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Non volevo varcare la porta, ma non posso smettere di vivere la mia vita in completa libertà. Nonostante la presenza di questo essere mi renda cento volte più vulnerabile e terrorizzata...

<<Non mi saluti neanche? Sei ancora arrabbiata per quello che è successo?>>

Mi chiede Luigi, come un ingenuo.

<<Se per quello che è successo intendi avermi mentito e cornificata, sì, sono ancora arrabbiata.>>

Gli rispondo, con un tono di voce estremamente accusatorio.

Non voglio attirare l'attenzione di Alessandro, ma non posso evitare di sgridarlo.

<<Da quando mi parla così la mia piccolina? Ti ha fatto il lavaggio del cervello l'infame di sopra?>>

Sento un brivido percorrere la mia schiena, ma non batto ciglio. Non può vincere sempre lui.

<<Non sono la tua piccolina. Non più. Non definirlo infame. Lasciami fare colazione.>>

Afferro la mia tazza di latte, ma rischio di farla cadere. La sua mano stringe il mio polso, una lacrima minaccia di uscire.

Mi sta facendo male.

<<Non vuoi più vedermi, Wendy? Hai rimosso il nostro passato felice?>>

Con il polpastrello delle sue dita, mi sfiora delicatamente il collo.

<<È tutto finito per colpa di un momento di debolezza, che ho già promesso non si ripeterà più?>>

Mi stuzzica, ma io cerco di non perdere il controllo. Questa situazione è veramente pericolosa.

<<Quando lo avresti promesso?>>

Voglio metterlo in difficoltà.

<<Adesso.>>

Sussurra, rabbrividisco nuovamente e torturo il mio anello.

<<Perché tutto questo rancore? Cosa ti ha raccontato Alessandro?>>

Cerco di allontanare il mio braccio dolorante, invano. Non c'è modo di farlo ragionare.

<<Niente. Mi ha semplicemente dimostrato un po' di amore e rispetto.>>

Alessandro mi ha salvata, ma questo non posso raccontarglielo. Devo proteggere il nostro rapporto.

<<È tutto uno sbaglio, dettato dalla delusione che ti ho dato. Vero?>>

Il suo tono è sempre più aggressivo, la presa diventa sempre più pesante. Annuisco.

<<Quindi non rifiuterai il mio bacio, ho capito?>>

Sgrano gli occhi.

<<Luigi, non ho voglia di darti un bacio.>>

Azzardo, ma la sua mano finisce improvvisamente sul mio petto.

<<Ti sbagli, hai ammesso di non essere lucida. Cambierai idea l'istante dopo, promesso.>>

Combatto con tutte le mie forze, ma non posso competere con quella innata di Luigi.

<<Mi eri mancata.>>

La sua lingua cerca la mia, la mia pelle è di un altro colore. Lacrime scendono in continuazione.

<<Luigi, mi stai facendo male.>>

Niente. Non ha intenzione di lasciare il mio povero braccio.

<<Ti prego, mi fai male...>>

Il mio suona come un lamento esagerato, ma sto soffrendo sia fisicamente che mentalmente.

Mi sento morire.

<<Lasciala andare. Ora.>>

Incontro il suo sguardo, Alessandro è visibilmente deluso e ferito.

<<Amico mio, credo sia arrivato il momento di sloggiare.>>

Roteo gli occhi verso il cielo.

<<Ho bisogno di tempo, qualche minuto in più! Ti prego.>>

Nonostante tutto, questo mostro mi concede qualche secondo di più. Seguo il malinconico sulle scale, che non mi sgrida.

<<Non ti lascio andare. Scordatelo, ci rinchiudiamo in questa stanza. Vengo con te!>>

Non mi lascia finire.

<<Vi ho visti, Wendy, ho visto il bacio. Me ne sarei andato comunque.>>

Non posso smettere di piangere. È completamente impossibile.

<<Non puoi, ti prego non puoi andartene senza di me. Non voglio che te ne vai, io...>>

Cado sulle mie stesse ginocchia, Alessandro mi afferra una mano in modo sempre troppo dolce e delicato.

<< Io ho solo questo, Wendy. Non sono come lui, io non ho niente da darti.>>

Faccio un lungo respiro.

<<Luigi non è grado di darmi l'amore che mi dai tu, lo sai che mi rendi felice. Mi hai vista.>>

Sorride.

<<Brilli quando sei con me, Wendy, ma riuscirai a farlo anche con lui. È una promessa. Noi rimarremo semplicemente un ricordo, il più bello.>>

Non ci riesco.

<<N-no, non puoi farmi questo. Non mi hai ancora detto quando...>>

Singhiozzo e non riesco a finire.

<<Wendy, quel bacio mi ha distrutto. Non puoi obbligarmi a restare qui. Avresti potuto respingerlo ma non lo hai fatto. Sono io a chiederti di lasciarmi andare.>>

Faccio segno di no con il capo, senza mai smettere di piangere.

<<Io non ci parlo con quello stronzo. Tu non capisci Alex, lasciami spiegare.>>

Sono sconvolta.

<<Sei sciocca come Cappuccetto Rosso, piccola Wendy.>>

Poi lascia la stanza, la casa che abbiamo condiviso insieme anche se per poco, ma per un lasso di tempo che mi ha cambiato la vita. Ha lasciato la mia vita...

Domani non ci sarà a prepararmi la colazione, non mi sveglierà con un bacio, non riceverò nessun complimento da parte sua.

Il mio coinquilino, che forse non è solo un classico coinquilino.

Io ti aspetto// Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora