Penso che la relazione con Luigi sia diventata un'abitudine. Entrambi nutriamo sicuramente affetto nei nostri confronti, ma non c'è più la scintilla che è scattata tanti anni fa.
Questo è stato appurato sia dal suo tradimento sia dalla facilità con cui mi sono concessa ad Alex. Avrei potuto prendere le distanze, invece non appena ho potuto mi sono fiondata sulle sue labbra e non ho più smesso di amarlo.
Forse non è stato carino da parte mia, avrei dovuto mettere in chiaro la situazione e lasciare Luigi, ma ogni volta che sto per farlo una sensazione orribile non mi lascia continuare.
Si comporta in modo molto strano in questi ultimi giorni, ho un po' paura per quello che ci aspetta al nostro ritorno in Italia.
<<Quindi il mio primo bacio è stato uno schifo, soprattutto perché il ragazzo mi sbavava dentro la bocca senza motivo. Ho i brividi solo a pensarci...>>
È l'ultima notte qui a Londra e con una delle mie solite scuse banali, sono riuscita a raggiungere il malinconico sul nostro tetto.
Abbiamo cominciato a parlare del passato, ma adesso lui non mi ascolta più. Le gambe gli penzolano dal muretto di mattoni rossi, nel frattempo osserva i passanti avvinghiati tra loro e sospira.
<<Ale? Ci sei ancora?>>
Mi risponde con un sì poco entusiasmante, senza neanche degnarmi di uno sguardo. Non voglio che quest'aria tenebrosa invada anche me, per questo cerco di sviare subito la conversazione.
<<Comunque stavo- ok basta, sono stanca di passare il tempo con lo spazzolone per lucidare i pavimenti. Anzi, lui sarebbe anche di più compagnia.>>
Posso giurare di averlo visto sorridere.
<<Non sono molto in vena Wendy, oggi non è per niente una bella giornata.>>
Finalmente mi guarda, è la prima volta stasera che lo fa veramente. Scruta ogni mio indumento partendo dalle scarpe che indosso, spostando la sua attenzione successivamente ai miei capelli. Oggi li ho tenuti come piacciono a lui, sciolti e spettinati.
<<Ho fatto qualcosa di sbagliato? A volte posso essere davvero fastidiosa.>>
Mi interrompe con un bacio. Anche se appena percettibile, mi ha fatto sentire meglio.
<<Tu sei fantastica Wendy, non preoccuparti per questo. Ho semplicemente ricevuto una brutta notizia quest'oggi e mi dispiace sapere che da domani non ci sarai tu tra le mie braccia. Tutto qui.>>
Annuisco. Sono così curiosa che gli chiedo subito di dirmi qualcosa di più.
<<Cosa è successo?>>
Mi sorride affettuosamente, facendomi avvicinare al suo corpo caldo e confortevole.
<<Ricordi la storia di come questo locale è diventato di mia proprietà? Se sì, ricordi bene i vecchi proprietari>>
Annuisco, anche se leggermente spaventata. Non so bene il perché, ma temo che ciò che sto per sentire non mi piacerà.
<<Loro erano una grande famiglia e vivevano insieme nell'appartamento sovrastante il ristorante, ma ora è completamente vuoto. I proprietari della struttura mi hanno detto che se nessuno di noi ha voglia di occuparla, ci sono già clienti pronti ad accaparrarsi appartamento e ristorante.>>
I miei occhi cominciano a brillare, perché questa dovrebbe essere una brutta notizia?
<<Ma è bellissimo!>>
Gli scappa una risatina che suona più come un lamento. Proprio non riesco a capire cosa gli prende.
<<No piccola Wendy, mi dispiace distruggere i tuoi sogni ma nessun dipendente è disposto a pagare così tanto. L'unico che potrebbe acquistarla sono io, ma la casa è talmente grande che non credo di aver voglia di viverci da solo.>>
La sua espressione comincia a farsi più cupa, la voce mi sembra spezzata.
<<Speravo di chiederlo a te, mi piacerebbe tantissimo viverci insieme alla mia Wendy.>>
Questa notizia dovrebbe sciogliere anche i cuori più difficili, e con me c'è riuscita, ma allo stesso tempo mi ha sconvolta.
<<Ale, io...>>
Torna ad ammirare il paesaggio e riprende a parlare.
<<Lo so che non hai il coraggio di lasciare Luigi e ricominciare, me lo hai già detto. Questo mi ha fatto stare ancora più male.>>
Non so che dire, perché questa situazione non mi piace affatto.
<<Io vorrei stare con te Alex, non dimenticarlo mai per favore. Ma non puoi chiedermi di lasciare Luigi, recuperare le mie cose in Italia e tornare a vivere qui.>>
Qualche lacrima minaccia di scendere, sto cercando di cacciarle indietro.
<<Se lo vorresti, potresti farlo. Ma è come ti dico io Wendy, tu provi ancora qualcosa per Luigi.>>
Faccio no con la testa e mi sporgo in avanti, i nostri corpi sono improvvisamente troppo vicini.
<<Non dirlo mai più.>>
D'improvviso si volta e scende dal muretto, si avvicina pericolosamente rinchiudendomi tra le sue braccia e il muro.
<<Ho bisogno di sentirtelo dire almeno una volta, devo farmi male Wendy. Altrimenti non manterrò per molto le distanze e troverò il modo di venirti a prendere con la forza in quella cazzo di casa.>>
Non ho mai visto questo suo lato aggressivo, ma non riesco a capire se la cosa mi piaccia oppure no. Insomma, è incredibilmente sexy, ma allo stesso tempo mi fa paura.
<<Non lo dirò perché non è vero Alessandro, arrangiati.>>
Volevo farmi valere, sembrare più sicura di me stessa... solo che, come al solito, non ci sono riuscita.
<<Come cazzo mi hai chiamato?>>
Guardo il punto in cui la sua mano stringe forte il mio polso. Mi sta facendo male, ma non ho il coraggio di dirglielo.
<<Alex.>>
La sua presa si fa ancora più forte.
<<Non mi hai chiamato così.>>
Dai miei occhi cominciano ad uscire una valanga di lacrime, ma non crollo come al solito. C'è solo dell'acqua salata sulla mia faccia.
<<Il braccio. Mi stai facendo male.>>
Dal modo in cui dico quelle sei parole, si capisce la sofferenza che mi sta affliggendo in questo momento. Alex mi lascia subito e sgrana gli occhi come se avesse ucciso qualcuno.
<<Sono un pezzo di merda.>>
Sembra in panico, non mi piace vederlo in queste condizioni.
<<Non è vero.>>
Mi guarda come se io avessi detto la stupidaggine più ridicola della storia.
<<Il solo pensiero di averti fatto del male Wendy mi lascerà uscire pazzo per tutti gli anni che mi rimangono da vivere.>>
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Io ti aspetto// Alex Wyse
RomanceWendy ha tanto da dire ma è da tempo che qualcuno non l'ascolta sul serio. Dalle il tempo di capirti, di notare ogni tuo dettaglio. E poi ascoltala, presta attenzione a ogni sua parola, a ogni suo gesto, a ogni suo silenzio. >