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Tutti mi hanno sempre trattata come una bambina ingenua, troppo per affrontare le difficoltà della vita. Mi sono rotta il cazzo. Lo schifo mi è piombato addosso all'età di tredici anni, so come riprendermi dopo una brutta giornata.

Alex mi scruta attentamente il viso, mi si avvicina di nuovo con lo sguardo di chi odia il mondo.

<<Chi ti ha messo queste cazzate in testa, piccola Wendy?>>

Mi chiede con voce rauca e sensuale, continuando a stuzzicarmi i fianchi con i polpastrelli delle dita.

<<Luigi mi ha semplicemente aiutato a capire che tu mi nascondi qualcosa.>>

Di colpo fa un passo indietro, come se l'avessi colpito nel profondo ammettendo una verità che lui invece non vuole svelare.

<<Tu mi odieresti raggio di sole, per questo ti tengo nascosto tutto quello che ho fatto in passato. Tutti gli errori che ho commesso.>>

Il suo tocco diventa più prepotente e pungente sulla mia pelle candida.

<<Io voglio sapere tutto di te, non credo tu abbia ucciso qualcuno.>>

Mi guarda incerto, come se non riuscisse a capire quale strada intraprendere. Potrebbe porre fine alle mie lamentele e dirmi la verità, potrebbe fare qualsiasi cosa che mi porti a mollare la presa.

<<Qualche anno fa sono entrato a far parte di un brutto giro.>>

Dice, il tono di voce abbassato di qualche decibel.

<<All'inizio erano solo stupide feste e qualche sbronza, ma poi tutto intorno a me non faceva altro che peggiorare. Non mi sono tirato indietro quando un amico di Luigi mi ha consigliato di comprare della roba.>>

Noto che le sue braccia tremano dalla paura di se stesso e questo finisce per spaventare anche me. Cos'altro potrebbe aver mai fatto?

<<Ho cercato un modo per dimenticare lo schifo che facevo ogni giorno, l'ho trovato proprio grazie a Luigi. Andare a letto con chiunque capitava mi faceva sentire libero.>>

I suoi occhi cominciano a farsi lucidi, probabilmente anche i miei al pensiero di Alex ogni notte nel letto di altre ragazze.

<<Poi non ho più saputo controllare la rabbia che mi rosicchiava dentro, quindi ho dovuto trovare l'ennesimo modo per liberarmene e sfogarmi. È questo quello che detesto dirti Wendy.>>

Una lacrima mi solca la guancia, che lui toglie di mezzo con un bacio casto.

<<Mi piaceva far male alla gente, adoravo la sensazione del loro sangue che colava lungo le mie braccia. Provavo sollievo nello svegliarmi la mattina e scoprirmi ricoperto di lividi di ogni tipo.>>

Anche lui sta per piangere, ma al contrario mio ha più controllo sulle sue emozioni e quindi riesce a trattenersi.

<<Non sono l'angelo che ti ho sempre voluto dimostrare, lo sono con te ma in passato ho commesso degli errori.>>

Mi osserva in attesa di una risposta, che non riesco a dargli. Giuro che cerco di immaginare Alex che compie queste determinate azioni, ma non ci riesco.

<<Parla Wendy, ti prego. Dì qualcosa.>>

Torno alla realtà e faccio un lungo respiro.

<<Come ne sei uscito?>>

Gli domando, senza lasciar trapelare nessun tipo di emozione. Quasi non mi riconosco più.

<<Un giorno ho capito che non potevo più vivere in questo modo, ma lo psicologo non è riuscito ad aiutarmi. Insieme abbiamo raggiunto un compromesso: io avrei smesso le sedute, ma sarei dovuto andare da una persona in grado di ridarmi la vita. Non avevo dubbi su chi scegliere in mezzo a tutta la merda che mi circondava. La mia Wendy è sempre stata nei miei pensieri.>>

Io ti aspetto// Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora