Quand'ero piccola amavo provare nuove ricette in compagnia di mia mamma. Preparare l'impasto per una pizza è come tornare indietro nel tempo, ma allo stesso tempo provare una sensazione tutta nuova.
<<Non c'è nessuna dritta, in cucina deve essere tutto spontaneo. Basta che c'è il cuore in ogni piatto.>>
Osservo attentamente i suoi movimenti, scaltri e veloci. Sembra piuttosto facile. O forse è lui che lo fa sembrare una stupidaggine?
<<Credo che stia uscendo qualcosa di decente, potresti controllare?>>
Scoppia in una risata fragorosa che mi contagia, poi mi raggiunge.
<<Ci siamo, ma metti più forza di quella che serve.>>
Mi avvolge le braccia con le sue, guida i miei movimenti con le sue mani grandi e preparate. Sento perfettamente il mio corpo aderito a quello di Alex, questa situazione mi disturba e mi piace allo stesso tempo.
<<Grazie mille, credo questa dimostrazione sia sufficiente.>>
Lo provoco, facendolo arrendere e tornare alla sua postazione. Mentre procediamo con la preparazione del nostro impasto, mi viene in mente uno scenario malsano.
<<Alex...>>
Osservo il mio coinquilino, poi rivolgo l'attenzione alla ciotola e alla farina che contiene.
<<No, Wendy, stai buona.>>
Spargo della polvere bianca sul suo viso.
<<Non sei stata buona...>>
Mi rincorre per tutto il salotto con il pacchetto di farina in mano, pronto a svuotarmelo sopra la testa.
<<Questo lo chiamo barare.>>
Ride compiaciuto.
<<Nessuno ha mai chiarito di non farlo.>>
Comincia una vera e propria battaglia di farina, il pavimento è sempre più scivoloso tanto che per raggiungere Alex in cucina perdo l'equilibrio, rischiando di cadere.
Per fortuna lui riesce a prendermi in tempo, mi cinge per i fianchi e mi rimette dritta sulle gambe. Però non mi lascia andare.
Non siamo mai stati così tanto vicini, sento il suo respiro affannoso solleticare il mio collo e questo mi rende molto vulnerabile.
D'improvviso con la sua mano accarezza la mia schiena nuda, per poi risalire fino alla guancia che tendo verso il suo tocco. Alex è senza maglia cristo, l'ho notato solamente adesso.
<<Luigi ti ha mai coccolata in questo modo, Wendy? Ti ha mai sfiorata così delicatamente?>>
Distolgo lo sguardo ma con la punta di due delle sue dita, mi volta il viso in sua direzione.
Si avvicina ancora di più e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sussurra pericolosamente e in modo sensuale.
<<Hai mai provato queste emozioni con lui?>>
Perdo un battito.
<<Meriti un uomo che in questo momento muoia dalla voglia di baciarti, Wendy.>>
L'effetto che mi provoca la sua voce che ripete più volte il mio nome in questo modo, mi apre in due l'anima.
<<Ah sì?>>
È l'unica cosa che riesco a dire.
<<Mhmh...>>
Cerco di auto convincermi di non star provando niente in questo momento. Ma non ci riesco.
<<E tu Alex? Hai per caso voglia di baciarmi?>>
Non so dove trovo il coraggio. Nel momento in cui annuisce e si inumidisce le labbra con la lingua, sono completamente stordita.
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Io ti aspetto// Alex Wyse
RomanceWendy ha tanto da dire ma è da tempo che qualcuno non l'ascolta sul serio. Dalle il tempo di capirti, di notare ogni tuo dettaglio. E poi ascoltala, presta attenzione a ogni sua parola, a ogni suo gesto, a ogni suo silenzio. >