Ho chiesto alla mamma qualche indicazione, perché non voglio sentire le urla di papà che rientra ubriaco. Io non voglio sentire il tonfo degli schiaffi che la colpiscono violentemente e con forza. Come quella volta, in camera mia, mentre mi coricavo e la mamma mi raccontava la favola di Peter Pan. Lui è arrivato alle sue spalle, mi ha sorriso inquietantemente e poi l'ha afferrata per i capelli.
Lo sai, Billy? Ho sempre sognato che Peter venisse a prendermi, durante la notte, mentre tutti dormivano. Mamma ha detto che un giorno succederà, senza ombra di dubbio. Mi ha chiamato Wendy proprio per questo, perché lui sceglierà me e mi trascinerà sulla sua Isola che non c'è. In salvo dal pericolo che questo mondo non può sconfiggere.
La testa mi scoppia e la fronte mi pulsa prepotentemente. Sento l'odore pungente del disinfettante salire per il naso e riempirmi i polmoni.
Un conato di vomito mi esce spontaneo, ma per fortuna niente di importante. Cerco di ricordare gli eventi delle ultime ore.
L'infermiera che mi incita, le mie spinte estreme e il pianto della mia bambina. Poi il buio più totale. Cos'è successo?
<<C'è qualcuno?>>
Chiedo con tono flebile e pieno di speranza. Non preoccuparti Wendy, ti sei semplicemente addormentata dopo tutto lo sforzo del tuo fisico.
<<W-Wendy?>>
Una figura imponente mi rivolge uno sguardo sorpreso, pieno di speranza e lacrime. È Alex, ma non ha una bella cera.
<<Potresti spiegarmi cos'è successo? Non capisco più niente, i-io non mi sento bene.>>
Blatero senza neanche dargli il tempo di aprire bocca. Il sorriso scompare dal suo bellissimo viso. Ma poi dov'è Chloe?
<<Piccola non allarmarti, ora ti spiego tutto.>>
Annuisco e mi lascio coccolare dalla sua mano calda e la pelle morbida.
<<Hai avuto un collasso, subito dopo il parto. Hai perso conoscenza e hai smesso di respirare.>>
Dopo un lungo sospiro, riprende con il suo racconto. Gli occhi gli diventano lucidi e le mani tremano di paura.
<<Ti hanno rianimata, il tuo cuoricino ha ricominciato a battere e così anche il mio. Ma sei rimasta in coma.>>
Cerco disperatamente di ricordare qualcosa, ma dopo il pianto di mia figlia ho un vuoto totale. D'istinto poggio una mano sul petto.
<<È tutto apposto?>>
Alex annuisce, ma io voglio sapere di più. Ci saranno complicazioni in futuro, lei sta bene? Tu stai bene?
<<Adesso sì, la speranza non è mai mancata ma la preoccupazione che non ti risvegliassi più mi ha ucciso.>>
In questo momento anche i miei occhi sono stracolmi di lacrime, ma non ho la minima forza per piangere.
<<Al pensiero di non riaverti più tra le mie braccia, i-io... non mi sembra vero di sentire la tua voce.>>
Il mio cuore palpita forte, quasi mi spaventa, ma è molto raro vedere Alex piangere.
<<Ma in questo momento sono qui, quindi smettila di piangerti addosso. Vederti stare male è più doloroso di tutto il resto.>>
Gli sorrido debolmente e lui ricambia imbarazzato. Poi sgrana gli occhi, e si mordicchia il labbro inferiore.
<<Devo chiamare gli infermieri, mi avevano detto di farlo non appena ti fossi svegliata, cazzo.>>
Mi lascio scappare una risatina, per quello che posso permettermi, mentre lo vedo dirigersi verso l'uscita.
<<Chloe...>>
Un sussurro.
Sono diventata mamma e non ho neanche avuto modo di stringere tra le braccia il frutto dell'amore tra me e Alex.
I miei pensieri vengono interrotti dal parlottare di alcuni dottori. Entrano nella mia stanza correndo e con un sorriso gioioso sul volto.
<<Bentornata Wendy, siamo molto contenti che sia andato tutto per il verso giusto. Come ti senti?>>
Sorrido e cerco di mettermi seduta. Riesco nel momento in cui interviene Alex, che mi dà una mano.
<<Sto abbastanza bene, per quello che ho passato direi fin troppo.>>
L'infermiera stronza, che in questo momento non mi sembra così stronza, si avvicina e mi spiega la situazione.
A provocare la comparsa dell'arresto cardiaco è un'alterazione del ritmo cardiaco, in altre parole un'aritmia. L'arresto cardiaco durante il parto è un evento raro e blah blah. Non ci ho capito niente.
<<Quindi dobbiamo fare delle analisi per controllare che tutto vada bene?>>
I presenti in stanza annuiscono, Alex mi studia attentamente e un silenzio riempie l'aria.
<<Mia figlia? Dov'è? Sta bene? Voglio vederla. Posso?>>
Alex sorride come un bambino, mi dà un bacio sulla fronte e rivolge un'occhiata all'infermiera.
<<Posso andare a prenderla?>>
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Io ti aspetto// Alex Wyse
RomanceWendy ha tanto da dire ma è da tempo che qualcuno non l'ascolta sul serio. Dalle il tempo di capirti, di notare ogni tuo dettaglio. E poi ascoltala, presta attenzione a ogni sua parola, a ogni suo gesto, a ogni suo silenzio. >