Una volta rincasati non abbiamo parlato molto, ho evitato di guardarlo negli occhi e notare la scintilla dei suoi occhi svanire.
La verità è che non voglio vedere la mia famiglia, non voglio parlare con nessuno di loro esclusa mia sorella Laura. È lei l'unica che c'è sempre stata e non mi ha mai voltato le spalle.
Alessandro non è a conoscenza di tutto questo, però. Non immagina neanche come mi sento ogni volta che il ricordo mi torna lì, nitido come stesse succedendo per davvero, sul momento.
<<Amore basta, non posso continuare così, sto uscendo fuori di testa cazzo.>>
Entra in camera e sbatte con prepotenza la porta, proprio come previsto. Non posso biasimarlo, avrei reagito allo stesso modo.
<<Perché ignori le mie attenzioni? Perché non mi rispondi al telefono e ridi perché sono nell'altra stanza?>>
Appoggia le mani sulla scrivania, il posto dove ho scritto tutti quanti i miei testi malinconici, rabbrividisco all'idea. Poi torno alla realtà.
<<Non innervosirti, se mi prometti di rimanere calmo giuro che ti racconto tutto.>>
Lo prego con gli occhi spalancati e le labbra corrucciate. È l'unica cosa che può seriamente tranquillizzarlo in questo momento.
<<Ok ok, va bene smetto di fare il cretino.>>
Sconfitto decide di mettersi alla giusta distanza tra noi, ai piedi del letto, dove può vedermi meglio.
<<È per la mia famiglia, oggi ammetto di averla sentita nominare troppo spesso e l'idea di rivederla non mi piace.>>
Ammetto giocherellando con il bracciale che mi ha regalato Alex, sorrido più per il ricordo che per il discorso che sto per affrontare. Ovviamente.
<<Non vuoi andare dalla tua famiglia? Hai discusso con Laura?>>
Mi chiede curioso, tornando a respirare regolarmente e dimenticandosi di tutto l'affanno.
<<No, in questa storia mia sorella c'entra poco e niente...>>
Mi metto seduta con le gambe incrociate e la testa bassa, lo sguardo fisso nel vuoto.
<<Wendy raccontami, ti prego sei la mia fidanzata e voglio sapere tutto.>>
Annuisco distrattamente e prendo fiato. Sono pronta.
<<Mio padre era violento, non faceva altro che bere e una volta rincasato, sfogava la sua rabbia picchiando la mamma.>>
Gli occhi cominciano a farsi lucidi, una lacrima cade bagnando la coperta.
<<Con me non si è mai comportato male, anzi tutto il contrario. Diceva che ero la sua principessa, mi piaceva passare il tempo con lui.>>
Comincio a tremare sconvolta, con l'aggiunta di alcuni singhiozzi fastidiosi.
<<Per questo un giorno, mia madre, decise di accettare una richiesta di lavoro e lasciare la città per due giorni. Pensava che mio padre non avrebbe mai trovato il coraggio di alzare le mani con me.>>
Piccole scosse mi attraversano la spina dorsale, sono costretta a drizzare la schiena.
<<Solo che il primo giorno, alla sera, tornò dopo una serata con gli amici privo di lucidità. Chiamava il nome di mamma, ma lei non c'era. Allora misi in pratica gli insegnamenti che mi aveva dato.>>
Mi torturo le mani con le unghie. Penso di dovere tanto a Alex, che in questo momento sta resistendo alla voglia di stringermi forte.
<<Mi nascosi dentro l'armadio, ma lui mi sentì, pensando fossi la mamma iniziò a picchiarmi. Io per scappare mi buttai dalla finestra.>>
Un ultimo sforzo e potrai gettarti tra le braccia della tua salvezza.
<<L'impatto ebbe conseguenze molto gravi sulla mia salute, tanto che fino a qualche anno fa i dottori insistevano per fare controlli.>>
Mi asciugo velocemente le lacrime sulle guance rosse, mi accoccolo sulle gambe di Alex che sembra sconvolto.
<<Quando tutti capiranno che la mia Wendy non deve soffrire, il mondo sarà un posto migliore.>>
Rido come una bambina, Alex mi dà un bacio sulla testa e cerca di farmi rilassare.
<<Non sei obbligata, posso chiamare Laura e dirle di venire qui. Lo sai amore mio, tutto quello che vuoi.>>
Non rispondo ma sorrido, peccato non l'abbia notato.
<<Dopo il buio torna sempre il sole, questo vale sia per te che per me. Per te perché hai ritrovato la tua felicità, per me perché tu sei il mio raggio di sole e ora sei tra le mie braccia.>>
STAI LEGGENDO
Io ti aspetto// Alex Wyse
RomanceWendy ha tanto da dire ma è da tempo che qualcuno non l'ascolta sul serio. Dalle il tempo di capirti, di notare ogni tuo dettaglio. E poi ascoltala, presta attenzione a ogni sua parola, a ogni suo gesto, a ogni suo silenzio. >