>>
Lo lascio un po' sorpreso, non mi sono mai aperta così tanto con lui.

<<Come vuoi Wendy, tutto quello che vuoi.>>

Io ti aspetto// Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora